Per salvare la Grecia dal pericolo causato dagli immigrati, dobbiamo sbarrare gli ingressi nel paese servendoci di campi minati al confine con la Turchia, lungo il fiume Evros, nei punti che registrano i maggiori passaggi di clandestini.

(Nikos Michaloliakos, leader del movimento neonazista greco Chrysi Avghi)

Dopo il fallimento delle trattative per un nuovo governo, la Grecia torna alle urne il prossimo 17 giugno. Nella febbrile attesa del voto gli animi sono surriscaldati : durante un dibattito in diretta televisiva, il portavoce del partito neonazista Chrysi Avgi, Ilias Kasidiaris, ha aggredito la deputata comunista Liana Kanelli colpendola con forza al viso: due sonori ceffoni e un pugno micidiale.

Botte alla democrazia, scrive il quotidiano online greco To Vima, sottolineando i rischi di una guerra civile in Grecia : “La nostra democrazia è la nostra ultima speranza. Dobbiamo proteggerla. Oggi è stata presa a pugni in faccia.

Ogni cittadino greco deve capire che quando si tratta di democrazia l’intero paese è in pericolo.
Se non ne prendiamo atto, oltre a andare dritti fuori dalla Zona euro e dall’Europa punteremo verso la catastrofe della guerra civile.
Non possiamo permettere che un individuo qualunque ci porti in questa direzione, aiutato dal silenzio di tutto un popolo.”

Entrato a sorpresa in Parlamento con 21 deputati alle elezioni legislative del 6 maggio (a seguito delle quali è stato impossibile formare un nuovo governo), il partito neo-nazista Chrysi Avghi ha approfittato della crisi e si è fatto forte di una violenta politica anti-immigrati. Una strategia che ha attirato molti consensi.
Pare che ad Atene un poliziotto su due abbia votato per Chrysi Avghi, un aspetto indubbiamente inquietante.
Il leader del movimento, Nikos Michaloliakos, è sicuramente un personaggio particolare. Alla sua prima conferenza stampa dopo il voto di maggio ha preteso che i giornalisti si alzassero in piedi al suo arrivo : “In piedi, siamo in Grecia!” ha intimato.