Pubblichiamo oggi la seconda parte dell’intervista a Giovanna Masoni Brenni, municipale liberale di Lugano. Questa parte, più breve della prima, è tutta dedicata al LAC, Lugano Arte e Cultura, il nuovo polo culturale della Città in corso di costruzione. Avremmo voluto aggiungere, per desiderio di attualità, tre/quattro domande di carattere politico, prendendo lo spunto dalla sua candidatura alla presidenza del PLR, che ha poi lei stessa spontaneamente ritirato. Ma abbiamo alla fine deciso di limitarci a questa grande novità culturale, nella quale Giovanna ha messo tutto il suo impegno e tutto il suo cuore.

L’intervista è stata realizzata dal professor Francesco De Maria
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Francesco De Maria Il Suo nome è indissolubilmente legato al LAC, Lugano Arte e Cultura, il nuovo polo culturale della Città. Un progetto ambizioso e brillante ma anche fonte continua di problemi e contrasti. Elettoralmente il LAC la favorirà o la danneggerà?

Giovanna Masoni Brenni Ho sostenuto questo investimento (approvato dal municipio, Bignasca compreso, nota bene, quando ancora io non ero nell’esecutivo) e l’ho portato avanti come tale (insieme al Sindaco, che è nella delegazione della committenza) e nei contenuti culturali perché credo sia un vero e proprio polo di sviluppo, e sono convinta che Lugano (e la Svizzera Italiana) abbia bisogno di modernizzarsi anche così, con beneficio per tutti. Molti ammettono che, nei settori di sviluppo, la cultura avrà un ruolo sempre più importante: ma è uno sviluppo che presuppone le necessarie strutture, costose ma indispensabili; perché queste strutture possano funzionare e rendere culturalmente e per la crescita della città, occorrono tempo e investimenti; senza questi ci sarebbe da domandarsi perché sono state deliberate (ripeto, quando ancora io non ero in Municipio!). Comunque le dirò nell’aprile 2013, se …sono riuscita a spiegarmi agli elettori. Ma sono ottimista, di natura.

Ci illustri le idee che stanno alla base del grande progetto del LAC e ci dica come il LAC potrà essere culturalmente e finanziariamente vitale. Lei considera plausibili le stime che il Mattino della Domenica fornisce sui futuri costi di gestione del LAC?
GMB Il LAC è come l’USI: una struttura necessaria e un polo di sviluppo per Lugano e per la Svizzera Italiana; è anche un intero quartiere che rinasce; un punto di riferimento e un luogo di incontro in cui stare bene e sentirci a casa anche nella città diffusa. Le stime citate sul Mattino le avevamo allestite nel 2008 come Dicastero Cultura in stretta collaborazione con i servizi finanziari e altri servizi della città; Bignasca le ha apprese da noi, che le abbiamo anche comunicate al Consiglio Comunale. In poche parole, noi investiamo già oggi nella cultura come Dicastero cultura e fondazioni 12-13 milioni l’anno (un dicastero di Bignasca, il Dicastero Giovani e Eventi, investe, sempre nella cultura, diversi altri milioni, anche se il Mattino non ne parla mai, se non in bene; e anche con tale dicastero collaboriamo bene); con un aumento valutato nel 2008 a 20-25 milioni l’anno, possiamo dare alla città molto di piu’, in quantità e come salto di qualità; e ci saranno in contropartita un luogo di fruizione e anche produzione culturale e di incontro per tutti, crescita immateriale e d’immagine e anche ricavi economici; pensiamo solo all’ex albergo Palace (e all’indotto economico in imposte e indiretto).. Vale la pena di fare questo sforzo, è un investimento per Lugano.

Che cosa è stato concesso agli investitori privati nell’ambito del progetto LAC?
GMB I privati hanno comperato all’asta pubblica l’ex-Albergo Palace e investito ca. 100 milioni, mentre l’ente pubblico ne investe ca. 200 nella parte pubblica; già il solo aumento del gettito delle imposte dei nuovi contribuenti, negozi (al piano terreno) e abitazioni (in tutti gli altri piani) all’ex-Palace, porterà benefici molto importanti; pensiamo poi all’effetto su tutta la zona, alla vera e propria ri-nascita di una parte di Lugano tanto bella e storica (che era tanto trascurata).


