È STATA UN’IDEA INTERESSANTE MA HA, ALMENO IN PARTE, MANCATO LO SCOPO. SONO STATI PUBBLICATI 23 CONTRIBUTI, QUASI TUTTI FAVOREVOLI AL NO. I FAVOREVOLI AGLI ACCORDI, APPARTENENTI PER LO PIÙ AI PARTITI STORICI E ALLA SINISTRA, PUR INTERPELLATI IN BUON NUMERO, IN GENERE SI SONO ASTENUTI DAL RISPONDERE. PROBABILMENTE AI LORO OCCHI MENO SI PARLA DELLA FACCENDA E MEGLIO È. UN VERO DIBATTITO NON SI È POTUTO SVILUPPARE POICHÈ I FAUTORI DEL NO, COM’È NORMALE, NON FACEVANO ALTRO CHE DARSI RAGIONE A VICENDA.

DESIDERO RINGRAZIARE IN PARTICOLARE PER LA GRADITA PARTECIPAZIONE FRANCO CELIO (PLR), ROBERTO BADARACCO (PLR), MARA GRISONI (VERDI) E IL DOTTOR FRANCO CAVALLI (PS).

Francesco De Maria

Questo semplice sondaggio si propone di innescare un dibattito su una questione politica fondamentale e NON di dimostrare che il NO vincerà. Rimane tuttavia in me la netta sensazione che molte persone, che vorrebbero urlare il loro NO, siano costrette a tacere o a bisbigliare un SÌ pieno di timore e di frustrazione.

Questa pagina sarà chiusa alla mezzanotte del 31 luglio. Per ingannare l’attesa ho pensato di inaugurare una rubrica (sperimentale) intitolata “Pensieri politici in libertà”. La trovate sotto Appunti:
https://www.ticinolive.ch/racola-la-satira/pensieri-politici-in-liberta-42470.html
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Contro tre accordi fiscali conclusi dalla Svizzera secondo il modello “Rubik” è stato lanciato il referendum. La raccolta delle firme è in corso. Considerata l’enorme importanza della posta in gioco Ticinolive ha deciso di sondare l’opinione dei cittadini su questa votazione cruciale (che si terrà se il numero di firme necessario sarà raggiunto). Lo fa ponendo 3 semplici quesiti:

1. Quali conseguenze ci saranno per la piazza finanziaria svizzera se gli accordi fiscali con Germania, Regno Unito e Austria dovessero entrare in vigore?

2. Quali diverse conseguenze ci saranno se, al contrario, il popolo bocciasse gli accordi mediante referendum?

3. Se si giungerà alla votazione, quale sarà il Suo voto?

Ticinolive sottoporrà le 3 domande a note personalità del nostro mondo politico e finanziario. Ma anche il “comune” lettore del portale – “the man in the street”, per così dire – potrà esprimere la sua opinione ed è invitato a farlo. Una selezione di risposte – le più autorevoli, le meglio motivate, le più brillanti – sarà pubblicata.

Indirizzare a: cronacaticinolive@gmail.com

LA PRIMA OPINIONE CHE SI LEGGE È L’ULTIMA INSERITA IN ORDINE DI TEMPO

Risponde Roberto de Tullio, già Movimento per il Socialismo/Partito Comunista, oggi Verde

1. Quali conseguenze ci saranno per la piazza finanziaria svizzera se gli accordi fiscali con Germania, Regno Unito e Austria dovessero entrare in vigore?
Sono sempre stato molto critico a qualsiasi accordo bilaterale se questi vanno contro gli interessi della Svizzera e dei propri cittadini, soprattutto se questi accordi alla fine si rivelano in realtà…unilaterali, dalla parte avversa naturalmente. Non sono un’economista, né un bancario, come ho già detto a qualcuno e in questa rubrica si sono espressi personaggi di gran lunga ben più autorevoli di me e spero, anche competenti in materia. Da parte mia, sono assolutamente convinto che la Svizzera sia davvero in guerra economica con le maggiori potenze occidentali, con lo spudorato sostegno delle nostre grandi banche senza dio né patria. Indebolire quindi la piazza finanziaria elvetica per far riempire le casse a Stati in bancarotta, lasciando a casa i nostri lavoratori, personalmente non ci sto. Vogliono trascinarci nel baratro con loro.

2. Quali diverse conseguenze ci saranno se, al contrario, il popolo bocciasse gli accordi mediante referendum?
Credo che l’Europa, come qualcuno mi ha fatto giustamente notare, abbia problemi ben più gravi ora che insistere a prendersela con la Svizzera. Se gli accordi dovessero passare invece, sul fronte interno, sarà la dimostrazione che ormai sono i grandi banchieri le vere ombre dietro ai seggi del Consiglio Federale, in alternativa, se il popolo bocciasse questi accordi, daremmo al mondo una dimostrazione effettiva che la Svizzera è l’unico paese a possedere una democrazia degna di questo nome.

3. Se si giungerà alla votazione, quale sarà il Suo voto?
La mia opinione, e il mio voto, sono e saranno svincolati dall’appartenenza partitica, e dato che dentro l’urna né Stalin né Dio ti guardano, voterò secondo coscienza. La mia. Quindi 3 volte no.

Risponde Massimiliano Ay, segretario politico del Partito Comunista del Cantone Ticino


1. Quali conseguenze ci saranno per la piazza finanziaria svizzera se gli accordi fiscali con Germania, Regno Unito e Austria dovessero entrare in vigore?
Rimane tutto come ora, nel senso che un’accordo c’era già e si tratta ora di rinnovarlo in un contesto di crisi finanziaria europea, dove la Germania chiede condizioni più vantaggiose per scoprire da se gli evasori fiscali. A nostro avviso comunque vada, il nostro paese non può continuare ad accogliere i capitali degli evasori fiscali esteri. Non si costruisce un’economia nazionale solida sulle disgrazie altrui: chi evade il fisco nel suo Paese e deposita i soldi così sottratti nelle banche svizzere è un criminale e va perseguito. La finanza elvetica deve invece preoccuparsi di rispondere ai bisogni reali della maggioranza della popolazione, investendo in settori ad alto valore aggiunto, nella ricerca e nell’istruzione gratuita, ricercando l’eccellenza nelle condizioni di lavoro che invece oggi diventano sempre più precarie, nel sistema di sanità (nei quali vanno inclusi anche i costi!), ecc. Non passa infatti sessione del parlamento che non si decidano favori ai ceti già oggi privilegiati, tagli allo stato sociale e limitazioni al controllo pubblico sull’economia.

