Come si compone l’affollata galassia della Destra? Se il nome vi sembra troppo impegnativo, possiamo anche sfumarlo in “centro-destra”, benché il termine perda un po’ di incisività.

È una domanda facile. C’è l’UDC, che è piccola ma dev’essere citata per prima; c’è AreaLiberale, che però è nata ieri e dispone al momento di un unico deputato, il suo fondatore e leader Morisoli; c’è Idea Liberale, ma non è un partito; c’è beninteso la Lega, di destra un giorno sì e due giorni no; ci sono settori del PPD, messi in valore particolarmente dalla presidenza Jelmini.

Mica male, direte, quanta gente! Le forze ci sono. Ma non è così semplice. La Lega, di gran lunga la forza più aggressiva e vincente, interpreta da ventun anni il suo ruolo “anti-sistema” acquisendo via via sempre più cariche di potere. Si vede che battersi contro il “sistema” rende moltissimo. La tentazione di avvicinarsi più o meno segretamente alla Lega c’è stata per molti sin dall’inizio ma – dopo lo spettacolare regolamento di conti interno al PLR nel 2007 – si è notevolmente accresciuta, anche ad opera di liberali che non sapevano più a che santo votarsi.

A nostro avviso il fenomeno ha assunto dimensioni macroscopiche nella votazione dell’aprile 2011 per il Consiglio di Stato, a Lugano. D’altro canto non si può dimenticare il contributo fornito dai feroci attacchi del Mattino della Domenica alla caduta di Marina Masoni o il famoso pranzo avvelenato servito dalle cucine di via Monte Boglia a Paolo Clemente Wicht, all’epoca presidente dell’UDC (gennaio 2006), ora splendido bailli della Chaîne des Rôtisseurs. La politica è così, sconcertante, emozionante, schizofrenica. La cosa più folle sulla faccia della terra. Cinquanta e passa anni or sono Masoni padre e Tito Tettamanti si mostrarono i denti. Oggi come oggi Marina e Tito sono praticamente inseparabili.

Nella galassia di cui parliamo c’è (e non c’è) la Lega dei Ticinesi. Proprio la più grassa e appetitosa forza “di destra” (no all’Europa, no ai Bilaterali, no agli asilanti, no al politicamente corretto) si rivela, sul versante economico, populista e spendacciona. All’orrido “tax and spend” dei socialisti gli economisti di Bignasca contrappongono uno “spend and don’t tax” che richiede, come minimo, la capacità di colorare in rosa l’evoluzione dei conti e un ottimismo spettacolare.

Nella galassia ci sono altri due partiti, e uno da brevissimo spazio di tempo. Eros Nicola Mellini, che è un saggio, ha scritto: “Ho partecipato per due ore filate all’assemblea di AreaLiberale e non ho sentito una parola con la quale non potessi dirmi d’accordo”. Okay. Eppure, presumibilmente, queste due forze, l’UDC e AL, si ritroveranno faccia a faccia, in pura concorrenza, nel 2015, mentre la loro prossimità culturale “crève les yeux”. Allora io dico: si ritrovino almeno qui, su Ticinolive, a dibattere, in questo modesto locale che ambisce ad essere il “salotto buono” della Destra. Vale anche per gli amici di Idea Liberale. Dopo tutto, se io (che non conto molto) sono amico degli uni e degli altri e degli altri, che male c’è?

Perché oggi sono grato all’onorevole Franco Celio? Perché, invitato, non ha esitato a venire da noi, per dirci la sua verità, che noi non condividiamo ma rispettiamo. Pensate se il professor De Maria dovesse farsi intervistare da Ticinonline! O dalla Regione. O dal Caffè. Mai ci andrebbe. Ma Franco Celio è venuto da noi e ci regala oggi un’intervista magnifica. Avrei voluto Dick Marty, dopo tutto siamo stati compagni di classe. Non aveva tempo, peccato. Avrei voluto Merlini, il peggior presidente che il PLR abbia mai avuto dai tempi di Guglielmo Tell, l’artefice vero del disastro. Non certo il malcapitato Gianora, che s’è visto mettere in mano un vaso frantumato in pezzetti. Non mi ha neppure risposto. Dopo tutto sta per diventare importante, consigliere nazionale (bisogna però che Pelli si decida, che cos’aspetti Fulvio?). Il Nostro dovrebbe concedersi, come minimo, al Washington Post.

La presente è una legislatura speciale, diversa dalle altre. Perché è contrassegnata da una data che si colloca esattamente alla sua metà: 2011-2013-2015. Una cosa che non esiste in una situazione normale. Elezione cantonale? No. Elezione federale? Nemmeno. Elezione comunale differita a Lugano. Martin Luther King si esaltava esclamando “I have a dream!”. Io dico invece “I have a feeling”. Si fa via via più acuta in me la sensazione che queste – pesantissime – elezioni luganesi segneranno il destino del PLRT e, sul nostro versante, della Destra liberale. Restiamo vigili e usiamo nel modo migliore i pochi mesi che ci restano. Lo dico a Sergio, lo dico a Gabriele, lo dico a Enrico. E lo dico a Lorenzo. Che carriere fanno talvolta gli allievi! È ben giusto esserne fieri.

Francesco De Maria