Onorevoli Municipali,

gli organi di informazione hanno riferito che nelle fasi iniziali di un convegno organizzato all’USI sul tema “Politica e Giustizia” il procuratore capo di Torino Giancarlo Caselli è stato contestato con veemenza da una trentina di persone del centro sociale il Molino. La contestazione è sfociata in vie di fatto in uno scontro con le forze di polizia presenti fuori dell’ateneo cittadino.

Non vogliamo entrare negli argomenti della contestazione, che per altro possono anche
essere condivisibili, ma piuttosto soffermarsi su un modo di protestare che con la civiltà
non ha nulla a che vedere. Purtroppo non è la prima volta che si verificano situazioni simili,
basti pensare ai fatti accaduti circa due anni fa all’Hotel Pestalozzi.

L’inchiesta in corso chiarirà con certezza la relazione tra coloro che occupano il centro
autogestito sul sedime dell’ex Macello pubblico e i fatti di cui sopra. Stando a quanto
emerso dai media, pare certo il coinvolgimento di alcuni autonomi che regolarmente
frequentano il centro autogestito di Viale Cassarate. In qualunque modo dovesse
concludersi questa indagine, reputiamo importante riaprire il dibattito politico sulla
situazione che caratterizza oggi il sedime dell’ex Macello pubblico.

È proprio vero che talvolta “non c’è nulla di più definitivo delle cose provvisorie”.
L’occupazione dell’area dell’ex-macello da parte degli autogestiti è infatti stata considerata
come provvisoria circa una decina d’anni fa. Siamo consapevoli che si tratta di una
questione delicata e non di facile soluzione ma vi sono diversi evidenti motivi per i quali
urge un intervento da parte dell’autorità comunale nell’area dell’ex-macello.

Proviamo a riassumere questi motivi:
· la situazione di completa illegalità e inadempienza a svariate norme e leggi in
occasione di manifestazioni aperte al pubblico pagante;
· il fastidioso disturbo alla quiete pubblica, soprattutto durante le ore notturne, che si
manifesta in occasione di manifestazioni;
· la situazione di oggettiva pericolosità della struttura in presenza di un forte afflusso
di persone;
· l’avere uno spazio molto pregiato in centro città caratterizzato dalla sua architettura
industriale, oggi di valore, a pochi passi dall’università, dal liceo, dal fiume
Cassarate e dal parco Ciani in totale stato di incuria e fatiscenza;
· l’attuale situazione non permette a tutti i cittadini di vivere e frequentare quel
comparto di città;
· come presumibile l’attuale situazione consente un punto d’appoggio a chi compie
atti illeciti come è stato il caso di lunedì sera all’USI o all’Hotel Pestalozzi.

L’obiettivo di questa nostra interpellanza non è quello di mettere in discussione
l’importanza di avere una città viva, cosmopolita che offra possibilità di divertimento e
svago lasciando esprimere a 360° qualsiasi forma di espressione artistica e musicale,
compresa quella alternativa. Molte città svizzere e all’estero dispongono di importanti centri
autogestiti – e ciò potrebbe essere giustificato anche per la città di Lugano – in cui
numerosi giovani possono riunirsi e passare momenti di condivisione di vario tipo, ma in
strutture che nulla hanno a che vedere con il degrado che attualmente caratterizza l’area
dell’ex-macello. La nostra non vuole assolutamente essere una lotta ideologica contro i
movimenti autogestiti o le forme artistiche alternative, ciò che ci muove è solo e
semplicemente la volontà di finalmente risolvere una situazione che così non è più
accettabile.

Date queste premesse ed avvalendoci delle facoltà concesseci dalla LOC, ci permettiamo
di interpellare il lodevole Municipio ponendo le seguenti domande:
1) Corrisponde al vero che i manifestanti che hanno interrotto la conferenza all’USI in
forma assolutamente non civile hanno avuto quale punto d’appoggio gli spazi
dell’ex Macello?
2) Il Municipio è ha conoscenza che a seguito degli scontri avvenuti all’USI alcuni
agenti della polizia comunale e cantonale sono stati aggrediti dai manifestanti?
3) Il Municipio come intende ovviare a queste situazioni, che puntualmente
danneggiano l’immagine della città e delle sue istituzioni?
4) Il Municipio condivide le motivazioni elencate nel testo della presente interpellanza
per le quali si ritiene necessario un intervento delle autorità sul sedime dell’ex
macello?
5) Come mai e quali sono i motivi per cui l’esecutivo cittadino non riesce a prendere
decisioni progettuali sul futuro del prezioso spazio dell’ex Macello?
6) Il Municipio non ritiene di dover finalmente chinarsi su questa problematica
trovando una soluzione ideale?

Michele Bertini, Peter Rossi consiglieri comunali PLR