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Venti anni dopo aver condotto con successo la campagna contro l’adesione allo Spazio economico europeo, il Consigliere nazionale UDC Christoph Blocher annuncia un referendum contro l’accordo sull’energia e l’elettricità, oggetto di negoziati con l’Unione europea.

Blocher teme che il governo federale faccia importanti concessioni all’UE sulla questione istituzionale. Il trattato potrebbe consacrare la ripresa automatica del diritto comunitario e la messa in opera di un’istanza arbitrale indipendente per gli accordi bilaterali, dove la Svizzera non avrebbe più diritto di far valere la propria opinione.

Di conseguenza Blocher intende lanciare un referendum. Un comitato interpartitico dovrebbe essere costituito entro la fine dell’anno per sensibilizzare la popolazione : “L’accordo sull’energia sembra inoffensivo – ha dichiarato – sta a noi mostrare che è in gioco la sovranità svizzera. I partigiani dell’accordo si limiteranno a parlare di energia.”
Si deve a ogni costo evitare l’integrazione della Svizzera all’Unione europea, insiste Blocher, che ritiene che la Svizzera non abbia bisogno di nuovi accordi bilaterali con l’UE, in quanto tutti i bisogni vitali del paese sono coperti. Inoltre relativizza l’effetto di tali accordi sul buon andamento dell’economia svizzera : “Non è per i bilaterali che la Svizzera sta bene. Siamo in buona salute perchè non facciamo parte dell’UE. Abbiamo imposte basse e pochi debiti. La nostra indipendenza è la nostra forza.”

Blocher relativizza le critiche secondo cui l’isolamento della Svizzera sulla scena internazionale è pericoloso, soprattutto per la difesa del segreto bancario : “Non abbiamo bisogno di alleati. Guardate l’Austria e il Lussemburgo. Fanno parte dell’UE eppure sono stati messi sono pressione per questioni bancarie.”

(Fonte : Le Matin.ch)