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L’ultimo Osservatorio trimestrale sui dati economici italiani, rileva che dopo due trimestri di crescita negativa l’Italia è ufficialmente in recessione.

Un debito di quasi 1’900 miliardi, finanziato da oltre 1’600 miliardi di titoli di Stato e da una pressione fiscale al 42,6%, si legge sul portale d’informazione economica vonmises.it: “Una bilancia commerciale negativa da sette anni, inflazione al 3,7% e la disoccupazione al 8,9%, che colpisce i giovani con meno di 25 anni per il 31%.
Oltre agli aspetti più eclatanti ve ne sono altri che dipingono a tinte fosche il Sistema Italia. Fra questi lo sbilancio fra entrate e uscite. Nel 2011 il disavanzo si è affacciato per ben otto mesi su 12, e per quattro le spese hanno superato gli introiti di oltre 18 miliardi.

… Giusto per elencare altri elementi di apprensione, tra febbraio e aprile 2012 giungeranno a scadenza ben 145 miliardi di titoli di Stato, che dovranno essere ricollocati sperando nella benevolenza dei mercati e delle condizioni di rifinanziamento della Banca Centrale Europea.
Preoccupante è la frenata della crescita, che la crisi ha fortemente minato nel 2008 e 2009. Da quel momento l’Italia non si è mai risollevata, ha tentato un debole rimbalzo che è già terminato.
Dopo due trimestri di crescita negativa, l’Italia si trova in recessione.

In un Paese dove la Pubblica Amministrazione ha raggiunto dimensioni elefantiache, la misura migliore per crescere sarebbe liberare risorse, diminuire la spesa, restituire all’iniziativa privata la gestione di attività che non trovano nel pubblico efficienza ed economicità. Purtroppo però la realtà è un’altra.
I governi tecnici o politici (ben 5 tecnici e 6 politici) che si sono succeduti hanno trovato più facile raccogliere i fondi dalle tasche dei cittadini che procedere a significativi tagli strutturali.”