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Domenica sera fra le 20h000 e le 20h30 circa, lo share di ascolti del canale televisivo francese TF1 è salito alle stelle: al TG principale c’era Dominique Strauss Kahn, elegante e calibrato per raccontare “ai francesi” la sua versione di quel che accadde lo scorso 14 maggio nella suite 2806 del Sofitel di New York.

Ho sempre creduto che le accuse di Nafissatou Diallo, la presunta vittima, fossero state montate ad arte e dunque ho sempre sostenuto l’innocenza di Strauss Kahn. Le sue vicende galanti fanno la gioia dei media da anni, le donne gli piacciono davvero tanto ma sicuramente non è un violento e sicuramente non è uno stupido.
L’impressione, ascoltandolo questa sera mentre con viso dapprima contrito e poi altero (della serie: mi sono scusato, che volete ancora da me?) si esprimeva sui fatti di New York è stata quella di assistere ad un discorso preparato per ore con un team di super-avvocati, ripetuto la sera a casa davanti alla moglie e prima di andare a dormire ripetuto ancora davanti allo specchio del bagno.

Strauss Kahn, ex direttore del Fondo monetario internazionale, ex candidato socialista alle presidenziali del 2012, è stato abile. E’ andato in televisione con una retorica perfetta: ha ammesso di aver seguito le pulsioni della carne, non ha cercato scuse o attenuanti, non ha fatto supposizioni. Ogni cosa in lui era perfetta: il tono della voce, il vestito, il colore della cravatta, l’espressione, la postura. Quando la telecamera indugiava sulle sue mani si vedevano dita fresche di manicure. Probabilmente anche il suo profumo era quello giusto.

Strauss Kahn ha iniziato ribadendo la sua innocenza, seguendo la tecnica del “cominciamo con il mettere in chiaro come stanno le cose” e si è detto contento di potersi esprimere davanti ai francesi.
Ha poi spiegato, separando ogni frase con pause ad effetto, che quel che era accaduto nella suite dell’hotel di New York non comprendeva violenza né costrizione, non vi è stata nessuna aggressione, nessun atto suscettibile di condanna.
E questo – ha precisato – è stato ribadito chiaramente anche dal procuratore di New York, lo stesso procuratore che gli aveva fatto mettere le manette ai polsi e che senza tanti riguardi lo aveva fatto sbattere in prigione.
Sempre con il tono giusto Strauss Kahn ha detto che quanto accaduto è stato non solo qualcosa di inappropriato ma anche uno sbaglio.
Uno sbaglio che lui ha commesso nei confronti di sua moglie, dei suoi figli, dei suoi amici e anche nei confronti dei francesi, che in lui avevano riposto le speranze di un cambiamento.
Un grosso sbaglio e lui lo ammette.
Ha precisato che il rapporto con Nafissatou Diallo non è stato a pagamento, che è stato un momento di debolezza, uno sbaglio morale e che lui non ne va fiero: “Me ne sono pentito ogni giorno durante questi 4 mesi e credo che me ne dovrò pentire ancora per un bel pezzo.”

E poi ha ammesso come in certi momenti ha davvero avuto paura, ha raccontato come si è sentito umiliato, ha parlato della moglie, Anne Sinclair e di quanto sia stato importante per lui averla accanto, ha detto di non sapere se la Diallo abbia ordito un complotto o l’abbia tirato dentro una trappola e che comunque si vedrà. E sul perchè Nafissatou Diallo abbia sporto denuncia contro di lui se il loro rapporto è stato consensuale, ritiene che si debba chiederlo a lei.

Domani i giornali riporteranno le parole di Strauss Kahn e le analizzeranno a fondo. Si schiereranno a favore o contro di lui: sincero pentimento oppure parole opportunistiche? Ognuno si farà un’idea e magari dopo quest’uscita televisiva gli verrà chiesto di correre nuovamente per le presidenziali. E questo farà probabilmente salire sulle barricate buona parte dei candidati socialisti, che ricorderanno al mondo come contro di lui è ancora aperta una causa civile.
Lui probabilmente declinerà l’invito ma è difficile pensare che Strauss Kahn esca di scena. Magari lo rivedremo fra qualche tempo alla guida di una qualche istituzione finanziaria, magari a capo del Fondo monetario europeo, se mai verrà creato.

Mentre Strauss Kahn era all’interno dello studio televisivo, all’esterno della sede di TF1 una cinquantina di femministe avevano inscenato una veemente protesta. Irriducibili e ingenue: passerà ancora un po’ di tempo prima che si rendano conto che Strauss Kahn sta già rientrando nelle grazie dei francesi.

B. Ravelli