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Sergio Savoia, un uomo pragmatico e non ideologico. Un uomo che non fa pronostici perché tanto non ci azzecca mai… – Una nuova intervista di Francesco De Maria

Francesco De Maria: Che ricordi le restano del suo vecchio lavoro alla Radiotelevisione?
Sergio Savoia: Prevalentemente positivi. Quello alla radio era un lavoro bellissimo e ho avuto il privilegio di lavorare con persone di grande valore.

FDM: Lei fu vittima di un “regolamento di conti”?
SS: Di certo fui vittima di un’ingiustizia profonda, come riconosciuto anche dal tribunale che ha condannato la RSI a un cospicuo risarcimento. Naturalmente gli autori della cosa lavorano ancora lì e sono lautamente pagati. Il risarcimento è stato invece pagato con i soldi del canone.

FDM: Qual è attualmente la sua professione?
SS: Dirigo lo European Alpine Programme del WWF, una struttura che coordina il lavoro degli uffici WWF nazionali di Italia, Svizzera, Francia e Austria.

FDM: Com’è riuscito a diventare leader dei Verdi?.
SS: Dopo una lunga militanza socialista, mi sono reso conto che il mio posto non era più lì, sia perché le questioni ambientali per me sono essenziali, sia perché il PS era troppo dogmatico e conservatore. Ho quindi fatto il gran passo verso i Verdi, che all’epoca erano un partito piccolissimo e tutto sommato marginale. Ho avuto la fortuna di poter lavorare con una nuova generazione di Verdi che avevano più o meno le medesime idee che avevo io. Sono diventato coordinatore perché l’assemblea ha creduto al mio progetto e a quello della mia squadra. Da coordinatore posso ancora contare su un gruppo affiatatissimo che rappresenta una squadra formidabile, come dimostrano i risultati.

GRETA GYSIN, OTTIMA COMUNICATRICE

FDM: Ci racconti tutte le qualità, politiche e umane, di colei che viene considerata la numero due del partito, l’on. Greta Gysin. Ma non dimentichi di rivelarci almeno un suo difetto.
SS: Greta è determinata e intelligente, e la sua dedizione agli ideali del nostro partito è fuori discussione. Ottima comunicatrice, io penso che sarà una protagonista della politica ticinese e, spero, federale. Sarà, anzi è già, un leader dei Verdi, con buona pace di quelli che parlavano di ‘partito di Savoia’. Difetti? Direi che la sua forte personalità e la sua passione ogni tanto le prendono la mano. È il medesimo difetto che ho io.

FDM: Spieghi a un uomo di destra, come io sono, perché dovrebbe votare Verde (ciò che non ho mai fatto in tutta la mia lunga vita).
SS: Non mi pongo il problema in questi termini. Il problema che mi pongo è: come possono convincere i cittadini della bontà delle nostre proposte? Ebbene, io penso che noi abbiamo un buon programma, che siamo pragmatici e non ideologici, che siamo per un intervento qualificato dello stato ma per un ruolo accresciuto e significativo dell’individuo. E siamo per una protezione intelligente e lungimirante dell’ambiente che permetta di conciliare ecologia ed economia. Credo che ci sia qualcosa che possa piacere anche a lei.

FDM: Le tematiche ambientali hanno assunto col tempo grande rilievo nella nostra società e nei media. Alla luce di questo fatto giudica che – ad esempio nel Ticino – il loro risultato puramente elettorale sia scarso?
SS: No, se consideriamo che ancora sei anni fa i Verdi in parlamento era al 2% con due eletti, adesso siamo al 7,6 con sette deputati. Ma penso che nessuno vinca le elezioni sulla base di un solo argomento. Parlare solo di ecologia non basta. Un partito deve avere un progetto di società e soluzioni per i molti problemi del nostro tempo: lavoro, socialità. Sicurezza, rapporto con l’estero, formazione e scuola. Insomma, è la differenza che passa tra un’organizzazione ambientalista e un partito politico.

FDM: Il rifiuto assoluto del nucleare ostentato dai Verdi può essere definito preconcetto e ideologico?
SS: No. Deriva da una realistica valutazione di costi e benefici. E, parafrasando qualcuno, la storia ci sta dando ragione.

FDM: Quando, all’indomani di Fukushima, la Merkel ordinò la chiusura immediata di sette centrali nucleari, io giudicai quella mossa alquanto avventata e, molto più, cretina, presa nel pieno dell’onda del panico. E lei?
SS: No, io penso sia stato cretino aspettare l’ennesima catastrofe prima di prendere la decisione giusta.