2. Quali diverse conseguenze ci saranno se, al contrario, il popolo bocciasse gli accordi mediante referendum?
Ribadisco: il Partito Comunista lotta per abolire il segreto bancario nel suo fondamento, la trasparenza sulle grandi fortune è una questione d’interesse collettivo. La popolazione deve poter conosce la forza economica di certe note famiglie che controllano quasi fossero un’oligarchia il nostro Paese e chi rivela queste informazioni non deve essere punito. Tramite lo scambio automatico delle informazioni l’evasione sarebbe estremamente più difficile e, grazie alle risorse così recuperate, si potrebbe affrontare, globalmente, la crisi economica senza toccare i ceti sociali più deboli, come invece sta avvenendo adesso in tutta Europa. Ricordiamoci che non sono piccoli risparmiatori e lavoratori che faticano ad arrivare a fine mese ad essere coinvolti nell’evasione fiscale.
In realtà va detto che i vertici dell’UE non intendono veramente combattere una piazza finanziaria come quella svizzera, dove numerosi loro sostenitori possono fare “buoni affari”. La lotta contro il segreto bancario svizzero e gli altri paradisi fiscali è una lotta chiaramente internazionale e di classe, che vede i ricchi di ogni paese approfittarne sulle spalle di lavoratori e lavoratrici. Lo scambio automatico delle informazioni sarebbe un primo passo importante, tuttavia non ci illudiamo: senza abolire del tutto il segreto bancario e senza procedere con una revisione totale della legislazione bancaria del nostro paese con conseguente controllo pubblico dell’intero settore finanziario, lo scambio automatico delle informazioni potrebbe anche solo servire a fornire liquidità alla cancelliera Merkel per rifinanziare le banche tedesche contro gli interessi del popolo tedesco.

3. Se si giungerà alla votazione, quale sarà il Suo voto?
Voterò no, perché come ho detto bisogna perlomeno arrivare allo scambio automatico delle informazioni. L’abolizione pura e semplice del segreto bancario, quale sistema che tutela i criminali, i mafiosi e i ricchi che frodano il fisco del loro paese, è la miglior soluzione atta a garantire l’indipendenza nazionale e uno sviluppo che risponda davvero alle necessità della popolazione che vive, lavora, studia in questo paese tanto “liberale” e “democratico”. Se vogliamo aumentare la pressione sul segreto bancario non è di certo di una firma con la prima potenza europea, che di fatto lo legittima, quello di cui abbiamo bisogno.

Risponde l’on. Roberta Pantani Tettamanti, consigliera nazionale della Lega dei Ticinesi


1. Quali conseguenze ci saranno per la piazza finanziaria svizzera se gli accordi fiscali con Germania, Regno Unito e Austria dovessero entrare in vigore?
Un ulteriore indebolimento della piazza finanziaria elvetica e non solo del segreto bancario che, de facto, non esiste più. Ma, soprattutto, un messaggio negativo a investitori e governi stranieri sulle scarse capacità, da parte elvetica, di tutelare i propri interessi nazionali di fronte a pressione ed ingerenze esterne.

2. Quali diverse conseguenze ci saranno se, al contrario, il popolo bocciasse gli accordi mediante referendum?
Un messaggio chiaro e netto di indipendenza a chi da anni pretende che Berna debba rinunciare a prerogative a cui nessun governo rinuncerebbe.

3. Se si giungerà alla votazione, quale sarà il Suo voto?
Ovviamente no a Rubik!

Risponde il professor Francesco Russo, luganese doc, matematico, docente universitario a Parigi


1. Quali conseguenze ci saranno per la piazza finanziaria svizzera se gli accordi fiscali con Germania, Regno Unito e Austria dovessero entrare in vigore?Anche se dovessero entrare in vigore, non vedo miglioramenti immediati (solo per questo fatto) per la situazione della piazza finanziaria. Non penso che le turbolenze si arresteranno subito. D’altra parte, capisco che non era facile per il Governo “non fare nulla”. Sul lungo termine, ho fiducia che la piazza finanziaria svizzera si reinventera’ e riuscira’a recuperare terreno, soprattutto per la stabilita’ politica che il sistema paese garantisce.

2. Quali diverse conseguenze ci saranno se, al contrario, il popolo bocciasse gli accordi mediante referendum?
Nell’ immediato il segnale dato sara’ interpretato dagli altri paesi come una “volonta’ di non cooperazione”, la Svizzera sara’ inserita (o confermata) in “Black” (o tutt’ al piu’ “grey lists”). In seguito, dipende da come il Governo si muove. Dovrebbe secondo me annunciare chiaramente che l’obiettivo successivo e’ un accordo, non con i singoli stati, ma con l’Unione europea. Dovrebbe allo stesso tempo comunicare con fermezza che ci sono dei limiti di concessione oltre i qual non potra’ andare, la sovranita’ popolare va rispettata.

3. Se si giungerà alla votazione, quale sarà il Suo voto?
Voterei NO, questi accordi mi sembrano pasticciati.

Risponde Mirco Würgler, vice presidente della sezione UDC di Lugano (e noto blogger di Ticinolive)


1. Quali conseguenze ci saranno per la piazza finanziaria svizzera se gli accordi fiscali con Germania, Regno Unito e Austria dovessero entrare in vigore?
La piazza finanziaria svizzera continuerà a subire duri colpi (con o senza Rubik) ma la sostanziale differenza sta nel modo di incassare: una volta la guardia era alta e solida e si schivavano con arguzia i colpi bassi… adesso il Consiglio Federale non sa nemmeno più difendersi da un colpo inferto da un malato, e le “braghe calate” aiutano a prendere il più possibile di colpi bassi, graditi solo a masochisti e autolesionisti.
Le conseguenze negative sull’immagine della Confederazione Svizzera sono già emerse dalla prima firma degli accordi: l’immagine di una nazione che per un quieto vivere (improbabile) ha svenduto principi, serietà e fierezza. Come conseguenza, chi ha continuato a credere che la sfera privata venisse rispettata almeno in un angolino del mondo, è stato praticamente tradito.
Le condizioni assurde degli accordi sono:
– il prelievo “una tantum” sul patrimonio, che a mio modo di vedere è una illecita concessione di informazione retroattiva, iniqua e aleatoria.
– non devono essere toccati in nessun modo i dati sui clienti, soggetti al segreto bancario, in particolare nessuno scambio automatico, in quanto rappresenta “de facto” la violazione del segreto bancario (la sinistra è ammonita, tanto per essere chiari!).
L’unica concessione che si poteva fare, sarebbe stata quella di un’imposizione anonima su interessi e dividendi come la nostrana imposta preventiva, ed eventualmente (solo se non connesso a spese amministrative eccessive) una imposizione anonima sul “capital gain”. Gran Bretagna e Germania non sono certo campioni di etica; a loro interessano unicamente i “soldini” in questo momento di crisi dell’errato costrutto UE.
Detto questo, chi da questi accordi si vede e vedrà depredato di uno sproposito a livello finanziario e di sfera privata, non farà altro che andarsene verso le spiagge di veri paradisi fiscali (la lista è lunga, ben distribuita in giro per il mondo). Sarà un DANNO PER TUTTI, eccetto che per gli incapaci amministratori pubblici delle finanze a ogni livello di “Eurolandia” dintorni. Danno che ben si sposa con gli altri danni, che la novella dittatura di personaggi non eletti da nessuno in quello sciagurato luogo chiamato Bruxelles e nei vari Stati senza democrazia, hanno già prodotto.