Come procedono i lavori? Ci sono ritardi sulla tabella di marcia? Quando precisamente quest’opera importante sarà, per così dire, consegnata alla Città?
GMB Oggi non posso confermare la data della fine del 2013, abbiamo ritardo e problemi da risolvere; le polemiche e il clima politico locale poi non ci aiutano molto. Basti pensare che la Commissione Paritetica non ha concesso un’ora in più all’impresa generale che chiedeva di poter ricuperare ore come si fa in tutti i cantieri, a maggior ragione quelli dove il Committente è pubblico o para-pubblico e si realizza un’opera di interesse pubblico. Anche recentemente abbiamo visto due o tre sciolte nei cantieri di Alptransit, del Nuovo Centro di Calcolo, dell’Autosilo Sotterraneo Globus Cornaredo (per P&R), indipendentemente da qualche multa che, se non sono male informata, è girata; per il LAC nemmeno un’ora in più! Fermo restando che la responsabilità è dell’impresa, che per ora è purtroppo al disotto delle aspettative iniziali, le difficoltà così aumentano, a maggior ragione in un cantiere piccolo quanto a spazi disponibili per la logistica; per ora posso confermare solo il 2014.

Alcuni dicono: in un passato non troppo remoto si sono allestite a Lugano manifestazioni culturali di grande successo, anche internazionale; oggi la situazione appare meno brillante. Hanno ragione o torto?
GMB È vera la passata stagione delle cosiddette “grandi mostre”: è, appunto, una stagione passata finita già sotto la direzione di Rudy Chiappini: il mercato dell’arte è andato alle stelle, le “grandi mostre” sono diventate costosissime, se vogliamo mantenere alta la qualità; la nostra dimensione non ci permette più quel tipo di esposizioni monografiche (la mostra di Picasso a Zurigo ha avuto un budget, per una sola mostra, di oltre 9 milioni di franchi). Ma stiamo comunque realizzando iniziative di valore internazionale, con ottima risposta di musei e istituti, nonché collezionisti, che resterà nel tempo e anche progressivamente con buona risposta di pubblico, in tutti i settori di attività del Polo Culturale: guardate solo l’offerta di questo mese di giugno e che cosa stiamo portando e concentrando a Lugano, dove si è appena concluso LuganoinScena: va dal Progetto Argerich, alla presentazione a Palazzo Federale della ristampa del rarissimo Dizionario quadrilingue del 1700 del Veneroni, alle esposizioni su Morandi e Tony Cragg, e sulla collezione della Mobiliare; al deposito della collezione del prof. Fagioli, e a quello di una nuova straordinaria collezione privata che presenteremo fra pochissimo; fino a pochi anni orsono sarebbe stato impensabile. Nel 2010 e nel 2011 abbiamo raggiunto, nei diversi settori, 100’000 biglietti venduti. E nella giornata internazionale dei musei dello scorso maggio abbiamo contato a Lugano, solo nei musei, ben 2000 visitatori.

Ho personalmente visitato, più d’una volta, il Museo delle culture extraeuropee a Villa Heleneum e lo trovo molto bello. Ma il problema dell’affluenza di pubblico sembra insolubile…
GMB Da 1500 visitatori l’anno, siamo passati in 7 anni a oltre 10’000; Villa Heleneum non ne sopporta del resto molti di più; 10’000-30’000 all’anno sono poi i visitatori delle mostre che vengono itinerate altrove. Inoltre un museo, non è solo mostre, le mostre sono solo una parte della sua attività, in questo caso forse un decimo; considerate tutte le attività questo museo è un gioiellino. Infine è un museo cosmopolita; una vera città ha sempre un museo delle culture, che aiuta ad aprire le menti, è un fiore all’occhiello per il turismo e contribuisce a rafforzare l’alone culturale che la Città si sta (ri-)creando.

Intervista esclusiva di Ticinolive
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