Abbiamo 3 anni. Tutti dicono: abbiamo 3 anni.
Sergio Morisoli di AreaLiberale dice: “Abbiamo 3 anni” (per costruire). Cattaneo-Morisoli(un altro)-Pini dicono: “Abbiamo 3 anni” (per recuperare). La Lega dice: “Abbiamo 3 anni” (per far vedere a tutti come sappiamo governare). Tutte queste ottime persone, di buoni sentimenti e molto esperte della politica, non si avvedono di un fatto elementare. Nessuno ha 3 anni e tutti hanno un anno. Ormai scarso.

Perché la partita fondamentale, che deciderà delle sorti del PLR e della Lega, e condizionerà gli equilibri politici cantonali del 2015, si giocherà a Lugano, la perla del Ceresio, che diviene sempre più grande negli anni e sale ormai sino a casa di Kerry e all’alto passo di san Lucio. La mia città, la mia unica, nella quale sono nato a cinquanta metri dalla cattedrale di san Lorenzo, in via Bertaccio 2, e nella quale ho sempre vissuto, con l’eccezione di sette anni intensi e lontani, passati a Milano.

Il PLR sente l’urgenza e la drammaticità del momento. Ma non sa che pesci pigliare, perciò esita e temporeggia. Giovanna Masoni (a proposito, o ministra cittadina della cultura, la collezione Olgiati, che meraviglia!) ha qualche buona ragione di manifestare la sua inquietudine: “La lista per il Municipio doveva già essere composta e approvata!” Logicamente la cultura comprende anche la letteratura, in particolare la fantascienza.

Pochi giorni or sono esprimevo certe innocue considerazioni ad alcune persone trovate per caso. Mal me ne incolse. Uno, a me ignoto, mi fa (ma il nome lo imparerò, lo prometto, m’informo): “Io sono un membro della Commissione cerca, sono uno dei cinque!” Avrà detto cinque? è possibile. Credo di avergli risposto: “Lei potrebbe essere anche membro del concilio degli Dei dell’Olimpo, non cambierebbe nulla”. Ma forse l’ho solo pensato, perché notoriamente sono accomodante e gentile.

Lugano, secondo me, è costata a Gabriele Gendotti l’ambito posto di presidente. La mossa coraggiosa di Giorgio Grandini (sì, lo ammiro) ha messo le carte sul tavolo e gli irriducibili con le spalle al muro. Come candidato presidente il “vice trainante” – quasi sicuro in febbraio – era molto superiore ai tre concorrenti rimasti in gara, principalmente perché il duro compito “in palio” era di tirare la carretta e non quello di comporre poesie leopardiane. Ma, tanto saggiamente quanto prudentemente, la maggioranza dei notabili non ha voluto rischiare l’estrema provocazione verso i Liberali.

Tutto a posto allora? Più no che sì. Perché sulle rive del Ceresio la battaglia sarà senza quartiere, Lele o non Lele (non Lele), ReGiorgio o non ReGiorgio (mistero). Provate a intervistarlo. Mica vi racconta le cose. Per il partitone (ex) forse non è persa, ma ci manca poco. Potrà rivelarsi decisivo l’atteggiamento e, soprattutto, l’impegno della Destra: AreaLiberale, Idea Liberale, UDC. Non rappresentano una montagna di voti ma neppure pesano come una piuma. I Masoniani – questo è un fatto, e in un certo senso un freno – hanno la loro candidata da difendere, poco tipica ma purosangue.

Per finire, a Morisoli ho detto: A) Non pensare solo al 2015 B) Per la presidenza (dei “nemici”- PLR non si può dire, degli “avversari politici” sì) hai perso per strada… il tuo miglior candidato!

Francesco De Maria