2. Quali diverse conseguenze ci saranno se, al contrario, il popolo bocciasse gli accordi mediante referendum?
Come già detto, i soliti duri colpi contro la Svizzera, ma oltre a qualche livido, VITTORIA PER K.O. TECNICO assegnato al Popolo Svizzero. Niente capitolazioni! La fermezza del Popolo Svizzero che ammonisce su quanto sia determinato da non farsi imporre regole da stati “in bancarotta” o aspiranti tali, non può che essere un esempio e segnale che della Svizzera ci si può fidare (e che questo Consiglio Federale e vari portaborse NON rappresentano il Popolo Svizzero… se ancora qualcuno avesse qualche dubbio). In pratica il rimedio in extremis del Sovrano Svizzero, affidabile e deciso. Non ballerino come questi personaggi fiabeschi che invece di governare per il bene della nostra Nazione, preferiscono la negoziazione… nel senso più spregiativo di questo termine. Rubare dati, minacciare e quant’altro hanno fatto i vari bancarottieri europei non può essere la via di un conglomerato “democratico” quale vorrebbe essere l’UE. E litigare con il migliore partner commerciale è pure da stupidi.

3. Se si giungerà alla votazione, quale sarà il Suo voto?
Accordi autolesionisti, per principio e per riflessione: NO grazie!

Risponde Lara Filippini, giovane granconsigliera UDC


1. Quali conseguenze ci saranno per la piazza finanziaria svizzera se gli accordi fiscali con Germania, Regno Unito e Austria dovessero entrare in vigore?
Tali accordi presuppongono che siano le banche stesse ad adempiere al ruolo di esattori fiscali per conto degli stati con i quali abbiamo concluso gli accordi, come a dire “chi rompe non paga…tanto ci pensano gli svizzeri”. Mi domando dunque perché dovremmo essere noi ad assumerci compiti che nemmeno gli altri stati sono in grado di sostenere ed infatti se ne guardano bene dal farlo! Il CF sembra siglare accordi senza nemmeno capirne le reali conseguenze, smantellando quasi giorno per giorno quel che rimane del nostro segreto bancario, della nostra sicurezza nazionale e mettendo in grave pericolo una moltitudine di posti di lavoro in tale settore. Se questi accordi dovessero entrare in vigore, e vista la concorrenza che si andrebbe a moltiplicandosi, sinceramente chi terrebbe qui il proprio denaro? La conseguenza sarebbero dunque una serie di licenziamenti a catena (e già il mondo bancario con la crisi attuale non se la passa bene), dove le piccole banche sarebbero costrette al fallimento o a venire risucchiate dalle grandi banche, ma con le stesse conseguenze: un aumento di disoccupati nel settore bancario! No, non possiamo permettercelo, specie in cantoni come il Ticino dove ormai i giovani ticinesi devono anche combattere contro l’aumento di frontalierato nel settore ci mancherebbe solo questa spada di Damocle a darci il colpo di grazia!

2. Quali diverse conseguenze ci saranno se, al contrario, il popolo bocciasse gli accordi mediante referendum?
Niente di tragico come vorrebbero far credere i fautori del SÌ; basterebbe rimettersi al tavolo dei negoziati, con gli stessi paesi o anche con altri e raggiungere un accordo che sia vantaggioso per entrambi e non solo a senso unico che soddisfi entrambe le parti. Subiremo delle pressioni? Chiaramente si, ma dimostrandoci fermi e risoluti nel difendere i nostri interessi (eh si, mica dobbiamo sempre fare quello degli altri!) arriveremo a salvare quel che rimane del segreto bancario e i posti di lavoro ad essi correlati.

3. Se si giungerà alla votazione, quale sarà il Suo voto?
Ovviamente voterò 3 volte NO!
No, agli accordi con la Germania!
No, agli accordi con l’Inghilterra!
No, agli accordi con l’Austria!

Risponde Tullio Righinetti, per otto legislature deputato PLR, già presidente del Gran Consiglio. Oggi uno dei leader di Idea Liberale.


1. Quali conseguenze ci saranno per la piazza finanziaria svizzera se gli accordi fiscali con Germania, Regno Unito e Austria dovessero entrare in vigore?
Mentre il Consiglio federale e chi ha condotto i negoziati veicola messaggi rassicuranti affermando che non c’è altra scelta, sono convinto che la realtà sia un tantino differente. Alzi la mano chi è convinto che in materia e accordi con altri Stati la Svizzera abbia mai raggiunto risultati fortemente favorevoli ai suoi interessi e ai suoi cittadini? Io non la alzerò. In caso di un sì andrà a finire che il nostro Paese pagherà fior di milioni per staccare un accordo che non dà alcuna certezza alla nostra piazza finanziaria e finirà per legarci definitivamente le mani. Infatti i cedimenti seguiranno a catena relegando la nostra credibilità e dignità a infimo rango. Intanto il mercato dei CD con dati confidenziali sembra essere più florido che mai.

2. Quali diverse conseguenze ci saranno se, al contrario, il popolo bocciasse gli accordi mediante referendum?
Beh, in questo caso, se ci dovesse essere un chiaro voto contrario da parte dei cittadini, questo suonerà come una sconfessione della classe politica. Si tratterebbe già di un fatto significativo, che dovrebbe avviare una profonda riflessione. Quali le conseguenze pratiche? Maggiore autonomia e libertà di poterci determinare senza farci comandare a bacchetta da chi da questi accordi avrebbe un chiaro tornaconto. Sarebbe un segnale di quella nostra decantata ma ormai perduta indipendenza. Ma se è vero, come emerge da un recente sondaggio, che dagli svizzeri giungerebbe un plebiscito agli accordi così come prospettati, non vedo perchè i favorevoli debbano temere il referendum.

3. Se si giungerà alla votazione, quale sarà il Suo voto?
Comincerò con il firmare, e far firmare ad amici e conoscenti, il referendum. Poi, con convinzione, voterò di conseguenza.

Risponde Lorenzo Quadri, consigliere nazionale della Lega dei Ticinesi e municipale di Lugano.

Quadri è il primo leader leghista che accetti di partecipare a questo “mini-sondaggio Rubik” allestito “fuori casa”. Il suo esempio (lo speriamo) sarà seguito da altri. La nostra idea (che non ha peso politico poichè noi non ne abbiamo) è che questa azione di democrazia diretta – necessaria, difficile, dall’esito incerto – debba essere condotta di concerto da tutte le forze disponibili e non unicamente dalla forza più aggressiva e organizzata.
Lorenzo Quadri – uomo politico e giornalista lucido, coraggioso, duro e corretto – appare sempre più come l’elemento chiave di questa “alta marea” leghista, che potrebbe anche non durare in eterno. Quadri sa individuare e indicare la via più di certi timidi governanti, che non hanno ancora capito fino in fondo… che cosa è capitato loro tra le mani.


