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Mancano pochi giorni al voto consultivo del 20 novembre, quando saranno decise le sorti del progetto aggregativo tra Lugano, Cadro, Sonvico e i comuni della Val Colla. Il professore Francesco De Maria ne parla con Cherubina “Kerry” Ravasi, sindaco di Cimadera.

Francesco De Maria: L’aggregazione della Val Colla con Lugano è una lunga storia. Qual è l’origine lontana di questo audace progetto?
Cherubina Ravasi: Origine lontanissima, quasi dimenticata. Riassumo brevemente i passi importanti degli ultimi 20 anni: I 4 Comuni sono coinvolti in un progetto di fusione (si diceva così) che vien presentato a Bellinzona con tre soluzioni finali: 1) aggregazione a 4; 2) con Tesserete; 3) con Lugano; lo stesso ci ritorna al mittente con l’annotazione “Progetto valido solo se avrà apertura o sbocco con Lugano”.
Nel 1999, all’inizio in prima persona, in seguito coinvolgendo i 4 Municipi compreso anche Valcolla, che era a quei tempi decisamente contrario, facendoli sottoscrivere la famosa dichiarazione d’intenti per intavolare uno studio di aggregazione (chiaramente) in direzione di Lugano.

FDM: Nell’anno 2003 i primi progetti subirono – così ho letto – una secca battuta d’arresto. Che cosa accadde esattamente?
CR: Il Consiglio di Stato (DI) decise di interrompere il progetto a poche settimane dalla votazione consultiva, scrivendo a Lugano e senza neanche informare i nostri 4 Municipi. Motivo: non contiguità. Lo venimmo a sapere attraverso la stampa scritta … Ai tempi gli online non erano di attualità!
Tutto il nostro impegno, il nostro lavoro e, non da ultimo, il nostro morale, precipitò ai piedi della scala, ma non potemmo reagire se non con qualche accorata lettera sui giornali. Decisamente scorretto fu il sistema usato dal Dipartimento delle Istituzioni, purtroppo perpetrato ancora a lungo nel tempo.

FDM: Quando e in che modo si è giunti alla decisiva accelerazione finale? Il mutamento ai vertici del Dipartimento delle Istituzioni ha giocato un ruolo importante?
CR: Indubbiamente! Da poco eletto in Consiglio di Stato, l’Onorevole Gobbi si è presentato alla riunione della nostra Commissione di studio con stretta di mano sicura e sguardo franco e quando poi, nel suo esposto, si è soffermato sull’importanza del rispetto dovuto ai cittadini dei comuni coinvolti, ho capito che il nostro progetto avrebbe vissuto una svolta nel futuro prossimo, vale a dire la votazione consultiva. Cambiamenti sono importanti …

FDM: Si avvicina a grandi passi la votazione fondamentale del 20 novembre. Se tutto andrà per il meglio, quali saranno le tappe conclusive? Quale la scansione temporale? Le elezioni comunali slitteranno di un anno?
CR: Dovesse passare la votazione consultiva – e me lo auguro di cuore – dovremmo superare indenni anche la votazione in Gran Consiglio, senza dimenticare eventuali termini di ricorso e, da quel che pare di capire, le elezioni comunali verranno posticipate a fine 2012 oppure ad aprile 2013. Trovo questo modo di agire logico e sensato.

FDM: Parliamo dei possibili “incidenti di percorso” e in particolare delle difficoltà create dal comune di Cadro.
CR: Cadro e Sonvico, inseriti inaspettatamente dal Cantone nel progetto nel 2008, rappresentano ora, nell’ottica cantonale, un tassello importante dell’aggregazione; tradurrebbero in realtà la visione cantonale dei 4 poli regionali, perlomeno qui nel Luganese. E’ però un discorso che obbliga gli enti locali ad abituarsi a ragionare in modo “regionale” e quindi le reazioni di pancia e le barricate partitiche non sono ammesse. Neanche i protagonismi e i coinvolgimenti personali. Il Municipio di Sonvico ha dimostrato apertura e disponibilità al dialogo. Per l’atteggiamento di quello di Cadro invece, le domande da porsi sono molte, ma ci stanno pensando, egregiamente mi sembra di poter dire, i cittadini del paese.

