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Oramai ci siamo abituati. I preventivi dello Stato, regolarmente smentiti, prevedono situazioni gravi, anzi gravissime, con deficit di centinaia di milioni di franchi e di conseguenza la necessità di intervenire.

La correzione poi non viene prospettata, come sarebbe ragionevole e saggio, con misure di risparmio, ma con l’altra strada percorribile: tasse e balzelli. È ancora fresca la richiesta di una partecipazione da 40 milioni di franchi ai Comuni, osteggiata da Chiasso ad Airolo, ma non ancora del tutto messa nel cassetto.
Sembra che l’esecutivo voglia correggere il tiro offrendo qualche contropartita con potere decisionale agli enti locali, cosa che all’origine non era data.
Sulle uscite influirà l’impegno per risanare la Cassa pensioni dello Stato nonché i minori introiti dalla Banca nazionale e da Berna in generale. Incideranno, e questo è oramai acquisito, la ventina di milioni che mancheranno alla voce «amnistia sepolta».
Le responsabilità per il suo recente affossamento in Gran Consiglio sono numerose e concernono partiti e singoli deputati. Certo è che la direttrice del DFE, e con lei i gruppi PLRT e PPD, hanno dimostrato scarso realismo e lungimiranza, e pure superficialità, permettendo imprevisti spostamenti di argomenti all’ordine del giorno e non usando il pallottoliere per contare in voti favorevoli e contrari.

La Lega da parte sua è stata incoerente in una rivendicata coerenza: da apprezzata portabandiera degli sgravi come è sempre stata, ha contribuito a bocciare una soluzione pragmatica in favore sia del contribuente che dello Stato: rimpolpare le casse di Cantone e Comuni e nel contempo dare una spinta all’economia grazie all’immissione di capitali freschi. È triste constatarlo: hanno prevalso gli interessi di bottega.
Dopo la presentazione del Preventivo 2012, Linee direttive e Piano finanziario, i media avevano messo l’accento sul fatto che non ci sarebbero stati inasprimenti fiscali. Nelle intenzioni tuttavia non era proprio così.
La responsabile delle finanze cantonali in un’intervista aveva affermato: « L’obiettivo di riequilibrio dei conti cantonali richiede un ricupero di risorse di 22 milioni di franchi che potranno derivare da nuove entrate, sia fiscali, sia di altra natura, in particolare tasse causali e redditi sulla sostanza».

Proprio così! Altro che sgravi! Vuoi vedere che aumenteranno ancora tasse e balzelli come avvenuto pochi anni or sono, con la scusa dell’incombere di situazioni economicamente tragiche che poi alla prova dei fatti tragiche non lo sono per nulla?
È di questi giorni (vedi l’arguto fondo di Fabio Pontiggia sul Corriere del Ticino del 21 marzo) la notizia che per il quinto anno consecutivo i conti consuntivi smentiscono clamorosamente i preventivi. Questa volta addirittura di 149,5 milioni di franchi.
Sembra proprio che l’onda lunga del tesoretto, spudoratamente negato a raffica dal 2007 ad oggi per ragioni politiche, non sia ancora esaurita del tutto.
In sostanza il fatto di avere delle situazioni positive e non negative deve rallegrare. La prudenza, dice un adagio popolare, non è mai troppa.
Ma errare è umano, perseverare diabolico. Qualche dubbio, se non proprio sulla volontà almeno sulla capacità di fare previsioni, è legittimo. Intanto il Piano finanziario prevede disavanzi importanti per tutto il quadriennio. Sempre la solita storia: è la credibilità che va a picco.

Tullio Righinetti
già deputato in Gran Consiglio