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I ribelli libici hanno conquistato il porto della città di Syrte, uno degli ultimi bastioni fedeli a Muammar Gheddafi. Più a sud, a Bani Walid, gli uomini del governo provvisorio si preparano a lanciare l’assalto finale.

Le ultime due roccaforti di Gheddafi stanno cadendo. Conquistando il porto di Syrte, le truppe del Consiglio libico di transizione hanno inferto un colpo severo ai lealisti.
Dopo essere rimasti bloccati per intere settimane a qualche decina di chilometri dalla città, i ribelli ora serrano le file e da lunedì avanzano sicuri.
Gli aerei della Nato hanno fatto la loro parte bombardando le postazioni militari lealiste, un aiuto capitale per la conquista della zona marittima della città.
Rimane ora il compito più difficile, ossia arrivare al centro di Syrte, saldamente controllato dalle truppe fedeli a Gheddafi.
La Croce Rossa internazionale si dice preoccupata per la sorte degli abitanti, ai quali manca l’acqua e l’elettricità. Anche il cibo scarseggia, così come i medicinali. Testimoni riusciti ad allontanarsi da questa zona di guerra hanno detto che i soldati di Gheddafi usano i civili come scudi umani. Molti vorrebbero scappare ma non possono farlo.

L’assalto a Bani Walid è atteso per mercoledì della prossima settimana. Forse Gheddafi si nasconde fra le sue mura o forse, come si mormora, si trova più a sud, protetto dalle tribù nomadi.
In questa vasta oasi che conta quasi 100mila abitanti nessuno può pensare di fuggire. I ribelli la circondano da giorni, anche se ancora non riescono ad aprire un passaggio. I combattimenti fra loro e le truppe lealiste sono violenti, i morti e i feriti sono molto numerosi. Anche qui l’emergenza crisi umanitaria è alta.