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Le conseguenze della politica della Federal Reserve, la Banca centrale degli Stati Uniti, si sono tradotte in questi ultimi decenni in una distruzione sistematica del dollaro, nell’impoverimento dei cittadini americani e in un asservimento dello Stato federale, sempre più zavorrato dai debiti.

La Fed beneficia di poteri esclusivi : definisce i tassi d’interesse negli Stati Uniti, controlla la massa monetaria e concede aiuti miliardari a colossi bancari in difficoltà malgrado il parere negativo del Congresso americano.
E’ un organismo detenuto dalle banche in un quadro giuridico mantenuto volontariamente nebuloso, allo scopo di mascherare una realtà sgradevole e che disturba, ossia che a manovrarla è il settore privato.
Molte banche negli Stati Uniti sono in parte o totalmente di proprietà di privati cittadini – oppure di Stati – esteri. La Federal Reserve si trova dunque in parte guidata da entità non americane.

Di fatto, siccome nella sua eterna ricerca di liquidità il governo di Washington deve per forza di cose rivolgersi alla Federal Reserve, questo governo consegna buoni del tesoro alla Banca centrale, in cambio di moneta stampata a partire dal niente.
Una condanna per il governo americano a indebitarsi ulteriormente e a subire un aggravamento del carico del suo debito, in una spirale i cui benefici vanno esclusivamente alla Fed.
Mentre nel 2011 il governo americano si caricava di oltre 450 miliardi di dollari a titolo di soli interessi su debito pubblico, la Federal Reserve realizzava immensi profitti con la vendita dei buoni del tesoro, sia agli Stati Uniti che ai paesi esteri.
Una meccanica perenne e ben collaudata, che da quasi un secolo arricchisce il mondo della finanza.

Il debito nazionale degli Stati Uniti è stato moltiplicato per 5’000 volte dall’istituzione della Fed, nel 1913, per il massimo vantaggio dei suoi azionisti e per la disgrazia dei cittadini e di chi investe nei buoni del tesoro americano. Queste persone hanno visto – in un secolo- il loro capitale liquefarsi a causa della perdita di valore del dollaro di oltre il 90%.
E’ più che legittimo chiedersi se la Banca centrale statunitense altro non sia che un cartello occupato a salvaguardare interessi molto particolari.

(Fonte: The Huffington Post)