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Il governo rivela la strategia energetica per assicurare l’approvvigionamento del paese dopo l’uscita, entro il 2035, dal nucleare. Il Consiglio federale punta soprattutto alla riduzione dei consumi e al riguardo ha definito una serie di obiettivi concreti.

Cinque sono le centrali nucleari che verranno smantellate entro il 2035: Beznau I e Beznau II (canton Argovia), Mühleberg (canton Berna), Leibstadt (canton Argovia), Gösgen (canton Soletta). La procedura di selezione dei siti destinati ad accogliere le scorie radioattive a seguito dello smantellamento durerà 4 anni e non 2 anni e mezzo come era stato previsto.

Industrie e servizi dovranno poter risparmiare 16 Terawatt di energia entro il 2020 e 33 TWh entro il 2035, così come 5 TWh e 13 TWh di elettricità per le medesime scadenze.
Il secondo potenziale risparmio è individuato negli stabili, con 13 TWh entro il 2020 e 28 TWh entro il 2035 per l’energia di riscaldamento. A questi si aggiungono 2 TWh e 7 TWh per l’elettricità.
Segue la mobilità, con un potenziale di 4 TWh e 11 TWh. Infine, gli apparecchi domestici dovranno emettere 0.5 Terawatt entro il 2020 e 1 TWh entro il 2035.
La produzione di energie rinnovabili va aumentata di almeno 4 TWh entro il 2020 e di 13 TWh entro il 2035 tramite l’adattamento della promozione di energia verde nella rete di alimentazione. Il Consiglio federale pensa anche allo sviluppo del settore geotermico.
Per le energie fossili, il governo punta sulle centrali a gas e avverte che se sono utili per stabilizzare la rete occorrerà maggiore flessibilità sulla compensazione all’estero di Co2 emesso dalle centrali a gas a ciclo combinato. Quelle che usano il ciclo calore-forza dovranno produrre sino a 7 TWh di elettricità entro il 2035.

Il governo vuole un’associazione stretta fra la Svizzera e la rete elettrica europea. Al riguardo intende studiare una strategia nazionale. Il Dipartimento dell’Interno è stato incaricato di studiare e presentare entro il prossimo anno un piano d’azione sulla ricerca energetica coordinata.