1. Quali conseguenze ci saranno per la piazza finanziaria svizzera se gli accordi fiscali con Germania, Regno Unito e Austria dovessero entrare in vigore?

Le conseguenze saranno devastanti. Si parla della perdita di anche oltre il 20% dei posti di lavoro sulla nostra piazza finanziaria. Per il Ticino, ciò significherebbe tranquillamente 4000 impieghi in meno, con tutti i mancati indotti del caso, sia economici che fiscali. Non ce lo possiamo in nessun modo permettere. Inoltre è in gioco anche la nostra sovranità nazionale, che il Consiglio federale ha ceduto con allarmante facilità, prosternandosi senza ritegno ad ogni e qualsiasi autorità statale o sovrastatale straniera, arrivando al punto di violare il diritto svizzero (autorizzazioni a trasmettere dati agli USA senza che ci fosse la base legale per farlo).

2. Quali diverse conseguenze ci saranno se, al contrario, il popolo bocciasse gli accordi mediante referendum?
Il Consiglio federale dovrà rivedere la propria politica improntata al cedimento a oltranza, e sarà obbligato, per mandato popolare, a resistere. La piazza finanziaria riguadagnerà, grazie al sostegno popolare, almeno una parte del credito perso. Le trasformazioni, se del caso, avverranno su un arco di tempo molto più lungo.

3. Se si giungerà alla votazione, quale sarà il Suo voto?
Ovviamente, sosterrò con convinzione il referendum.

Risponde Nathalie Beffa, dell’Associazione Liberisti Ticinesi


1. Quali conseguenze ci saranno per la piazza finanziaria svizzera se gli accordi fiscali con Germania, Regno Unito e Austria dovessero entrare in vigore?
Se si applicano quelle misure, altri ne approfitteranno e noi continueremo a fare la figura dei fessi. Mesi fa, avevo letto un paper sul muro di un mio amico negli USA di un diplomatico che diceva di non riconoscere più la Svizzera. Che ai tempi fummo noti per la nostra intransigenza, duri nel condurre i nostri affari e che era sempre stato un onore contrattare con noi… mentre adesso invece, appaiamo deboli e come intimoriti… Vogliamo che nella storia futura si dirà che la Svizzera fu complice della grande spogliazione globale attuata a danno dei propri cittadini dagli Stati tutti in fallimento? è giunta l’ora che a ribellarsi siano gli operosi, quelli che creano ricchezza per vedersela distrutta, sbranata da venditori di fumo!

2. Quali diverse conseguenze ci saranno se, al contrario, il popolo bocciasse gli accordi mediante referendum?
Se la parola spettasse al popolo, gli altri avvoltoi attorno dovranno adeguarsi e imparare il significato di democrazia diretta, e forse altri cittadini, vedendo i vantaggi che essa comporta, potrebbero finalmente reclamare questo diritto fondamentale per sé e forse cambiare il corso degli eventi. Andiamo verso un ultra-statalismo che personalmente mi spaventa. I governi attorno a noi, quelli che ricattano i nostri politici attuali, devono capire che la Svizzera ha dei rappresentanti e non dei governanti come loro che impongono manu militari le fantasie costruttiviste del dittatore eletto del momento. En passant consiglio la lettura di La Rivolta di Atlante, Ayn Rand, edizioni Corbaccio… la similitudine dei fatti è sorprendente… ma sconvolgente di logica…

3. Se si giungerà alla votazione, quale sarà il Suo voto?
NO senza altra aggiunta sennò è nulla.

Risponde Laura Visintainer, lettrice di Ticinolive, Trento


1. Quali conseguenze ci saranno per la piazza finanziaria svizzera se gli accordi fiscali con Germania, Regno Unito e Austria dovessero entrare in vigore?
La Svizzera deve rendersi conto che il vecchio sistema basato sul segreto bancario, che ha funzionato e fruttato per decenni, è giunto ormai alla fine. La pressione internazionale in questo momento è troppo forte e questi accordi, la cui applicazione risulterà dolorosa sia per l’economia che per la sovranità svizzera, sono il massimo che si poteva ottenere in una situazione compromessa. Bisogna bene l’amaro calice.

2. Quali diverse conseguenze ci saranno se, al contrario, il popolo bocciasse gli accordi mediante referendum?
Un rifiuto popolare degli Accordi sarebbe disastroso. Provocherebbe misure di ritorsione da parte della Germania (che continua ad acquistare sottobanco CD rubati con migliaia di nomi di clienti tedeschi di banche svizzere) e renderebbe praticamente impossibile un accordo con l’Italia, essenziale soprattutto per la piazza ticinese.

3. Se si giungerà alla votazione, quale sarà il Suo voto?
Se potessi votare, non esiterei a votare SÌ.

Risponde Paolo Camillo Minotti, opinionista politico


1. Quali conseguenze ci saranno per la piazza finanziaria svizzera se gli accordi fiscali con Germania, Regno Unito e Austria dovessero entrare in vigore?
Penalizzazione dei clienti esteri delle banche svizzere e conseguente loro esodo, si noti bene: sia di quelli scorretti vis-à-vis del rispettivo fisco (in direzione di lidi più tolleranti) ma anche di molti sostanzialmente in regola col rispettivo fisco ma che verrebbero ugualmente penalizzati (e questo è l’aspetto più assurdo della faccenda) sotto vari aspetti: in caso di successione e perché perderebbero la privacy delle loro relazioni economiche.

2. Quali diverse conseguenze ci saranno se, al contrario, il popolo bocciasse gli accordi mediante referendum?
Un ridimensionamento della piazza finanziaria svizzera e un certo esodo di clienti esteri sotto pressione dei rispettivi governi, ma questo ridimensionamento e questa fuga saranno più ridotti che in caso di accettazione degli accordi.

3. Se si giungerà alla votazione, quale sarà il Suo voto?
Sarà NO.

Risponde Alain Bühler, presidente dei Giovani UDC Ticino


1. Quali conseguenze ci saranno per la piazza finanziaria svizzera se gli accordi fiscali con Germania, Regno Unito e Austria dovessero entrare in vigore?
Innanzitutto una fuga di capitali verso lidi dove il segreto bancario è ancora una certezza e dove non vengono effettuati esosi prelievi fiscali alla fonte come pure un aumento dei costi nella gestione dei patrimoni e degli investimenti della clientela estera. Tutto ciò comporta una riassetto della piazza finanziaria elvetica dove i primi a farne le spese sono proprio gli impiegati bancari che verranno inesorabilmente messi alla porta. Inoltre, molti piccoli istituti bancari rischiano di dover gettare la spugna mentre le grandi banche non devono far altro che accogliere gli “esuli” fiscali che dalla Svizzera trasferiscono il loro patrimonio in altre piazze finanziare blindate come Singapore. Praticamente una vittoria per i grandi Istituti finanziari, che del segreto bancario se ne infischiano ormai da tempo, e una perdita per tutti gli altri con tutte le conseguenze del caso. Da non dimenticare che l’entrata in vigore definitiva di questa prassi per i clienti esteri non farebbe altro che perorare la causa di quei Direttori cantonali delle finanze che esigono il medesimo trattamento anche all’interno dei nostri confini stravolgendo completamente il nostro ordinamento giuridico. Le prime avvisaglie sono già previste per gli inizi del 2013.

