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Soft golpe a Camorino. Oppure nessun golpe. Incominciamo col dire che i media (come al solito) non avevano capito niente. La Direttiva PLR non doveva affatto designare il presidente del partito, che arriverà tra qualche mese dopo la solita trafila statutaria, bensì un “vicepresidente trainante”.

Dopo un’attesa piuttosto lunga in uno scomodissimo corridoio (i giornalisti non godono in linea di massima di grande considerazione e con loro non si fanno troppi complimenti) sono stato ammesso – con i compagni di sventura del gregge – al cospetto dei dirigenti del partito. Poche parole da parte del presidente dimissionario Gianora, parecchie da parte della comunicatrice ufficiale Maristella Polli, che parla bene, con sicurezza.

• I tre vice già esistenti (Solcà, Steiger e Polli) restano in carica “per amore del partito”.
• I due candidati alla vicepresidenza trainante erano Michele Morisoli e Gabriele Gendotti. Sono stati ascoltati per ore dalla dirigenza.
• Michele Morisoli si è ritirato.
• Gabriele Gendotti è stato eletto (più esattamente : proposto per l’elezione al Comitato cantonale di mercoledì 7 dicembre) con 16 voti favorevoli, 8 contrari e 4 astenuti.
• Avete domande? Poca cosa. Io non domando nulla.

A questo punto è d’obbligo notare l’esistenza di un’agguerrita opposizione. La nomina non è andata liscia come l’olio. Su 28 aventi diritto ben 12 non hanno votato Gendotti. Ed è ugualmente opportuno osservare come il peso politico del “quarto” vicepresidente sia nettamente superiore a quello degli altri.
L’eletto rilascia una breve dichiarazione: “Quando il partito chiama e ha bisogno io ci sono sempre. La mia funzione sarà quella di coordinare le attività e galvanizzare la squadra. NON farò il presidente ad interim. A Lugano e nel Mendrisiotto il partito è in difficoltà, bisognerà provvedere. Le idee della Lega non sono condivisibili ma hanno democraticamente il diritto di essere espresse; i metodi della Lega sono invece inaccettabili”. Repetita iuvant.

Alla fine (tutti scappano come il vento) saluto cortesemente colui che per circa otto anni è stato il mio capo.
– Buonasera onorevole! – Io continuo a chiamarlo così.
– Oh salve. Adesso Lei fa il giornalista?
– Soltanto per hobby, onorevole. Sono un professore e un giocatore di bridge.
– Lo so bene. Che cosa scriverà?
– Ahimè, niente di buono per Lei. Dovrà conquistare il consenso a Lugano, pensa di riuscirci?
– Certamente. Ho fatto molte cose buone a Lugano, e lì ho anche molti sostenitori.
– Ha letto le dichiarazioni del presidente distrettuale Benicchio? Ha detto che si dimetterà!
– Sì, ma è la sesta volta che lo dice. Non si dimetterà.
– Non c’è vera scissione ma l’ala liberale del partito si sta sfilacciando… Un liberale può andare in qualsiasi partito, anche nell’UDC, ma non nella Lega. Questo è impossibile!
– In vent’anni, dico 20, avete trovato il modo giusto per combatterla?
– No, ma loro hanno mezzi che noi non abbiamo. (Frase ambigua. Alluderà al denaro? O alla sfrenata aggressività, alle parolacce, ai ricatti?)
– Molti se ne sono andati…
– A un certo punto, sa, chi vuole andare… bisogna forse lasciarlo andare!
– Corro a scrivere l’articolo. Tanti auguri onorevole!

La mia personale impressione è che con questa mossa i radicali, attualmente dominanti nel partito, vogliano ipotecare la presidenza. Golpe? Forse no, al massimo mini-soft-golpe.
Gendotti a Lugano fallirà certamente e la situazione sarà peggiore di prima. Ma questo non glielo dico, non voglio rattristare il mio ex capo.

Non ci hanno offerto nemmeno un caffè. Ma che cos’è un giornalista? Uno per hobby, poi! Quantité négligeable.

Francesco De Maria