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Secondo Hans Schweickardt, presidente della società Alpiq, l’ultima parola sull’uscita della Svizzera dall’energia nucleare spetta di diritto al popolo.

Per il momento il Consiglio federale deve elaborare una politica energetica che contempli l’ipotesi di un’uscita dal nucleare – ha spiegato Schweickhardt in un’intervista sul domenicale romando Le Matin Dimanche.
In Svizzera, Alpiq detiene il 40% della quota della centrale nucleare di Gösgen, attiva dal 1979 e il 32% di quella di Leibstadt, entrata in funzione nel 1984.

Se nel 2035 la Svizzera può coprire i sui bisogni in maniera concorrenziale con le energie rinnovabili e una migliore efficienza energetica, Hans Schweickardt si dice pronto a guardare avanti : “Se non sarà possibile, avremo bisogno di grandi centrali a gas o nucleari, a dipendenza di cosa deciderà la popolazione.”
A suo dire, se non si riuscirà ad uscire dall’atomo nei termini impartiti a condizioni concorrenziali, allora “dovremo rivedere la decisione”.
E prima di una votazione nulla è deciso. L’ultima parola spetta comunque al popolo, insiste : “E’ la democrazia.”