2. Quali diverse conseguenze ci saranno se, al contrario, il popolo bocciasse gli accordi mediante referendum?
Si ritornerebbe al tavolo dei negoziati (magari con altri negoziatori, visti gli accordi fin qui raggiunti). Non vedo tutta questa gravità nell’eventualità che il popolo bocci gli accordi come pure dubito altamente che l’UE parli con voce unanime, condicio sine qua non per negoziare un accordo globale con il nostro paese.

3. Se si giungerà alla votazione, quale sarà il Suo voto?
Assolutamente 3 NO agli accordi fiscali con Austria, Gran Bretagna e Germania.

Risponde l’avvocato Roberto Badaracco, granconsigliere e capogruppo PLR in Consiglio comunale a Lugano


1. Quali conseguenze ci saranno per la piazza finanziaria svizzera se gli accordi fiscali con Germania, Regno Unito e Austria dovessero entrare in vigore?
Esisteranno regole chiare basate su convenzioni internazionali accettate dagli Stati contraenti che daranno sicurezza giuridica ai cittadini stranieri coinvolti e tranquillità agli istituti di credito svizzeri. E questo non è poco. Inoltre per la Svizzera interverrà la fine di una situazione di latente instabilità a livello bancario, segnata da fughe di liste di nomi di clienti, che indebolisce pesantemente la nostra immagine verso l’estero. Si tratta della migliore soluzione possibile in questo momento, improntata ad un sano e concreto pragmatismo. Contrariamente a quanto invocano taluni le principali conseguenze saranno un consolidamento della piazza finanziaria a medio-lungo termine e il mantenimento di migliaia di pregiati posti di lavoro, impieghi che senza regolamentazioni precise rischierebbero di andare perduti. Le nostre banche potranno continuare a presentare la carta da visita della protezione della sfera privata come loro fiore all’occhiello e marchio tipicamente svizzero.

2. Quali diverse conseguenze ci saranno se, al contrario, il popolo bocciasse gli accordi mediante referendum?
Si ritornerebbe sull’orlo del precipizio. Tutti gli sforzi profusi ai vari livelli in questi anni per trovare soluzioni equilibrate e a vantaggio della nostra piazza finanziaria verrebbero spazzati via in un secondo. L’accanimento degli Stati che ci circondano allora si acuirebbe in maniera insopportabile. Inizierebbero poi le ritorsioni economiche, le azioni concertate per portare in ginocchio non solo la nostra piazza finanziaria ma tutta l’economia elvetica. E ciò che è peggio: regnerebbe instabilità, tensione e smarrimento sociale al nostro interno con pesanti influssi sulla popolazione locale. Insomma a mio parere non esiste niente di più autolesionistico che bocciare questi accordi.
Taluni non sembrano comprendere che siamo un piccolo paese in mezzo all’Europa. Certo fiero ed indipendente, ma alcune dinamiche oggi travalicano i confini nazionali e più stati che si coalizzano possono danneggiare pesantemente uno stato come il nostro che, nel caso di bocciatura degli accordi, si ostinerebbe a mantenere regole non più accettate dalla comunità internazionale. Meglio allora trovare un “modus vivendi” tollerabile e sempre a noi favorevole che romperci le ossa per poi affermare “però abbiamo dimostrato di non lasciarci intimorire”. Magra consolazione!

3. Se si giungerà alla votazione, quale sarà il Suo voto?
Reputo che le mie risposte alle precedenti due domande non lascino dubbi e siano inequivocabili. Sono favorevole a questi accordi che hanno almeno il pregio di fornire una soluzione concreta ad un problema difficilmente risolvibile. Una bocciatura rimanderebbe invece ancora una volta la risoluzione di queste problematiche alle calende greche.

Risponde Luca Paltenghi, segretario generale dei Giovani UDC svizzeri (nella foto con il consigliere federale Maurer)


1. Quali conseguenze ci saranno per la piazza finanziaria svizzera se gli accordi fiscali con Germania, Regno Unito e Austria dovessero entrare in vigore?
Qualora gli accordi fiscali con questi tre paesi dovessero entrare in vigore sarà senz’altro un colpo duro per banche, fiduciarie e per la piazza finanziaria tutta. Anche tutti i servizi che vi ruotano attorno sarebbero in difficoltà. Il rischio di un taglio drastico dei posti di lavoro è dietro l’angolo in quanto i clienti esteri fuggiranno e le banche non si faranno troppi problemi a delocalizzare le loro attività in paesi con meno vincoli legali e burocratici. Non dimentichiamoci che con questi accordi le banche stesse saranno chiamate a fungere da esattori fiscali per conto degli Stati con cui sono stati conclusi gli accordi. Per quale motivo siamo noi a doverci assumere compiti che gli Stati esteri non sono in grado di garantire? Nessuno, nemmeno il Consiglio federale, ce l’ha spiegato. E nessuno ci ha nemmeno spiegato per quale motivo la reciprocità non è assolutamente garantita in questi accordi: a tal proposito, il consigliere nazionale Pierre Rusconi ha depositato un’interpellanza alla quale il Consiglio federale dovrà dare una risposta soddisfacente. Attendiamo con ansia!

2. Quali diverse conseguenze ci saranno se, al contrario, il popolo bocciasse gli accordi mediante referendum?
Verosimilmente subiremo delle pressioni dai paesi a cui abbiamo rifiutato gli accordi fiscali. Possiamo anche attenderci a nuove pressioni che arriveranno direttamente da Bruxelles in quanto l’UE vorrà giocare sul fatto che gli accordi sono stati bocciati perché fatti solo tra singoli Stati, mentre essi avrebbero avuto più successo se fossero stati sottoscritti direttamente tra la Svizzera e l’UE, cosa peraltro non vera. Occcorrerà dunque dare una grande dimostrazione di fermezza, difendendo le nostre posizioni, senza “calare le braghe” come sta facendo da diverso tempo il Consiglio federale.

3. Se si giungerà alla votazione, quale sarà il Suo voto?
Chiaramente un triplo no agli accordi fiscali con Germania, Regno Unito e Austria!

Risponde la signora Marianna Key, Facebookerin.


