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Nei prossimi giorni il Consiglio di Stato dovrà prendere una decisione sul versamento, o meno, dei ristorni delle imposte alla fonte dei frontalieri di pertinenza dell’anno 2011.
Il 50% di quelli relativi al 2010, dopo essere stato bloccato un anno fa, è notoriamente stato sbloccato ad inizio maggio, come “atto di fiducia” nei confronti del governo italiano.

C’è da chiedersi se questa fiducia sia stata ben riposta: è un dato di fatto che la Svizzera ancora figura sulle quattro famose black list italiane. La cancellazione del nostro Paese da queste liste nere doveva essere la condizione (minima) per versare i ristorni 2011.
Né peraltro si comprende come possa un Paese che dà lavoro a 54mila cittadini frontalieri di uno Stato confinante venire inserito su liste nere di quest’ultimo, e ancora meno si capisce come possa tale Paese tollerare di figurare su dette liste. Probabilmente si tratta di un caso senza precedenti. E’ facile immaginare che, se dovesse ricevere i ristorni 2011, a maggior ragione se dovesse ottenerli nell’integrità della somma, la controparte italiana sarebbe assai poco stimolata a procedere verso una normalizzazione dei rapporti con la Svizzera ed il Ticino: a seguito della diminuita pressione (in particolare da parte dei Comuni italiani di confine) le trattative si trascinerebbero con tanto fumo e nessun arrosto… fino all’anno prossimo.

Essendosi dimostrato il blocco dei ristorni delle imposte alla fonte dei frontalieri l’unico mezzo di pressione efficace sul governo italiano, riuscendo là dove la diplomazia federale aveva clamorosamente fallito e avrebbe continuato a fallire, tale mezzo va utilizzato.
Altrettanto chiaro è che, al tavolo della trattativa con l’Italia, occorre anche parlare di limitazioni della libera circolazione delle persone. C’è dunque da sperare che, nei prossimi giorni, il Consiglio di Stato deciderà di perlomeno fare il “bis” della decisione dello scorso anno, bloccando per lo meno la metà dei ristorni, non essendo avvenuta in tempo utile la cancellazione della Svizzera da nessuna black list della vicina Penisola.

Lorenzo Quadri
Consigliere nazionale Lega dei Ticinesi