Qualche giorno fa è stato riportato da tutti i mass-media il pronostico risultante da un sondaggio della Isopublic A.G., secondo il quale gli accordi fiscali con Germania Austria e Gran Bretagna verrebbero oggi approvati da oltre il 70 percento dei cittadini svizzeri (ricordo che è in corso attualmente la raccolta firme per il referendum da parte dell’ASNI, Azione per una Svizzera neutrale e indipendente). Pur in questi giorni di caldana soffocante, mi meravigliavo che nessun giornalista avesse osato esprimere dei dubbi sulla attendibilità del citato sondaggio.

Ma oggi fortunatamente ricevo la “Weltwoche” e vi leggo un trafiletto di Urs Paul Engeler, sempre ficcante e che non ne perdona una ai sondaggisti schierati e anche ai suoi colleghi “ministeriali”. Engeler rinfresca in modo opportuno la memoria sul fatto che la stessa Isopublic all’inizio del 2011, a poche settimane dalla votazione sull’iniziativa della Sinistra contro la detenzione delle armi di servizio, dava la citata iniziativa vincente con uno scarto del 12 percento di differenza, mentre poi in votazione la stessa fu respinta dal 55,7 percento dei cittadini e solo il 44,3 percento di favorevoli.

Sempre nella primavera 2011 (Engeler dixit) la Isopublic dava per esempio il consigliere di Stato zurighese uscente Hans Hollenstein come sicuramente rieletto in testa a tutti e con il 52 percento delle preferenze dei cittadini; in realtà il signor Hollenstein non venne invece rieletto… Insomma, questi sondaggisti (e lo stesso discorso vale beninteso anche per altre ditte, non solo per la Isopublic: si pensi per es. al noto Claude Longchamp sondaggista privilegiato della SSR) sono da prendere con le pinze, perché in taluni casi il sospetto di manipolazione voluta per favorire un determinato schieramento è più che lecito… diremmo anzi che esso “liegt auf der Hand” come dicono i tedeschi, ovvero è talmente evidente che non si può non vederlo! In questo caso il motivo della manipolazione potrebbe essere secondo noi quello di scoraggiare la raccolta di firme in corso.

Ma non lasciamoci scoraggiare: le firme verranno raccolte e, dopo una adeguata campagna di votazione, non è poi così sicuro che questi Accordi verranno accettati. Anzi, con quello che succede ora nella zona euro e con le pressioni quasi quotidiane contro il nostro Paese (reo di fare i propri compiti diligentemente), ci stupirebbe se il popolo svizzero accettasse questi accordi, che sono l’ennesimo cedimento in malomodo del nostro Governo alle pressioni estere. L’idea Rubik poteva essere anche buona, ma le trattative sono state condotte talmente male e sono state accompagnate da così tanti passi falsi delle nostre autorità (vedansi per es. i nomi dei funzionari di banca dati a loro insaputa ad autorità estere), che dei cittadini svizzeri fieri del proprio Stato di diritto non possono che votare No.

Paolo Camillo Minotti, Bellinzona