1. Quali conseguenze ci saranno per la piazza finanziaria svizzera se gli accordi fiscali con Germania, Regno Unito e Austria dovessero entrare in vigore?
Vi sono chiari sentimenti di stizza ed accanimento nei confronti della svizzera, questo dovrebbe essere chiaro. Cosa si può pretendere che di positivo avvenga, quando i paesi richiedenti mantengono comunque un loro ben saldo profilo. Non vi è reciprocità, che per logica non crea bilanciamento bensì un beneficio unilaterale, chiaramente non per la Svizzera. Le conseguenze sarebbero quindi nefaste, un fuggi fuggi generale di capitali che approderebbero in paesi dove giustamente non si fanno intimidire, gli istituti bancari si vedrebbero diminuire la quantità di lavoro, rendendo così necessari i classici tagli sugli impieghi con conseguente aumento della disoccupazione e costi per tutti i contribuenti, la reputazione della Svizzera (oramai già acciaccata grazie all’operato di qualche illustre signora del nord…) finirebbe per esalare gli ultimi respiri.

2. Quali diverse conseguenze ci saranno se, al contrario, il popolo bocciasse gli accordi mediante referendum?
Una prova di forza e di coraggio, la dimostrazione che noi svizzeri siamo ancora in grado di prendere una posizione e di rispettarla sino in fondo. Ci guadagneremmo in credibilità e questo porterebbe certi “paeselli” a non pretendere delle assurdità con la certezza di ottenere senza un battito di ciglio. I paesi richiedenti si vedrebbero costretti a risolvere internamente problematiche che, con questi accordi, vorrebbero semplicemente scaricare sulla Svizzera, con i relativi costi. Il ritorno di capitali persi e il mantenimento di quelli che ora stanno valutando di prendere il volo.

3. Se si giungerà alla votazione, quale sarà il Suo voto?
NO, NO e ancora NO senza possibilità di appello!

Risponde Enrico Iten, presidente di Idea Liberale.


1. Quali conseguenze ci saranno per la piazza finanziaria svizzera se gli accordi fiscali con Germania, Regno Unito e Austria dovessero entrare in vigore?
Le conseguenze ci saranno e non saranno positive. D’un canto una parte importante dei capitali da noi amministrati verranno spostati verso lidi meno disposti a fare da esattori per conto terzi. Dall’altro non mi illudo che per questo miglioreranno le nostre relazioni con l’estero. La verità è che siamo una delle poche nazioni che hanno un minimo di equilibrio finanziario e questo all’estero non induce ad autocritica ma, anzi, viene visto come un nostro difetto. Sono le (tante) cicale che si coalizzano contro le poche formiche rimaste.

2. Quali diverse conseguenze ci saranno se, al contrario, il popolo bocciasse gli accordi mediante referendum?
Non credo vi sarebbero conseguenze che non avremmo anche accettando gli accordi. Siamo, grazie ai nostri padri, tra i pochi che non annegano nei debiti, l’assalto alla diligenza continuerà qualsiasi saranno le nostre decisioni.

3. Se si giungerà alla votazione, quale sarà il Suo voto?
Non ho dubbi, voterò un no convinto.

Risponde Mara Grisoni, ecologista di Vacallo


1. Quali conseguenze ci saranno per la piazza finanziaria svizzera se gli accordi fiscali con Germania, Regno Unito e Austria dovessero entrare in vigore?
Gli accordi fiscali ci creerebbero solo problemi. Dobbiamo smetterla di scendere a compromessi. Se i cittadini stranieri depositano i loro soldi in Svizzera molto probabilmente lo fanno perché diamo una sicurezza che altri non garantiscono. I Paesi interessati dovrebbero intervenire al loro interno. Il rischio per noi, oltre alla perdita di posti di lavoro, è una brusca “caduta di stile” che ci farebbe perdere credibilità.

2. Quali diverse conseguenze ci saranno se, al contrario, il popolo bocciasse gli accordi mediante referendum?
Voglio sperare che non ci siano conseguenze di alcun genere. Se il popolo boccia gli accordi, nessuno deve permettersi di dire nulla.. NESSUNO. Si tratta di un tema molto complesso e non si capisce bene perché alla fine, quella che deve scendere a compromessi, è sempre la Svizzera. L’orgoglio ferito delle Nazioni coinvolte (un po’ infelici) ci si potrebbe ritorcere contro, ma per una volta tocca a noi prendere una posizione e mantenerla fino in fondo!

3. Se si giungerà alla votazione, quale sarà il Suo voto?
IO VOTERÒ CONTRO GLI ACCORDI FISCALI.

Risponde Eros Nicola Mellini, granconsigliere e segretario dell’UDC Ticino


1. Quali conseguenze ci saranno per la piazza finanziaria svizzera se gli accordi fiscali con Germania, Regno Unito e Austria dovessero entrare in vigore?
Diventeremo gli esattori delle tasse per dei governi stranieri, anticiperemo qualche miliardo del denaro da incassare senza una garanzia d’incassarlo, dovremo consegnare annualmente un certo quantitativo di nominativi di clienti esteri delle nostre banche, e posso immaginare che, per parità di trattamento, presto si vorranno le informazioni anche sui clienti svizzeri, il che farà saltare del tutto quanto resta del segreto bancario. Il tutto senza una vera e propria contropartita, salvo forse l’amnistia insita nel trattato per certi alti papaveri delle nostre banche che avranno così la sicurezza di non vedere scoperto qualche altarino del passato. I clienti esteri emigreranno verso lidi più sicuri e banche e istituti fiduciari, diminuendo il giro d’affari, taglieranno posti di lavoro.In Ticino si dice che gli impieghi del settore siano fra i 10 e i 15’000. Quanti resteranno a casa? Con ovvie conseguenze negative anche per tutto un indotto che circola attorno al modo finanziario e bancario.

2. Quali diverse conseguenze ci saranno se, al contrario, il popolo bocciasse gli accordi mediante referendum?
Non succederà niente che non stia già succedendo adesso, un ambiente di lavoro con qualche difficoltà in più, ma con cui il nostro mondo finanziario ha imparato a convivere. In compenso, il popolo avrà dato una lezione di orgoglio di alla Berna federale, cosa di cui quest’ultima ha tanto, ma tanto bisogno. Anche in altri ambiti!

3. Se si giungerà alla votazione, quale sarà il Suo voto?
Tre volte NO (poiché tre sono gli accordi).

Risponde l’on. Franco Celio, granconsigliere PLR


1. Quali conseguenze ci saranno per la piazza finanziaria svizzera se gli accordi fiscali con Germania, Regno Unito e Austria dovessero entrare in vigore?
Non essendo indovino, mi è difficile rispondere a domande del genere. Credo comunque che a breve termine un certo ridimensionamento vi sarà. In seguito potrebbe però esservi una ripresa, DOVUTA a “réclame” positiva, non più a dubbia fama!

