Di recente il Consiglio di Stato ticinese ha sbloccato i ristorni delle imposte alla fonte dei frontalieri quale gesto di distensione nei confronti dell’Italia. L’auspicio è che non si sia trattato dell’ennesima concessione a senso unico. Da parte del governo italiano devono a questo punto giungere delle azioni tangibili, volte alla normalizzazione dei rapporti italo-svizzeri. Due iniziative in particolare possono essere concretizzate subito, in quanto dipendono solo dalla volontà politica.

1) Cancellazione della Svizzera da tutte le black list italiane
2) Eliminazione dei fiscovelox.

Limitandosi al secondo punto, si rileva tuttavia che le indicazioni non danno adito ad ottimismo.
Da fonti d’Oltreconfine risulta infatti che nei prossimi mesi i fiscovelox dovrebbero venire sostituiti da impianti di videosorveglianza fissi, installati in tutti i valichi italo-svizzeri. Attualmente si starebbe discutendo la ripartizione dei costi dell’operazione.

Se così fosse, le intenzioni italiane sarebbero dunque quelle di:
– istituire un controllo sistematico motivato solo dall’attraversamento del confine. Proprio ciò che gli accordi di Schengen non permettono; quindi, una violazione dei citati accordi;
– rendere permanente di un metodo di controllo volto ad esercitare indebite pressioni sui cittadini italiani, in particolare quelli abbienti, che desiderano recarsi in Ticino. Questi cittadini vengono schedati come evasori fino a prova del contrario. Una preoccupante presunzione di colpevolezza, il cui intento è chiaro: scoraggiare l’afflusso verso il nostro Cantone di persone che possano portare linfa alla piazza finanziaria ed economica ticinese; con l’obiettivo di danneggiare l’economia cantonale.

In occasione dell’incontro italo-svizzero in agenda per il 24 maggio, i negoziatori elvetici dovrebbero dunque pretendere chiarezza anche sul tema della videosorveglianza in modalità fiscovelox, che va soppressa. Inaccettabile sarebbe dunque la trasformazione dei fiscovelox in postazioni di videosorveglianza fisse.

Il Consiglio federale dovrà inoltre determinarsi sulla conformità di iniziative italiane di questo tipo con gli Accordi di Schengen: al proposito, nei tempi consentiti dalla legge, verrà presentato un atto parlamentare.

Va da sé che la trasformazione dei fiscovelox in postazioni fisse sarebbe in palese contraddizione con la prospettiva di una normalizzazione dei rapporti tra Italia e Svizzera: dovrebbe di conseguenza portare, per coerenza, alla decisione di tornare a bloccare, a fine giugno, i ristorni dei frontalieri. E nella misura del 100%.

Lorenzo Quadri
Consigliere nazionale
Lega dei Ticinesi