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Dopo l’appropriazione indebita di 2 miliardi di dollari da parte di un trader nell’Investment Banking della sede londinese di UBS, l’agenzia di rating statunitense Moody’s è già partita all’attacco con la minaccia di declassare la nota della banca.

Giovedì in serata Moody’s ha posto sotto sorveglianza la nota di UBS in vista – appunto – di un possibile declassamento. L’agenzia ritiene che anche se la banca riuscirà a gestire la perdita legata alla truffa, quanto accaduto mette in rilievo l’evidente fragilità del gruppo nella gestione del rischio e dei controlli.
Moody’s si riserva inoltre la possibilità di valutare le implicazione di questa truffa miliardaria sulla capacità della direzione di UBS nel far crescere la cifra d’affari dell’Investment Banking in un modo conveniente per quanto riguarda il rischio e il potenziale impatto sui benefici. Verranno inoltre considerate le potenziali implicazioni di quanto accaduto sulla reputazione della banca presso i suoi clienti.

La vicenda arriva in un momento assai delicato per UBS: la banca si sta lentamente rimettendo in sesto dopo la crisi dei subprimes americani e dopo le polemiche legate alla trasmissione alle autorità fiscali di Washington di centinaia di dati legati ai suoi clienti statunitensi, sospettati di evasione fiscale.
Il Tages Anzeiger scrive come quest’ultima incresciosa vicenda porterà verosimilmente UBS a ridurre massicciamente l’Investment Banking e a tagliare ancora molti posti di lavoro.
Stando agli analisti, il 17 novembre i vertici di UBS annunceranno la riduzione delle attività d’investimento e l’annuncio delle dimissioni del Ceo Oswald Grübel non tarderà ad arrivare.

UBS non ha rilasciato commenti, anche se Kaspar Villiger, presidente del Consiglio di amministrazione della banca, ha voluto precisare che la truffa va senz’altro considerata un caso isolato.