IL SENSO DELL’ECOLOGIA DEI PARTITI TICINESI

FDM: Prenda tutti gli altri partiti ticinesi e li metta in fila, dal più ecologico giù giù sino al più antiecologico.
SS: Non penso che sia facile giudicare il grado di ecologismo di un partito. Storicamente l’ecologia abitava a sinistra. Adesso, per fortuna, anche al centro si fanno strada considerazioni ecologiche (a volte su base individuale). A destra, purtroppo, forse per via di quell’antica identificazione ecologia=sinistra, c’è una resistenza culturale verso l’ecologia. Se vogliamo è un atteggiamento speculare a quello di chi, a sinistra, non riesce a parlare di frontalieri o sicurezza perché sono ‘temi di destra’.

FDM: Parliamo della strategia del partito in occasione delle ultime elezioni federali. Negare la congiunzione al vacillante Partito Socialista è stata una mossa giustificata? Quale è il motivo profondo di questo no, che se non andiamo errati è dipeso principalmente da lei?
SS: La decisione di non fare congiunzioni riguarda tutti i partiti e non quello socialista. Secondariamente, essa è stata presa dalla direzione (unanimità), da questa proposta al comitato cantonale (un solo voto contrario) e infine all’assemblea generale (unanimità di nuovo). Noi siamo contro le congiunzioni per una questione di chiarezza: se io getto la scheda verde nell’urna perché dovrei essere contento di aver eletto il candidato di un altro partito?

FDM: Immagino che Greta Gysin sia leggermente arrabbiata. Se si fosse fatta la congiunzione, avrebbe lei avuto una reale chance di staccare il biglietto per Berna? Oppure la congiunzione avrebbe solo significato: 2 poltrone al PS ?
SS: Cosa pensa Greta potrebbe chiederlo a lei: sarebbe un’intervista molto interessante. L’ultima volta che ci ho parlato, un paio di giorni fa, mi sembrava soprattutto felice per il risultato del partito e per il suo personale, che è eccellente. Dal punto di vista elettorale, la congiunzione avrebbe mandato a Berna Raoul Ghisletta non Greta Gysin. Quindi i nostri elettori avrebbero votato per Greta ed eletto Ghisletta (colui che ha affossato la nostra iniziativa sul carbone, tra l’altro).

IL TICKET DI SAVOIA PER GLI STATI

FDM: I Verdi si interessano tanto o poco del ballottaggio per gli Stati, che io giudico fondamentale? Savoia ha un pronostico? Ha un ticket?
SS: I Verdi hanno dato indicazione a favore di Cavalli, dopo aver scritto a tutti i candidati ponendo loro una serie di domande programmatiche. Cavalli è risultato quello con le risposte ‘migliori’. Pronostici non ne faccio perché non ci azzecco mai…

FDM: Terminiamo con il caso, abbastanza incredibile, che monopolizza l’attenzione in questi giorni: lo sbalorditivo pareggio tra Marco Romano e Monica Duca Widmer, con vittoria per sorteggio di quest’ultima. Le confesso che io, da bravo cittadino interessato alla cosa pubblica, mi aspettavo il sorteggio per martedì. Non potevo immaginare che esso fosse già stato effettuato… domenica. Ha rimproveri da indirizzare al Governo?
SS: Ho già inoltrato un’interrogazione parlamentare a questo riguardo. La cancelleria ha dimostrato di non sapere cosa sta facendo. Ha raccontato bugie al pubblico e i consiglieri di stato, come purtroppo spesso succede, hanno lasciato che fossero i funzionari a decidere. Penso inoltre che, prima del sorteggio, avremmo dovuto ricontare le schede, sia per il caso Romano/Duca Widmer, sia per il caso Pelli.

FDM: Pensa che la controversia sarà decisa in sede giudiziaria?
SS: Sarebbe meglio di no ma temo di sì.

FDM: Chi ha titolo per presentare ricorso, in un caso del genere?
SS: Ogni cittadino.

FDM: Il PPD si spaccherà in due fazioni rivali, i Ducawidmeriani e i Romaniani?
SS: Non me ne potrebbe importare di meno.

FDM: Che cosa farebbe a questo punto, se fosse Marco Romano?
SS: Me ne farei una ragione: non mi sembra che abbia molte alternative.

FDM: Perché se l’è presa tanto a cuore? Perché non ha detto: affari loro, se la sbrighino tra loro oregiatt?
SS: Perché il problema non riguarda loro, riguarda tutti noi. Abbiamo avuto un’elezione con troppi punti oscuri. La gente deve poter credere nella correttezza del processo elettorale, ne va della fiducia nel sistema. Una cosa che dovrebbe stare a cuore a tutti, da destra a sinistra, dai liberali ai pipidini. Di certo sta a cuore a molti cittadini, perché registro un disagio palpabile da parte della gente. A buona ragione, purtroppo.

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