La discussione sul Preventivo 2012 del Cantone sta riaprendo un dibattito centrale per lo sviluppo futuro del nostro Paese.
La situazione finanziaria cantonale sarà nel 2012 fortemente condizionata e gravata da nuovi e cospicui oneri riversati dall’alto: il finanziamento degli ospedali privati che comporta una spesa aggiuntiva di 85 milioni di franchi, il mancato riversamento dei benefici da parte della Banca Nazionale e la riduzione della quota cantonale sulla perequazione delle risorse che comportano minori introiti di 72 e rispettivamente 15 milioni.

Già solo questi tre elementi creano un aggravio di 173 milioni a un conto di gestione corrente ben lontano dal pareggio strutturale. Costi non determinabili a livello cantonale e di fatto semplici aggravi diretti senza possibilità di confronto democratico.
Nell’ambito della discussione sul Preventivo è quindi legittimamente stato aperto il campo a una eventuale (auspicabile?) partecipazione dei Comuni a questa evoluzione di scarico di oneri da parte dell’autorità superiore.

Leggendo nel federalismo verticale (Confederazione-Cantoni-Comuni) principi di cooperazione e solidarietà, valori centrali dello sviluppo del nostro Paese, risulterebbe infatti implicito cercare soluzioni di ripartizione di queste nuove spese. Cantone e Comuni sono partner nella gestione dello sviluppo del Ticino?
L’evoluzione finanziaria negativa del Cantone è pericolosa per il futuro dei Comuni medesimi?
I Comuni necessitano di un’autorità cantonale in salute finanziaria e capace di lavorare quale partner nella crescita del Ticino.
Parimenti lo Stato centrale regionale, quindi il Cantone, abbisogna di Comuni forti, intraprendenti e capaci di far fronte a un crescente numero di compiti connessi alla prossimità al cittadino e alla gestione sostenibile della propria realtà territoriale.
L’odierna situazione ci pone di fronte a un bivio. L’immobilismo non è pagante, ma prima di agire occorre avere una chiara visione di quale sviluppo vogliamo realizzare nel prossimo decennio.
Intraprendere una via di latente competizione volta a garantire una fiscalità al ribasso e la massima operatività alla propria realtà, intesa come Comune o Cantone?
Oppure sviluppare una manovra volta a garantire una reale partnership tra i due livelli istituzionali con l’obiettivo di ottimizzare la ripartizione e lo svolgimento dei compiti, e di conseguenza la gestione dei flussi finanziari?

La domanda è aperta. Fermiamoci un momento e definiamo la via da intraprendere cogliendo la situazione attuale come un’opportunità. L’interesse superiore è quello di offrire ai ticinesi, e di riflesso alla Svizzera, una realtà nella quale il sistema Stato sia ben organizzato e sostenibile nella gestione finanziaria.
Ci troveremmo nel paradosso se a livello comunale, con la diminuzione costante dei moltiplicatori, fossimo felici di pagare meno imposte, ma nel contempo il Cantone aumentasse il proprio prelievo fiscale, magari anche in maniera superiore di quanto abbiamo risparmiato a livello comunale.

Marco Romano, segretario cantonale PPD e direttore Popolo e Libertà