Pubblichiamo oggi una bella intervista a Michele Fazioli, un famoso giornalista, verosimilmente il più importante giornalista della Svizzera Italiana. Abbiamo atteso abbastanza a lungo, ma ne è valsa la pena. Fazioli ha anche, garbatamente com’è suo costume, protestato per un piccolo abuso (se vogliamo chiamarlo così). “Ho allegramente polemizzato con le 7 (sette!) domande su CL su un totale di 17. Forse i miei 45 anni di lavoro giornalistico (e di opinionista, e divulgatore di cultura) meriterebbero una proporzione diversa che rispetto all’accento eccessivo posto su una questione che dopotutto è profondamente privata”. Accettiamo la critica ma gli facciamo osservare che nel nostro “accanimento perverso”… c’era un metodo. Noi conosciamo l’acuto interesse del pubblico per Comunione e Liberazione. Interesse di nemici forse più che d’amici. Sul tema Michele Fazioli risponde puntuale, chiaro e pulito, non ha alcun timore.

Responsabile delle 7 domande su CL (e delle 10 altre!) è Francesco De Maria, che ha condotto l’intervista.

Francesco De Maria Lei è per il piccolo Ticino ciò che Bernard Pivot fu per la grande Francia. Perché ama i libri?

Michele Fazioli Perchè nei libri (quelli buoni) c’è la vita: rappresentata, immaginata, giudicata, desiderata. Con la bellezza, i drammi, le domande di ogni vita, della vita.

Il 1° giugno ero alla Segnalibro, tra il folto pubblico e seduto sulle scale, mentre Lei presentava “Il bambino invisibile”, secondo romanzo di Marcello Foa. Come potrebbe descrivere lo stile letterario di Foa?

MF Marcello Foa è un giornalista vero: nel suo libro ha usato l’immaginazione narrativa per raccontare eventi veri, fra drammaticità ed emozione.

Lei è un giornalista ben noto per il suo equilibrio e la sua pacatezza. Non le è mai venuta la tentazione di essere, qualche volta… un po’ più incisivo?

MF Ci sono modalità giornalistiche diverse per esigenze diverse. Quando dirigevo i dibattiti nel servizio pubblico, dovevo stare sopra le parti. Le mie interviste sono incontri di conoscenza e non d’inchiesta (per le inchieste ci sono alla RSI ottimi programmi). Ma poi si può incidere senza darlo a vedere. C’è chi lavora di spada e chi di fioretto.

Senza fare dell’indebito nepotismo, ci parli di suo figlio Andrea come giovane scrittore.

MF Scrive bene, con raffinatezza e humor. Sa raccontare storie, sa farsi leggere molto. Un importante editore italiano crede in lui al punto di avergli pubblicato tre romanzi, e il quarto uscirà a gennaio.

Lei lavora per la RTSI da una vita. Che cos’è per lei questa azienda? La ama?

MF La RSI mi ha dato tantissimo. Fui assunto a 20 anni, poi il direttore Stelio Molo mi permise di mantenere il contratto a quantità minima per lasciarmi finire gli studi e mi sono laureato a Losanna in Scienze Politiche, ma dunque sono 45 anni che sto alla RSI! E dunque quell’azienda è stata fondamentale per me. Io ho cercato di esserne all’altezza, con slanci, limiti e, spero, cose anche buone.

La RTSI si trova ad occupare, per ragioni essenzialmente politiche legate al federalismo, una posizione privilegiata? (mi riferisco in particolare alla larghezza dei mezzi a disposizione). Se sì, l’azienda si mostra all’altezza di tale privilegio?

MF Mi pare che la RSI sia la più importante voce informativa, di cultura e di intrattenimento della Svizzera Italiana: un privilegio, d’accordo, ma anche una necessità e un buon diritto in nome della coesione nazionale e del federalismo. Pur con tutti i limiti possibili e con qualche burocratismo tipico di ogni servizio pubblico, credo proprio che la RSI sia all’altezza di questa missione. Esprime un prodotto complessivo di qualità ed è l’unico strumento mediatico pubblico con missione pluralista: senza di esso la Svizzera italiana sarebbe più povera in quanto alla sua dimensione civile e morale.

La Radiotelevisione di monopolio – è un segreto di Pulcinella – non è mai stata amata dalla destra. Trovi lei le opportune parole per difenderla dalle accuse dei critici… reazionari.

MF I capi della RSI (dalla CORSI alle varie Direzioni) sono sempre stati di centrodestra, mai di sinistra. Andrebbe chiesto a loro perché mai la destra non ama la RSI. Ma poi la sinistra ama la RSI? Mah!

Lei è un noto esponente di Comunione e Liberazione. Perché questa associazione è bersaglio di attacchi che si fanno, a momenti, molto duri, addirittura violenti? Che male avete fatto? A chi date fastidio?