2. Quali diverse conseguenze ci saranno se, al contrario, il popolo bocciasse gli accordi mediante referendum?
Credo che sarebbero il contrario di quanto detto sopra: una tenuta a breve termine, ma un declino in seguito. Quella di “tener su la coda” agli evasori è un’immagine che potrà anche portare clienti per qualche tempo, ma non certo a lungo…

3. Se si giungerà alla votazione, quale sarà il Suo voto?
CREDO CHE VOTERO’ per la conferma degli accordi, tanto più che le banche stesse sono di questa opinione (e personalmente credo di più ad esse che a quei politicanti che cercano solo di sfruttare le preoccupazioni dei bancari per l’immediato!).

Risponde Gabriele Lafranchi, presidente dei Liberisti Ticinesi


1. Quali conseguenze ci saranno per la piazza finanziaria svizzera se gli accordi fiscali con Germania, Regno Unito e Austria dovessero entrare in vigore?
La conseguenza più probabile è una fuga di capitali verso lidi più attrattivi. Il che sarebbe la giusta punizione per un paese che calpesta ormai con sempre maggiore regolarità i principi che stanno alla base del suo benessere. Come tutti i governi, anche il nostro Consiglio federale è da tempo in una fase degenerativa dove la legge non è più fonte di tutela della libertà e della proprietà individuale, ma un’arma di legittimazione dell’aggressione allo proprietà e allo spirito imprenditoriale degli individui. Siamo al trionfo dello statalismo, che nella sua forma più pericolosa e perversa spinge alla creazione di un cartello internazionale di stati, dove si fa di tutto per permettere al singolo di votare con i piedi. E questo in nome di una pseudo-giustizia che filosoficamente condivisa anche da gran parte della nostra classe politica. Tutto questo è molto preoccupante, anche perché i movimenti di opposizione che sembrano andare attualmente per la maggiore si limitano a chiedere più stato, o ingenuamente uno stato migliore, invece di una radicale riduzione dello statalismo.

2. Quali diverse conseguenze ci saranno se, al contrario, il popolo bocciasse gli accordi mediante referendum?
Dipenderà dalla reazione degli stati predatori che ci circondano. Per questi gruppi di potere esiste solo la forza, legalmente legittimata secondo una falsa morale. Non si può escludere che saremo vittime di ostracismo o ritorsioni economiche. Devono pur dare la colpa dei loro fallimenti (politiche sbagliate, keynesianismo, compra-vendita di voti) a qualcuno. Una conseguenza positiva la intravvedo sul piano interno. E’ noto che a Berna ci siano progetti per ridurre ulteriormente la tutela della privacy (quel poco che resta di segreto bancario) per ragioni anche qui fiscali. Ecco, forse, e dico forse, la bocciatura degli accordi potrebbe portare la consigliera federale Widmer-Schlumpf a darsi una calmata. Almeno per un po’.

3. Se si giungerà alla votazione, quale sarà il Suo voto?
Voterò “no”. Credo ci si debba sempre opporre a forme di repressione della libertà altrui. Inizialmente non ci toccano, riguarda solo gli altri, per di più stranieri, e tendiamo quindi a non darci troppa importanza. Ma stiamo certi che prima o poi toccherà anche a noi. Questi 5 anni di crisi dovrebbero aver aperto gli occhi anche al più ingenuo sulla vera natura dei governi.

Risponde l’avvocato Stelio Pesciallo, membro del Comitato direttivo di AreaLiberale, già capo dell’Ufficio legale di UBS Ticino


1. Quali conseguenze ci saranno per la piazza finanziaria svizzera se gli accordi fiscali con Germania, Regno Unito e Austria dovessero entrare in vigore?
Guardiamo al contenuto degli accordi. La clientela bancaria straniera è messa davanti alla scelta tra aderire alle convenzioni, autodenunciarsi o abbandonare il territorio svizzero. Sono previsti: l’impegno (un unicum a livello internazionale) di incassare le imposte per uno Stato straniero; segnatamente nell’accordo con la Germania la fissazione di aliquote massimali punitive e l’imponibilità aggiuntiva dell’imposta di successione che potrebbe portare ad un’imposizione complessiva superiore al 70%; la facoltà, segnatamente per il fisco tedesco, di verificare in loco presso le banche svizzere su un certo numero di conti l’esecuzione dell’accordo; il preventivo pagamento da parte delle banche svizzere agli Stati stranieri di una parte delle presunte future incette fiscali; l’informazione alle controparti straniere su quali Stati esteri sono stati versati gli averi di quei clienti che non hanno voluto aderire alle convenzioni; nessun impegno formale, contenuto nell’accordo, da parte germanica, di non usufruire in futuro dei dati di liste di clienti trafugate da banche svizzere; gli alti costi di esecuzione dell’accordo a carico del sistema finanziario elvetico; e soprattutto l’assenza di certezze che in futuro l’anonimato del cliente che ha aderito alla convenzione possa in ogni caso essere garantita. Si tratta di condizioni chiaramente insostenibili che, se realizzate, penalizzerebbero gravemente la piazza finanziaria svizzera.

2. Quali diverse conseguenze ci saranno se, al contrario, il popolo bocciasse gli accordi mediante referendum?
Gli accordi sono talmente squilibrati e per noi svantaggiosi che bisogna resistere. Sarebbe un segnale importante verso l’interno e verso l’estero: manifestazione di sfiducia verso il Consiglio federale e salvaguardia delle prerogative del sistema legale svizzero. Purtroppo il sistema politico svizzero ha dimostrato di remare contro la volontà popolare per cui vi saranno altri tentativi in tal senso. Per contro non ritengo probabili particolari reazioni dall’estero: nei prossimi tempi non sono da escludere reazioni popolari nei confronti del sistema politico che regge gli stati indebitati che saranno troppo occupati a risolvere i loro problemi.

3. Se si giungerà alla votazione, quale sarà il Suo voto?
Voterò NO, senza esitare.

Risponde Mauro Damiani, coordinatore dell’ASNI sezione Ticino e membro del Direttivo nazionale


