Ecco quello che la ragazza iraniana Somayeh Towhidlou ha scritto sul suo blog dopo aver ricevuto 50 frustate nella prigione di Evin, lo scorso 14 settembre: “Siate felici, perché se la vostra intenzione era quella di umiliarmi ci siete riusciti. Mi sento ferita ed umiliata in ogni parte del mio corpo.”

Somayeh aveva preso parte, nel 2009, alla campagna presidenziale in Iran a sostegno del candidato Mir Hussein Mousavi, uno degli sfidanti del presidente uscente Mahmoud Ahmadinejad. Lo aveva fatto creando un suo blog, nel quale venivano postati commenti contrari al regime.

Non aveva tardato ad attirare l’attenzione delle Guardie della Rivoluzione e dopo l’esplosione delle proteste popolari – conseguenti alla rielezione di Ahmadinejad – la ragazza era stata imprigionata per 70 giorni nel carcere di Evin, alla periferia di Teheran.
Somayeh era stata liberata dopo il pagamento di una cauzione ma settimana scorsa è stata nuovamente condotta in carcere per sottoporsi alla punizione – le 50 frustate – per “insulti al presidente Ahmadinejad.”
Come lei, molti altri giovani iraniani che hanno preso parte alle proteste del 2009 sono stati condotti nel carcere di Evin. Molti non ne sono più usciti, altri sono stati impiccati.

(Fonte : Global Voices Online)