Una lista segreta contiene le destinazioni dei patrimoni di numerosi ex clienti americani di UBS. La banca smentisce le voci secondo le quali essa stessa avrebbe fornito tali dati alle autorità USA. Allora si potrebbe pensare alla Finma, che tuttavia tace.

Lo scorso 30 gennaio è scaduto il più recente ultimatum americano alla Svizzera: 11 importanti banche avrebbero dovuto consegnare i nomi di tutti i loro consulenti alla clientela aventi avuto contatto con evasori fiscali. Alcuni nomi sono conosciuti: il Credito Svizzero, la Julius Bär, la Wegelin e le banche cantonali di Zurigo e Basilea. La soluzione dell’aspro contenzioso sembra lontana.

Tutto incominciò il 18 luglio 2008, allorché il manager UBS Marc Branson andò a scusarsi davanti al Senato USA per il comportamento della banca e promise che cose del genere non sarebbero mai più successe. Nel contempo l’UBS inviò una lettera ai suoi clienti americani, nella quale comunicava che i loro conti sarebbero stati chiusi e li invitava a scegliersi per i loro capitali una nuova collocazione. I versamenti in contanti non avrebbero potuto superare i 50.000 franchi.

L’UBS provvide a bloccare tutto il suo apparato americano. I consulenti non ebbero più accesso ai conti dei loro clienti e fu loro proibito – sotto minaccia di licenziamento in tronco, ciò che almeno in un caso si verificò – di prendere contatto con gli stessi. I collaboratori UBS che lasciarono la banca, tuttavia, continuarono a operare come gestori patrimoniali o come impiegati di altre banche, portandosi appresso una larga parte della loro clientela, che fecero approdare ad altri istituti, proprio quelli che oggi sono nel mirino delle autorità americane.

L’UBS però – e questo sino ad oggi nessuno lo sapeva – ha dovuto fornire, mese dopo mese, alla Finma i nomi delle banche verso le quali venivano trasferiti i fondi. In questo modo nacque una “lista d’uscita” segreta per i clienti USA di UBS contenente i loro nomi, i loro capitali e le nuove banche di destinazione.

A questo punto si pongono due questioni cruciali. La lista è stata consegnata agli americani? In caso affermativo, chi l’ha consegnata? L’UBS o la Finma? L’UBS nega con forza, ammettendo unicamente di avere informato gli USA circa l’ammontare complessivo dei patrimoni di provenienza americana custoditi in Svizzera.

Quanto alla Finma, il suo portavoce Tobias Lux alla domanda “È stata la Finma a consegnare la lista?” ha risposto: “Non confermo né smentisco la sua ipotesi”. Molto inquietante.

(Fonte: Tagi)