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Fatte le debite proporzioni, l’Unione europea comincia ad assomigliare sotto molti punti di vista alla Jugoslavia di Tito. E in questi giorni le ragioni per comparare l’incomparabile non mancano di certo.

E’ quanto scrive il quotidiano serbo Politika : “Come nei Balcani degli anni ottanta, gli squilibri interni e il deficit democratico stanno portando a una paralisi istituzionale. Mentre l’Unione europea cerca di rafforzare il controllo del centro sulla periferia, le derive nazionaliste e le crescenti incompatibilità fra gli Stati membri minacciano le sue basi.
Berlino e Parigi, come un tempo Belgrado e Zagabria, sono i pilastri di questa Unione, nonostante i dissensi che esistono fra loro. Inoltre i rapporti non sono molto pacifici fra i paesi finanziariamente più responsabili e quelli che preferiscono spendere, così come fra i paesi più o meno sviluppati dell’Ue. Tutto ciò assomiglia molto ai processi che hanno portato alla dissoluzione della Jugoslavia.
… Il crollo della Jugoslavia è frutto in gran parte dei suoi squilibri. Oggi l’Unione europea cerca di evitare lo scenario balcanico. Se l’UE non conoscerà la stessa sorte della Jugoslavia, sarà perché in Europa la guerra è inimmaginabile.”