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La recente notizia dell’interesse mostrato dalle AIL all’acquisto da ALPIQ del pacchetto di maggioranza della Società Elettrica Sopracenerina è di grande rilievo.

La SES distribuisce nel proprio comprensorio oltre il 25% dell’energia consumata in Ticino, su una porzione assai significativa del territorio a Nord del Ceneri. L’acquisto del pacchetto di maggioranza da parte delle AIL significherebbe subordinare all’azienda di distribuzione Luganese gran parte dei Comuni del Sopraceneri per quanto concerne la distribuzione di energia elettrica.
Anche alle condizioni attuali gran parte degli utili della SES viene distribuita oltralpe (ogni anno dei 12 milioni di utile della società il 60% viene attribuito ad ALPIQ), mentre potrebbe essere reinvestita sul nostro territorio migliorando le infrastrutture di distribuzione e fornendo ulteriori servizi. Ma proprio per questo i Comuni del comprensorio SES devono reagire attivamente agli appetiti mostrati dalle AIL.
Non solo l’energia elettrica è ormai divenuta un bene comune indispensabile per tutti (e per fortuna negli anni Cinquanta alcune persone lungimiranti hanno creato l’Azienda Elettrica Ticinese, vero tesoro di cui disponiamo nel nostro Cantone nell’ambito della produzione), ma anche il servizio di distribuzione dell’energia è un bene comune di pubblica utilità di fondamentale importanza. Un bene comune che va gestito localmente, dalle regioni e dai Comuni sul territorio dei quali deve essere portata e distribuita l’energia elettrica.

Tutto ciò deve indurre, prima che sia troppo tardi, i Comuni del comprensorio SES a coalizzarsi per rivendicare il riscatto delle linee elettriche sul loro territorio. Si tratta di un capitale di enorme importanza, di infrastrutture che servono agli enti locali e alla popolazione. Non è opportuno, e nemmeno auspicabile, che per disporre di un servizio pubblico di tale importanza si debba dipendere da altri. Ciò sta peraltro già avvenendo come conseguenza di alcune fusioni comunali, grazie alle quali parte degli impianti SES verranno riscattati da altre aziende locali di distribuzione (come ad esempio accade nel caso della CEF di Faido).
Per i Comuni interessati non si tratta soltanto di una questione di necessità, bensì anche di dignità e lungimiranza! Confrontati con una gestione locale sempre più ridotta e impotente poiché espropriata di molte competenze, i Comuni, soprattutto periferici, perdono di vigore e vitalità. Questa è l’occasione per recuperare una parte importante delle prerogative di gestione del proprio territorio, per di più con riferimento ad un servizio che potrebbe essere ulteriormente migliorato (prezzi inferiori, contatti con la clientela, manutenzione, rinnovo e messa in cavo delle linee aeree) e che frutta attualmente diversi milioni di franchi, buona parte dei quali direttamente girati oltre Gottardo.
Ciò permetterebbe di mantenere posti di lavoro sul territorio e di garantire ulteriori prestazioni a tutto vantaggio delle comunità locali (sfruttando, ad esempio, le varie sinergie possibili con la distribuzione dell’acqua potabile, con la manutenzione di impianti di risalita, ecc., dove un maggior coordinamento e una maggiore complementarietà delle competenze tecniche risulta sempre più indispensabile).

Forse non ci si pensa spesso, ma a nessuno verrebbe in mente di delegare la distribuzione dell’acqua potabile ad un’azienda privata, e nemmeno al Cantone. La coscienza del servizio dell’acqua potabile come bene comune fondamentale è infatti generalmente ben radicata. Lo stesso deve valere per la distribuzione di energia elettrica.
Ciò a maggior ragione per quella parte di territorio ticinese già energeticamente più sfruttata (produzione idroelettrica), e che attualmente permette ad altri di trarre lauti guadagni anche per quanto riguarda la distribuzione dell’energia.
Un’alternativa potrebbe anche essere quella di acquistare il pacchetto azionario da parte dei Comuni del comprensorio SES, per diventarne proprietari. Proprio per questo dobbiamo cogliere l’occasione di diventare maggiormente protagonisti del nostro destino e capire quanto sia importante un’intesa e un coordinamento tra gli enti locali.
Per ora la vendita del pacchetto azionario da parte di ALPIQ potrebbe non più essere attuale, ma in ambito energetico le cose evolvono in fretta. I segnali non mancano: meglio non perdere tempo, prima di svegliarci sotto un nuovo padrone.

Giacomo Garzoli, deputato PLR in Gran Consiglio