Ha destato molta sorpresa qualche settimana fa la notizia che la Fondazione Stella Chiara si è detta disposta a dare 10 milioni di franchi per la costruzione del Palazzo del cinema di Locarno, ponendo però alcune precise condizioni : che la costruzione avvenga sul sedime del palazzo ex-scolastico, che siano previste 3 sale cinema (una di almeno 550 posti e altre due di almeno 150 posti cadauna) prescrivendo addirittura come esse dovrebbero essere disposte sul sedime (con il fronte d’entrata da piazzetta Rossi) e, infine, che l’inizio dei lavori avvenga al più tardi nell’ottobre 2013.

Queste condizioni sono assai vincolanti oltre che «antipatiche»: quella sui tempi mette sotto pressione il Consiglio comunale, con il rischio di indurre a prendere decisioni magari non ben ponderate; ma anche il vincolo di costruire sul sedime delle ex-scuole comunali, nonché quello sul numero e la capienza delle sale, appare un po’ inappropriato che vengano imposti da un donatore esterno, per quanto munifico esso sia. Si tratta infatti di scelte che vanno ben ponderate, perché vi sono in gioco diversi aspetti e diversi valori e non solo la funzionalità degli spazi per il Festival del cinema; vi è in gioco per esempio l’immagine storica della città : il palazzo delle ex-scuole comunali è un edificio rappresentativo di fine Ottocento/inizio Novecento, che delimita la città vecchia dalla mega-rotonda e dai nuovi quartieri a sud. Per costruire i contenuti citati secondo i desiderata dei signori Hellstern occorre abbatterlo e riedificare. Oggettivamente c’è da chiedersi se ne valga la pena. Non esistono altre alternative nelle vicinanze? A noi risulta di sì : ci sono almeno due approcci fattibili:

1) perché non edificare il palazzo del cinema all’interno della rotonda? Gli spazi sono enormi e con la costruzione di un palazzo del cinema verrebbero adeguatamente riqualificati, il terreno è allo stato attuale in una situazione di squallido abbandono e viene utilizzato solo 10 giorni all’anno per poco allettanti mescite di birra e kebab e futilità varie, per il resto dell’anno è un deserto ghiaioso e cementizio senza nessuna funzione. La rotonda si trova a metà strada tra Piazza Grande e l’area del Fevi, cioé proprio su quella « via del pardo » dove sia secondo Hellstern sia secondo il Municipio sarebbe indicato edificare il palazzo del cinema. Unica obiezione: il terreno è proprietà del Cantone. Ma questo non dovrebbe essere un ostacolo. Ci mancherebbe solo che il Cantone, che sussidia con svariati milioni all’anno il Festival del cinema, non fosse d’accordo di concedere per il medesimo un suo terreno attualmente lasciato all’abbandono…

2) Un’altra possibilità sarebbe quella di individuare delle proprietà nelle immediate vicinanze di Piazza Grande o di via Franchino Rusca e Piazza Castello, che potrebbero venire acquisite dalla città tramite delle permute. La città è infatti proprietaria di alcuni sedimi situati in ubicazioni non molto discoste da lì: una permuta con sedimi privati immediatamente adiacenti a Piazza Grande o a via Franchino Rusca dovrebbe quindi essere nell’ordine delle cose fattibili. Si tratta solo di accordarsi sul costo dei rispettivi terreni. Certo che non bisogna pensare solo a massimizzare il valore pecuniario del patrimonio immobiliare comunale, ma occorrerebbe lasciarsi condurre da una visione del bene pubblico e urbanistico : per avere un palazzo del Festival in città, Locarno può e dovrebbe essere disposta a dare un contributo significativo…..

Un altro aspetto da ponderare, e su cui non vogliamo entrare nei dettagli perché non ne abbiamo la competenza, è se le citate sale cinematografiche siano veramente necessarie per il Festival. Mi limito solo a constatare che, all’infuori dei dieci giorni del Festival, le sale cinematografiche a Locarno-Muralto stentano a sopravvivere (alcune sono già chiuse da un po’ di tempo, per altre si paventa la chiusura nel prossimo futuro). In queste condizioni é sensato edificare ben tre nuove sale cinematografiche in città, che (eccettuato il periodo del Festival e un ev. parziale uso come sala di proiezione della scuola di cinema) sarebbero poi perlopiù vuote durante l’anno o, alternativamente, farebbero concorrenza ai cinema rimasti i quali poi sarebbero costretti a chiudere ? Non sarebbe più sensato cercare di acquisire le citate sale cinematografiche (in specie il Rex che si trova proprio in Piazza Grande e a due passi dalla ipotizzata Casa del cinema) e costruire la Casa del cinema essenzialmente come sede amministrativa del Festival e servizi annessi, con tutt’al più una sola sala ? In tal caso, l’ubicazione del Palazzo ex-scuole potrebbe essere indicata e non si renderebbe necessaria la demolizione del vecchio edificio, che potrebbe venire restaurato e riutilizzato.

Lo studio di fattibilità allestito dalla Fondazione Casa del Cinema nel 2008 lo illustrava chiaramente : si riusciva a «farci stare» nel sedime – senza demolire completamente l’edificio e ricostruire – una sala di 400 posti, ma con molta difficoltà e sacrificando o il cortile interno e l’ala est (nella variante «Opera») o la facciata ovest e il piazzale ampliando parzialmente l’ala ovest (nella variante «Movie Box») oppure sacrificando totalmente il piazzale edificando sullo stesso un corpo nuovo per mantenere intatto il palazzo esistente (nella variante «Blob»). Da parte sua l’opzione « Peter Pan » prevedeva la sopraelevazione dell’edificio, stravolgendone la tipologia e costruendo la sala cinema di 400 posti ai piani superiori e anche in tal caso sopprimendo il cortile interno. Nessuna delle citate opzioni era a mio parere perfettamente soddisfacente, perché veniva comunque poco o tanto stravolta la tipologia dell’edificio, che sia con la soppressione del cortile o con la sopraelevazione o con l’ampliamento dell’ala ovest ; da parte sua l’unica opzione del tutto conservativa di restauro dell’edificio prevedeva però l’edificazione di un corpo nuovo nel piazzale dove sistemare la sala cinema, ciò che avrebbe tolto la visibilità della bella facciata ovest dell’edificio esistente.

La conclusione è quindi a mio avviso : o nella casa del cinema può bastare una sala cinema di al massimo 200 posti, oppure sarebbe preferibile edificarla altrove, come detto sopra. Non bisogna neanche dimenticare che l’edificio esistente alberga tutta una serie di enti, associazioni culturali, ricreative e sportive, ecc. Anche a costoro bisognerebbe prestare attenzione e non si può certo buttarli per strada. La soluzione di costruire il palazzo del cinema in un altro sedime (per es. sulla rotonda) permetterebbe quindi in un domani, previo un restauro conservativo semplice, di lasciare (o di ridare) il palazzo ex-scuole a costoro.

Paolo Camillo Minotti, Segretario STAN