OccupyWallSt.org: l’iniziativa nata con appelli su Twitter ha portato – dal 17 settembre – gruppi di indignados statunitensi a Wall Street per protestare contro la corruzione della finanza mondiale.

Ai manifestanti, che non demordono malgrado siano poche centinaia, danno sostegno anche volti noti come l’attrice Susan Sarandon e il regista Michael Moore.
Inizialmente ignorati da televisione e giornali, i manifestanti (composti soprattutto da giovani, studenti e disoccupati) sono balzati agli onori della cronaca quando la polizia ha cercato di contrastare la marcia di un corteo diretto a Union Square, bloccando molti ragazzi con metodi poco ortodossi.
Sinora la polizia ha proceduto ad un centinaio di arresti.
Il sindaco di New York, Michael Bloomberg, non condivide il movimento di protesta e in televisione dichiara che “la finanza deve essere sostenuta, non demonizzata. Le banche danno lavoro e senza il loro credito l’economia non cresce.”

OccupyWallSt.org è un movimento che si ispira alle proteste in Tunisia, Egitto e in Libia. Il paragone non sta in piedi evidentemente né sul piano numerico né su quello politico.
A Tahrir Square, nella città del Cairo, erano in migliaia, mentre gli occupanti di Wall Street sono 800-900 persone al massimo.
Quello che li accomuna è la voglia di portare cambiamento, aria nuova, così come la volontà di sradicare simboli e istituzioni che sempre di più stridono con il comune buon senso di giustizia e benessere sociale.