Il 24 dicembre 2005 aveva ucciso sua madre, un’amica di sua madre e sua sorella. Il corpo di quest’ultima non è mai stato ritrovato. Non ha mai confessato. Il Tribunale federale ha confermato la condanna all’ergastolo per l’omicida di Vevey, scaturita da ben due processi.

Il secondo, celebrato nel 2008, era stato un processo di revisione, ottenuto dalla difesa grazie alla testimonianza tardiva di una panettiera, che avrebbe visto la madre e la sorella in un’ora in cui, secondo la ricostruzione degli inquirenti, sarebbero dovute essere già morte. Il processo del 2008 giudicò tale testimonianza “non credibile” e la suprema istanza ha confermato tale giudizio.

Mon Repos doveva unicamente valutare se acquisizione delle prove e la costatazione dei fatti fosse stata eseguita conformemente alla legge e se fossero stati tutelati i diritti dell’accusato. La sentenza di 38 pagine non ha alcun dubbio in proposito ed allontana qualsiasi sospetto di irregolarità. Ma l’avvocato difensore Robert Assaël (nella foto) non si arrende e ricorrerà alla Corte europea dei diritti dell’uomo (Strasburgo). “È stato commesso un vero e proprio errore giudiziario” ha dichiarato.

(Fonte: Le Temps)