Negli giorni scorsi si è appreso a Chiasso di un tentativo di furto dalle modalità quanto meno insolite: aspiranti ladri hanno tentato di introdursi in una boutique sfondando a picconate il muro sul retro del negozio. Senza però riuscire nel loro intento.

I malfattori risulterebbero tuttora ignoti. In considerazione che il parchetto sui cui si affaccia il muro oggetto del tentato di effrazione è frequentato (pressoché) unicamente da richiedenti l’asilo, si può supporre una responsabilità di questi ultimi.
Se così fosse, il furto (tentato) tramite sfondamento di parete si aggiungerebbe al già nutrito elenco di “prestazioni” fornite dagli ospiti del centro di registrazione di Chiasso, elenco a tutt’oggi comprensivo di molestie, furti, aggressioni, lesioni, zuffe, ubriachezza, danneggiamenti, atti vandalici.

Chiedo pertanto al lodevole Consiglio di Stato se corrisponde al vero che a tentare di derubare una boutique di Chiasso sfondandone il muro con un piccone sono stati dei richiedenti l’asilo? Se sì, di quale età, originari di quale paese, presenti in Ticino da quanto tempo e alloggiati dove?

Lorenzo Quadri