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La disfatta economica della Svizzera penso non tarderà ad arrivare, con un Consiglio Federale così debole da inanellare una serie interminabile di episodi maldestri di politica interna ed estera.
La mancanza di strategie a lungo termine e leadership all’interno del Collegio Federale ci porta sempre più a perdere pezzi della nostra sovranità nazionale e dei nostri valori confederali
.

Esempi ve ne sono a iosa. Cito alcuni dei più eclatanti, dove il nostro Governo si mostra del tutto incapace di imporsi per paura di ritorsioni, sottostando quindi a palesi ricatti perpetrati da singoli stati o da istituzioni sovranazionali come l’UE.

Un primo esempio è l’accordo con la Germania sul traffico aereo, inerente l’aeroporto internazionale di Zurigo-Kloten. Ebbene, sono anni che un paio di villaggi tedeschi oltre confine tengono in scacco il nostro Paese e il traffico aeromobile internazionale da e per Zurigo.
Ancora oggi non siamo riusciti a contrastare con argomentazioni valide lo strapotere dei rappresentanti dei Länder tedeschi coinvolti in questa diatriba, gli stessi che in queste ultime settimane, con totale noncuranza, hanno inviato agenti 007 ad acquistare dati bancari di loro concittadini, facendosi beffe della sovranità del nostro Stato e delle norme basilari di diritto internazionale riguardanti lo spionaggio economico e industriale. Non contenti di ciò, hanno minacciato pure di affossare l’accordo di doppia imposizione.
Personalmente non sono favorevole a questo accordo, a differenza del Presidente dell’Associazione svizzera dei banchieri, signor Odier e del Presidente del CdA di BSI, signor Gysi, sostenitori e ideatori degli accordi Rubik.
Si tratta di accordi, a mio giudizio ma non solo, vista anche la reazione di ex e attuali dirigenti UBS, fatti senza tenere in debita considerazione la realtà clientelare e la loro reazione pratico-emotiva, che avrebbero dovuto essere analizzate e comprese a fondo nella realtà quotidiana, presso gli operatori direttamente a contatto con la clientela.
I primi segnali nefasti non tardarono a mostrarsi, appena dopo i proclami iniziali fatti mesi fa, nella piazza finanziaria di Zurigo prima e del Ticino poi, che hanno potuto assaggiare concretamente la disapprovazione della clientela germanofona ma non solo, in molti casi espressa attraverso una dislocazione patrimoniale verso altre località finanziarie del mondo, in Paesi meno sottomessi e più furbi di noi.

Ne vedremo delle belle anche quel giorno che firmeremo, ahimè, i contratti con l’Italia, quando ovviamente, sull’esempio di Germania e Gran Bretagna, anche la vicina Penisola vorrà di più sulle aliquote applicative, per risanare il “passato”, con il premier Monti che non si accontenterà di certo delle minuscole percentuali tra l’8% e il 12% di cui ad oggi si mormora. C’è da scommettere che non saranno invece inferiori al 21%, come appunto per Germania e Gran Bretagna.
Vedremo se i clienti italiani accetteranno il patto scellerato che i nostri negoziatori federali persistono nel portare avanti, ignari o incuranti delle disastrose conseguenze per migliaia di posti di lavoro in tutta la Svizzera.

Un altro esempio clamoroso di politica suicida è l’attuale grottesca situazione degli Stati Uniti riguardo alle banche svizzere e ai clienti americani. Mai il CF avrebbe dovuto chiedere alle banche di consegnare nomi e quintali di documenti riguardanti la clientela americana al fisco USA, creando in questo modo una falla profonda e insanabile nella tutela della privacy dei cittadini stranieri con relazioni bancarie in Svizzera e un’immagine di inaffidabilità del nostro Paese nel mondo intero.
Tornando agli accordi Rubik, quello che più fa rabbrividire sono le clausole inerenti l’autorizzazione annuale a controllare e consegnare 200 nomi di cittadini inglesi e 500 tedeschi alle rispettive agenzie fiscali. Insomma, altro che “salvaguardare l’anonimato dei clienti”, come il CF ci vorrebbe far credere, questa è l’anticamera dello scambio automatico delle informazioni, mascherato come il lupo che si traveste d’agnello.
Con molta disinvoltura, qualche settimana fa la Ministra delle finanze Widmer-Schlumpf è uscita con due affermazioni a dir poco assurde e fuorvianti.
Con la prima ha dichiarato che, con questi accordi Rubik, il CF ha garantito il futuro del segreto bancario, mentre con la seconda ha garantito che, d’ora in avanti, non si faranno più concessioni sui futuri accordi con nuovi Stati.
Ma come, signora Ministra, appena 48 ore dopo il suo annuncio la Gran Bretagna ha furbescamente preteso che venissero applicati gli stessi standard della Germania, invocando la parità di trattamento e noi, ovviamente, li abbiamo concessi senza batter ciglio, con l’ennesima “calata di braghe”!
Ebbene, non mi stupirei se entro un paio d’anni (sempre che il mondo ci sia ancora, vista la profezia Maya), questo Governo federale arrivasse a sottoscrivere l’accordo quadro con l’UE sullo scambio automatico delle informazioni, proponesse di togliere l’articolo ancorato alla Costituzione federale sulla protezione della sfera privata e, per finire, proponesse al popolo svizzero l’entrata nella “fallita” Unione Europea, coronando così anni di sogni programmatici del partito socialista svizzero.

L’ASNI (Azione per una Svizzera neutrale e indipendente) sta valutando concretamente l’idea di far votare il popolo svizzero, tramite referendum, su questi accordi di doppia imposizione. Mi auguro vi riesca, così vedremo come la pensa il popolo sovrano.
Nella peggiore delle ipotesi non mi resterà che pensare che i Maya forse videro giusto, se non sulla fine del Mondo, almeno sulla fine della Svizzera neutrale e indipendente.

Tiziano Galeazzi
Membro direttiva UDC Ticino