Questo articolo è stato pubblicato il 28 luglio 2011. Ebbe allora – nel primo giorno – alcune decine di migliaia di letture da parte dei nostri lettori. Non riuscimmo più a superare quel record.

Nulla si è più saputo della denuncia a carico di Papa Benedetto XVI per crimini contro l’umanità che lo scorso febbraio era stata inoltrata alla Corte penalenternazionale dell’Aja da due avvocati tedeschi.
A dire il vero nemmeno a febbraio questa denuncia aveva fatto molta notizia. Perlopiù era stata ignorata, slvo quale eccezione.

L’accusa proferita dai due avvocati germanici contro il Pontefice punta il dito contro “il mantenimento e la leadership di un regime mondiale totalitario di coercizione, che sottomette i propri membri attraverso minacce terrificanti e pericolose per la salute, di adesione a un divieto mortale dell’uso di preservativi, anche quando esiste il pericolo di infezione dell’Hiv-Aids e della costituzione e il mantenimento di un sistema mondiale di copertura di crimini sessuali commessi da preti cattolici e il loro trattamento preferenziale, che aiuta sempre a nuovi crimini.”

Denunciare il Papa nientemeno che alla Corte penale internazionale dell’Aja (quella, per intenderci dove sono a processo i criminali della guerra nell’ex Jugoslavia) rileva di a) un grande senso dell’umorismo, b) una grande incoscienza e c) uno sprezzo del pericolo.
Uno sprezzo del pericolo perché la Storia ha più volte mostrato quanto sia grande il potere del Vaticano e quanto sia radicata la sua mancanza di scrupoli verso chi si oppone agli interessi della Chiesa. Una grande incoscienza, se non addirittura una grande ingenuità, perché il Papa e la Chiesa sono intoccabili. Lo abbiamo visto anche nella vicenda dei preti pedofili: tanto rumore, tante polemiche e poi più niente. Tutto è stato messo a tacere.
E infine un grande senso dell’umorismo perché è ridicolo pensare che una qualsiasi istituzione europea o mondiale chieda ad un Pontefice di rendere conto dei suoi atti.

Papa Ratzinger è un personaggio che nonostante la sua immensa intelligenza e la sua grande sensibilità (molto ben nascosta dietro la facciata di una rigida educazione) suscita poche simpatie. Sin dalla sua elezione nell’aprile del 2005 è stato impietosamente paragonato al suo predecessore, Papa Giovanni Paolo II. Un paragone dal quale il rigido Joseph Alois Ratzinger esce ogni volta perdente. Vi sono poi le critiche per la sua appartenenza alla Hitler-Jugend, la Gioventù nazista di Adolf Hitler. Ci sono le polemiche del recente scandalo dei preti pedofili, una vicenda che è stata commentata come se la colpa fosse tutta sua. Il Papa tedesco è un Papa che non piace, bisogna prenderne atto.

Le accuse dei due avvocati suoi connazionali sono probabilmente state fatte sparire e ai due temerari sarà stato consigliato di tenere un profilo molto basso. Accuse che molto somigliano alle farneticazioni del “stragista” norvegese Anders Breivik, che nel suo manifesto di 1500 pagine definisce Ratzinger “il più grande mostro dalla fine della Seconda guerra mondiale”.
Breivik però critica la Chiesa in generale. Ad esempio a Giovanni Paolo II rimprovera di aver baciato il Corano in pubblico, una colpa gravissima, mentre l’insieme del clero “va estirpato, in quanto i preti sono i più strenui difensori dell’Islam”.