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Ma chi l’avrebbe mai detto: Christian Levrat, presidente del partito socialista svizzero, si è recentemente accorto che in Ticino e a Ginevra c’è un problema di frontalierato.

A parte che definire solo “un problema”, in un Cantone come il nostro, 52mila frontalieri, cui vanno aggiunte 20mila notifiche di lavoro di breve durata all’anno, significa essere molto, ma molto ottimisti. Davanti a cotanto improvviso risveglio invernale ci si potrebbe limitare a commentare: “dopo le decima fetta…”.
Invece Levrat e compagni non se la possono cavare così a buon mercato. Infatti il partito socialista, arrecando ai lavoratori ticinesi (e non solo) un danno incalcolabile, ha sempre sostenuto ad oltranza la libera circolazione delle persone, accecato dalle proprie paturnie internazionaliste ed egualitariste.
Anzi: chi, ovvero la Lega dei Ticinesi ed il Mattino della domenica, mettevano in guardia contro quelle che sarebbero state le ovvie conseguenze della libera circolazione delle persone per i lavoratori ticinesi e residenti in Ticino, non solo era bugiardo, ma era anche becero, populista e razzista.

Per il partito socialista abbattere le frontiere è cosa buona e giusta, sempre e comunque: e chissenefrega se le conseguenze sono disoccupazione tra i ticinesi e criminalità d’importazione. Le misure accompagnatorie, sentenziavano i Sinistri montando in cattedra con la consueta sicumera professorale, metteranno tutto a posto. Le misure accompagnatorie si sono invece dimostrate completamente insufficienti, un fallimento su tutta la linea. Il Consiglio federale, per paura di irritare i suoi padroni europei, non ne vuol sapere di rivedere gli accordi bilaterali né di ricorrere alle clausole di salvaguardia.

Davanti al disastro, è troppo facile – dopo aver negato ad oltranza – cambiare bandiera come si cambia la biancheria. Il partito socialista, e non solo lui, ha sempre e fortissimamente voluto la libera circolazione delle persone. Adesso deve quindi assumersi le proprie responsabilità, anche sottoforma di perdita dei voti di chi è stato illuso e mazziato.
Cambiare di colpo versione, sposare le tesi che fino al giorno prima si erano non solo contrastate, ma denigrate come becere, populiste e razziste, e questo nel patetico tentativo di tamponare prevedibili emorragie di consensi, non inganna nessuno.
Bene dunque hanno fatto i giovani socialisti a protestare contro la sortita del loro presidente. Davanti al disastro provocato in Ticino e a Ginevra dalla libera circolazione delle persone, il P$$ deve fare fronte alle proprie responsabilità. Che sono pesanti. Troppo facile tentare di cambiare cavalcatura dopo aver visto le proprie tesi del “sono tutte frottole populiste e razziste” smentite clamorosamente dai fatti.
Va da sé che i giovani socialisti, dopo aver giustamente redarguito Levrat per l’atteggiamento da voltagabbana, potranno anche spiegare ai loro coetanei ticinesi per quale motivo loro, i giovani ticinesi, rimangono in disoccupazione mentre il numero dei frontalieri aumenta sempre più.

Lorenzo Quadri
Consigliere nazionale Lega dei Ticinesi