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Quando ero giovane tutte le volte che si doveva andare a votare si diceva: votiamo Pci ma è l’ultima volta, eh? Anno dopo anno, con la stessa dichiarazione di voto, sono diventato vecchio.

È cambiato soltanto il nome del partito. Votiamo Pds ma è l’ultima volta, eh? Votiamo Ds ma è l’ultima volta, eh? Votiamo Pd ma è l’ultima volta, eh?
Ne abbiamo viste di tutti i colori. Bilaterali suicide. Mani tese a Silvio Berlusconi. Leggi sul matrimonio gay mai fatte. Approvazione di riforme contro i lavoratori. Mancato rinnovamento dei quadri dirigenti. Voglia di avere banche.
E fermiamoci qui, prendendo in considerazione solo gli errori più clamorosi. Ma ci sono, fastidiosi come tutti, anche gli errori piccoli.
Il non volerne sapere di prendere le distanze dai comportamenti tipici della Casta politica, per esempio. Vogliamo parlare di uno statuto che prevede che un politico del Pd possa essere eletto solo tre volte al parlamento?
Vogliamo parlare del fatto che questa norma viene metodicamente elusa? Stavolta ci limiteremo. Solo trenta deroghe. Solo trenta deroghe? Il Pd è fastidioso come tutti gli altri partiti. Non si notano fondamentali differenze tra i politici della sinistra e quelli della destra né quando parlano né quando agiscono.

Poi viene fuori un comico e dice che il re è nudo. E conquista il 20 per cento delle intenzioni di voto. Molti rimangono sorpresi, molti parlano di antipolitica, molti dicono che bisogna correre ai ripari senza capire che non dobbiamo combattere il comico, dobbiamo combattere noi stessi.

Claudio Sabelli Fioretti

– pubblicato su Io Donna, supplemento del sabato del Corriere della Sera, il 7 luglio 2012. Per gentile concessione dell’autore.