FDM: Ci illustri anche il caso di Villa Luganese, ormai da tempo risolto.
CR: Il progetto di Villa Luganese – che vide la luce dopo il nostro – fu pure ostacolato dalla mancanza di contiguità, a quei tempi detta “macchie di leopardo”. Dopo essere stato dibattuto in Gran Consiglio, la Commissione delle aggregazioni si chinò seriamente sul problema e diede il via libera.

FDM: Non sarebbe stata ipotizzabile un’aggregazione della Val Colla con il nuovo comune di Capriasca?
CR: Nonostante il comune di Capriasca abbia ricevuto per ben due volte il contributo cantonale, non si posiziona di certo tra i comuni in grado di rispondere alle prospettive di un’ulteriore aggregazione, soprattutto dal punto di vista finanziario. Ciò non toglie che vi siano ottimi legami e sinergie con Capriasca, ad esempio la SME di Tesserete, il Consorzio Casa per anziani e un buon tratto di contiguità del territorio con il Comune Valcolla.

FDM: Cherubina “Kerry” Ravasi, Giovanna d’Arco della Val Colla, leader dei fautori dell’aggregazione, il suo lungo e caparbio impegno sta per andare a buon fine. La battagliera Kerry potrà avere un ruolo e una carica politica nell’ancor più grande Lugano?
CR: Dal 1995 sono Sindaco di Cimadera, membro di Esecutivo e anche se di un paese finanziariamente debole, ho agito – con i miei colleghi di Municipio – cercando di proporre progetti interessanti o trovare soluzioni che agevolassero la vita dei miei compaesani. Sono quindi sempre stata esecutrice, non riuscirei forse neanche ad “imparare” altro … Il discorso Lugano è fuori da ogni mio pensiero.

FDM: Dopo 11 anni intensi lei è ormai a un passo dalla vittoria. Può dire oggi: “Io ci ho creduto sin dal primo giorno”?
CR: SI, ci ho creduto e ci credo!

FDM: Che cosa saprà dare la Val Colla a Lugano?
CR: Posso scherzare un pochino? No? Sarà una sfida per Lugano. Un cambiamento drastico nel suo spazio e nella struttura geografica in quanto al centro urbano si affiancherà il rurale. Sotto certi aspetti, siamo ancora una comunità a dimensioni non propriamente strutturata, rudimentale, quindi vera, sincera, magari anche un po’ egoista, perché – anche con questo progetto – costantemente alla ricerca della “felicità”. In questo mondo che cospira apertamente contro la fiducia, credo che la Val Colla ne saprà dare di fiducia alla città, anzi ne sono sicura.

FDM: E, simmetricamente, che cosa darà Lugano alla Val Colla?
CR: Posso continuare a scherzare? Un aumento del “nostro” PIL, prodotto interno lordo, quella misura che ci dice quanto denaro in più spenderemo, noi Colèta, col diventare luganesi a pieno titolo. Ma no, piuttosto, accesso ai servizi, interventi e facilitazioni di trasporto con il centro e una corretta e moderata spinta verso un turismo sostenibile, bilanciato tra spazio urbano e verde…

FDM: Per finire, ci racconti la sua Val Colla di 50 anni fa. Le concedo di essere nostalgica, se lo desidera.
CR: Era il posto delle fragole, dei mirtilli e dei funghi. Di cieli pieni di stelle e notti buie come non se ne vedono più da tempo. Di giornate estive passate nei prati di fieno secco che i nonni portavano in stalla per la mucca e a leccare le foglie di faggio con la panna del latte appena munto. Di poche macchine in strada, e di bambini che volevano andare a Lugano appena possibile a mangiare i “pezzi duri di gelato” …

FDM: Ora immagini per noi e con noi la nuova Val Colla, divenuta ormai “quartiere” di Lugano!
CR: La nuova Val Colla! Chissà? Popolata dagli stessi uomini “modernamente” attaccati al PC, alla TV e al cellulare (non tutti, non tutti), pronti ad un cambiamento, ad un’innovazione non da poco, che si son fatti una ragione – anche i più recalcitranti di qualche tempo fa – della nuova situazione e che cercano di affrontarla in modo attivo ed efficace. Ci vorrà tempo? Naturale, ogni cambiamento veramente profondo e radicale lo richiede.
E sempre l’occhio attento e vigile al territorio, il nostro patrimonio!

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