1. Quali conseguenze ci saranno per la piazza finanziaria svizzera se gli accordi fiscali con Germania, Regno Unito e Austria dovessero entrare in vigore?
È ora di svegliarsi e di smetterla di piangersi addosso quando i buoi sono fuori dalla stalla. È già successo con gli accordi di Schengen dove la politica si è “stranamente” dimenticata di dire all’elettorato che nell’UE esiste la clausola opt-out (clausola di esenzione) che consente eccezioni ad accordi comunitari. Irlanda e Regno Unito, per esempio, non partecipano agli accordi di Schengen. Nell’intera UE dei fallimenti di Stato, sono in vigore ben 13 eccezioni; secondo i nostri a Berna la Svizzera non aveva scelta … gli altri l’hanno avuta. Con questi nuovi accordi, che non sono altro che un concentrato di obblighi, che consentiranno alle piazze finanziarie estere di fare esattamente quello che ha fatto la Svizzera fino a oggi, impedendo però a quest’ultima di poter continuare a farlo. In altre parole una classica distruzione del nemico attraverso una guerra economica delle più classiche. È incredibile assistere a un’arrendevolezza così importante del nostro Paese, i nostri avi si stanno rivoltando nella tomba. Cosa succederà? Ovviamente se un evasore fiscale, per esempio tedesco, fosse obbligato (o meglio tradito dalla banca svizzera di turno) a trasformare la sua situazione da illegale a legale, non avrà più alcun motivo di tenere il suo patrimonio ormai dichiarato in Svizzera e quindi se lo porterà o nel suo paese o in Paese accondiscendente , visto che ce ne sono ancora e grazie agli accordi ce ne saranno di nuovi almeno tre. Bisogna comunque chiarire bene che in questi accordi, ciò che è obbligatorio per la Svizzera, diventa solo un’opzione per la controparte alla faccia della reciprocità che, de facto, non esiste. Già solo questo aspetto dovrebbe indurre i nostri abilissimi negoziatori a rimandare i contratti al mittente. Bisogna che i nostri rappresentanti si rendano conto che ogni volta che s’inchinano agli stati esteri, tradiscono il Popolo sovrano … e poi si stra-parla di collegialità, e bravi i politici che ci difendono sempre …Le conseguenze sono facilmente ipotizzabili, si va dai licenziamenti di massa nel settore bancario e parabancario fino alla sostituzione di una parte di lavoratori con nuovi frontalieri per poi vendere la qualità bancaria svizzera…

2. Quali diverse conseguenze ci saranno se, al contrario, il popolo bocciasse gli accordi mediante referendum?
Nessuna conseguenza! I negoziatori svizzeri dovranno mostrare e dimostrare che non abbiamo intenzione di svenderci (anzi, regalarci) all’UE come auspicano tutti i paesi alla canna del gas; speranza dettata esclusivamente dal fatto che potrebbero così spremerci come limoni e portarci al loro livello di disperazione. Sarebbe quella l’occasione di riguadagnare la fiducia di almeno una parte di coloro che hanno già trasferito altrove i loro averi, dopo essersi resi conto che da noi il rischio di calare le braghe è troppo elevato. Con una sonora sconfitta elettorale, qualcuno potrebbe anche tornare a fidarsi di noi.

3. Se si giungerà alla votazione, quale sarà il Suo voto?
Ovviamente no, no, NO.

Risponde il professor Orlando del Don, granconsigliere UDC


1. Quali conseguenze ci saranno per la piazza finanziaria svizzera se gli accordi fiscali con Germania, Regno Unito e Austria dovessero entrare in vigore?
Qualora gli accordi fiscali dovessero malauguratamente (ipotesi assurda) entrare in vigore dovremo fare i conti subito con un indebolimento della nostra piazza finanziaria e produttiva, come pure alla messa in pericolo di moltissimi posti di lavoro. Unitamente a ciò bisognerà considerare che i cittadini svizzeri avranno una serie di ulteriori fastidiose quanto inevitabili conseguenze negative che vanno da un aumento dei costi legati agli interessi debitori, alla perdita della sovranità nazionale, dall’incoraggiamento del commercio di dati bancari rubati, all’ulteriore indebolimento del nostro segreto bancario, della nostra privacy e della sfera privata del cittadino.

2. Quali diverse conseguenze ci saranno se, al contrario, il popolo bocciasse gli accordi mediante referendum?
Se i previsti accordi dovessero invece essere bocciati tramite referendum i vantaggi per noi sarebbero molto importanti e tangibili, anche se non subito visibili e/o monetizzabili. Si pensi solo al prestigio della Svizzera a livello internazionale che, con questa decisione del popolo, dimostrerebbe la volontà precisa di voler respingere i ricatti dell’UE, difendendo il nostro modello svizzero che è da tutti visto come un’ancora di salvezza e di giustizia sociale in un’UE allo sfascio, ma anche il fatto che in tal modo eluderemmo il pericoloso vassallaggio che vorrebbe fare della Svizzera l’esattore fiscale per gli stati dell’UE, come pure che con questo no del popolo testimonieremmo ancora più fermamente la sovranità del territorio svizzero che in tal caso non verrebbe usurpato e violato da nessun alto funzionario del fisco straniero.

3. Se si giungerà alla votazione, quale sarà il Suo voto?
Pur sapendo che in ogni caso gli attacchi alla Svizzera non verranno fermati dall’esito del voto popolare (sia in un senso che nell’altro) e, quindi, a maggior ragione, come pure con la consapevolezza che questo ricatto dell’UE rappresenta un patetico e perverso asservimento senza nessuna contropartita per la Svizzera – e quindi, mi ripeto, a maggior ragione ancora e con ulteriore chiara convinzione – il mio voto sarà un No deciso.

Risponde il professor Franco Cavalli, già consigliere nazionale PS

1. Quali conseguenze ci saranno per la piazza finanziaria svizzera se gli accordi fiscali con Germania, Regno Unito e Austria dovessero entrare in vigore?
Credo che rimarra’ grosso modo tutto come adesso, nonostante la solita campagna intimidatoria. Ad ogni modo, è ora che la finiamo di essere il ricettacolo di tutti i capitali in fuga: ci sono migliaia di miliardi che ogni anno sfuggono al fisco dei paesi. Se cosi non fosse,la maggior parte dei problemi del mondo sarebbero risolti… chi favorisce la fuga dei capitali e l’evasione fiscale, è corresponsabile della fame nel mondo e del fatto che miliardi di persone vivono in condizioni subumane.

2. Quali diverse conseguenze ci saranno se, al contrario, il popolo bocciasse gli accordi mediante referendum?
A quel momento aumenterebbe la pressione internazionale per farci accettare lo scambio automatico di informazioni, unica soluzione per finirla con gli evasori fiscali: che non sono dei gentiluomini “che sbagliano”, ma gente che commette azioni illegali, spesso criminali.

3. Se si giungerà alla votazione, quale sarà il Suo voto?
Votero’ NO, per la stessa ragione per la quale il referendum è stato lanciato anche dai giovani socialisti, che anzi erano stati i primi a pensarci e a parlarne. Cioé, rifiutare Rubik e obbligarci allo scambio automatico d’informazioni.

Risponde Pierre Rusconi, consigliere nazionale UDC


1. Quali conseguenze ci saranno per la piazza finanziaria svizzera se gli accordi fiscali con Germania, Regno Unito e Austria dovessero entrare in vigore?
Credo che gli accordi porteranno ad una perdita di clientela per i nostri istituti bancari e che la nuova politica del denaro dichiarato non sia incentivante per la nostra attivita finanziaria. Avremo una forte concorrenza, più disponibile e meno costosa per la clientela estera.

2. Quali diverse conseguenze ci saranno se, al contrario, il popolo bocciasse gli accordi mediante referendum?
Una bocciatura degli accordi da parte della Svizzera o, come possibile, degli altri stati comporterà una rinegoziazione su nuove e meno sfavorevoli basi.

3. Se si giungerà alla votazione, quale sarà il Suo voto?
Voterò certamente per il referendum.