MF Noto esponente? Diamine, non stiamo mica parlando di un partito, di una azienda. Comunione e Liberazione è semplicemente un movimento ecclesiale di educazione alla fede, riconosciuto ufficialmente dalla Chiesa, molto stimato fra l’altro da Giovanni Paolo II e da Benedetto XVI. I ciellini sono cattolici che non nascondono la loro fede e la vivono laicamente ma senza nascondimenti. Chi non ama i cattolici combatte contro i cattolici che si palesano a fronte alta, mica contro quelli che stanno nelle catacombe della discrezione appartata e timorosa. Chi osteggia CL lo fa per odio anticattolico. Questa è la sostanza.

Che cos’è esattamente CL? C’è almeno una parte di segreto in essa? O è un’associazione totalmente trasparente?

MF Nessun segreto, trasparenza totale, basta chiedere, c’è un recapito ufficiale.

Potrei chiederle di fornirmi l’elenco di tutti gli affiliati ticinesi a Comunione e Liberazione, ma non oso (e penso che resterei a mani vuote). Le faccio una domanda più facile: qual è l’idea che sta alla base di CL ?

MF Troppe domande su CL e, per esempio, soltanto una sui libri: segno evidente di accanimento strumentale. Son qui dopo 45 anni di giornalismo e voi continuate a battere il chiodo con CL. Comunque: non ho elenchi (ci mancherebbe) ma se li avessi non vedo perché dovrei darli in giro. Dice niente la parola privacy? Ma le attività di CL sono frequentabili da parte di tutti, sia per chi aderisce più a fondo, sia per chi partecipa solo saltuariamente. Importante è il desiderio di vivere con maggior precisione e pienezza la propria fede o anche soltanto le domande di fondo sulla vita. Se ci si accosta con questa chiarezza e non per uno sfizio, le attività di CL sono preziose e aperte a tutti, sempre. Alla base di CL non c’è un’idea, mica è una ideologia. C’è semplicemente il cristianesimo interpretato con metodo moderno e attuale e con assoluta fedeltà da parte di un carisma d’eccezione, che fu, che è quello di Don Luigi Giussani.

Quanti sono all’incirca gli aderenti al movimento nel Ticino?

MF E dagli con CL! Credo oltre 500, forse oltre 600, ma c’è un recapito ufficiale a Lugano, basta chiedere.

C’è un successore di don Giussani, un capo riconosciuto di tutto il movimento?
Se sì, chi è?

MF E’ Don Julian Carron, sacerdote spagnolo, designato dallo stesso don Giussani.

Lei ha conosciuto personalmente don Giussani, il fondatore di CL? Se sì, ci racconti com’era.

MF L’ho conosciuto. Persona eccezionale, nella grandezza semplice di una intuizione educativa formidabile, nel segno di una fede vera, sperimentata e sorretta da un carisma che certamente è un dono. I suoi numerosi testi sono di una ricchezza preziosa e originale sul piano della fede, della teologia, della cultura. Dell’umanità vera.

Ha partecipato ai suoi solenni funerali a Milano?

MF Siamo alla settima domanda concernente CL : un tormentone. Non ho partecipato ai funerali di don Giussani perché ero assente per ragioni di lavoro. Ma ho letto la bellissima omelia (piena di affetto, di stima, di ammirazione) pronunciata con commozione davanti alla bara di Don Giussani dal cardinal Ratzinger, che un mese dopo sarebbe diventato Papa.

Perché la Destra è considerata – intellettualmente, politicamente, filosoficamente, mediaticamente – inferiore alla Sinistra?

MF La Destra è considerata inferiore, credo, nei giudizi della Sinistra. Per il resto, la Destra politica autentica, fondata sull’ineliminabile deposito del liberalismo vero e con tutte le possibili sfumature di collocazione, ha una sua ricchezza di cultura politica, ha una sua dignità piena.

Se ricevesse l’incarico – largamente retribuito – di allestire un piano per il rilancio mediatico della Destra (un compito in se stesso disperato), che cosa escogiterebbe?

MF La Destra non ha bisogno di un rilancio mediatico. Semmai avrebbe bisogno di rilanciare sé stessa nella sostanza, con risposte nuove a bisogni nuovi di società. Destra economica, destra politica, destra sociale, destra populista, destra filosofica sono tutte categorie o superate o da ricollocare. Ma a dire il vero anche la Sinistra mi pare concettualmente un po’ dispersa, orfana di un totalitarismo fallito e di fatto conformata alla socialdemocrazia moderata che la Sinistra radicale per decenni aveva combattuto e addirittura odiato. La destra è necessaria al dibattito politico e alla crescita del bene comune almeno tanto quanto la Sinistra. Il problema non è mediatico, ma di persone.

Infine, che cosa conta di fare nei prossimi dieci anni di vita?

MF Vivere con pienezza mi pare un programma già molto carico, senza bisogno di ulteriori dettagli.

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