Questa intervista è stata realizzata il 18 ottobre 2011 a Bellinzona, nel pomeriggio. Siamo nello studio dell’avv. Tuto Rossi, candidato al Consiglio nazionale per i Verdi liberali democratici. L’intervista dura un’ora e un quarto. Essa è stata da me trascritta in modo fedele, benché non letterale.

Non è mai stata pubblicata. L’ho ritrovata stamani in un “cassetto” del mio computer, l’ho riletta attentamente e ho pensato che, tutto sommato, risulta interessante ancora oggi.


Francesco De Maria



Francesco De Maria Allora, Avvocato, abbiamo un nuovo partito. Come si chiama?
Tuto Rossi Verdi liberali democratici.

Ottimo. E quando è stato fondato?
TR Uhm… lo scorso mese di agosto.

Quali le linee programmatiche essenziali?
TR Per incominciare, ovviamente, l’ecologia intesa nel suo significato tradizionale. Ma non solo. Esiste anche un’ecologia della natura umana, e un’ecologia della politica. Anche queste ci interessano, anche a queste puntiamo. Poi la funzione imprescindibile dell’economia privata, ma sottratta al liberismo sfrenato di stampo reaganiano o thatcheriano. Questo tipo di liberismo è una catastrofe. Poi la difesa della piazza finanziaria svizzera. Vi lavorano 130.000 persone oneste! Ma la cecità e l’ingordigia di certi capi hanno danneggiato tutto il settore. Grandi banche sono state scalate da incompetenti criminaloidi, il loro agire altamente nocivo è stato tollerato.

Lei era socialista, vero?
TR Da giovane militavo nel PSA, che fu fondato nel 1969. Quegli anni “ruggenti” non li dimenticherò mai. Dopo che nel 1991 Martinelli ebbe sconfitto Bervini, il PSA(U) e il PST si riunificarono, ma i Socialdemocratici si ritrovarono chiaramente perdenti. Nacque quello che io chiamo il PNT, Partito Nepotista Ticinese. In quell’epoca io entrai nel Consiglio d’Amministazione di BancaStato, in quota socialista. La mia nomina fu sponsorizzata da Pietro Martinelli. 17 erano allora i membri del CdA, nel 2011 non sono che 7. Oggi come allora le nomine sono rigidamente lottizzate.

E qui viene il bello, ma sarebbe meglio dire il brutto. Il consigliere d’amministrazione di BancaStato, anzi addirittura Vicepresidente, si ritrova come cliente della banca implicato in rischiose operazioni sui prodotti derivati, nel turbine dell’11 settembre 2001. L’America è assalita, il mondo vacilla e ha paura, crollano le borse (e crollerà anche la Swissair). All’improvviso Lei si ritrova con un buco tremendo (ai tempi si diceva 21, oggi pare siano 13, milioni) e un’accusa pesante, da “condividere” con il suo consulente. Quei soldi ovviamente andarono persi, e furono persi dal contribuente ticinese. Dopo un lungo iter giudiziario di non meno di 9 anni, Lei si ritrovò sulle spalle una condanna definitiva. Questi i fatti, in estrema sintesi. Lei si sente innocente?

TR C’è una verità giudiziaria e una verità della coscienza. Io sono e mi sento innocente.

Ma non riuscì a convincere i giudici…
TR No, non ci riuscii. Anche perché nei primi giorni, passati sotto grave choc, mi feci indurre da un avvocato a firmare una dichiarazione con la quale in sostanza riconoscevo la mia colpevolezza. Dopo mi fu difficile “recuperare”. Nel complesso quella vicenda fu una prova umana durissima. Ma io sono un po’ filosofo e dico: “Anche di queste cose può riservarci la vita”.

Su questo spinoso argomento vuole aggiungere ancora qualcosa?
TR Sono convinto di essere stato vittima di una grave disparità di trattamento. Altri clienti nelle mie stesse condizioni furono lasciati in pace o addirittura risarciti. C’è una perizia autorevole della KPMG sulla responsabilità delle gravi perdite. Essa individua chiare manchevolezze nel sistema di controllo interno di BancaStato. Ma Tuto Rossi doveva essere condannato… affinché i vertici della banca potessero essere scagionati.

Dunque un capro espiatorio?
TR Io mi ritengo tale. La banca spese milioni, milioni veri, in onorari d’avvocato per far condannare Tuto Rossi. Furono assunti i più celebri specialisti.

E l’ultima iper-mediatizzata vicenda di BancaStato, la sostituzione del direttore generale Barbuscia?
TR Deplorevole. Pelli si è comportato come se la banca fosse di sua proprietà: essa appartiene invece ai cittadini ticinesi.

La Sua odissea è durata all’incirca 9 anni, e questo non è neppure un record. Che cosa pensa della celerità (forse sarebbe meglio dire: della “lumachità”) della giustizia?
TR Guardi, non è questione di mezzi, come tentano di farci credere. Si fanno i processi che si vogliono fare, non si fanno quelli che non si vogliono fare, o che non conviene fare. Il caso Sogevalor è emblematico. Un reato e una perdita molto gravi, più di 100 milioni, ma si va dritti alla prescrizione! Per 5 anni la procuratrice non fece nulla, non compì alcun atto d’indagine.

Intervistatore (stupefatto, lui non sa nulla di tutto ciò) Oh!
TR Mi dica, professore, qual è l’uomo più potente in Svizzera?

Il… il Presidente della Confederazione.
TR Sbagliato, sbagliatissimo. È il Procuratore Pubblico!

La lunga e interessante intervista si avvia alla fine.

TR A 55 anni postulo una carica politica ma non certo una carriera politica.

Ma con questo partito non può farcela.
TR Per il momento no. Ma ho la possibilità di esprimere a voce alta le mie idee nel corso della campagna elettorale. Lei è persino venuto a Bellinzona a intervistarmi per TicinoLive.

Una domanda che è il mio pallino. Chi saranno gli eletti agli Stati?
TR Abate e Morisoli.

Intervistatore (non ci aveva pensato) Bel colpo. Il Socialismo ha un futuro?
TR Il Marxismo sì, questo Socialismo NO. Perché si è bloccato su posizioni ferocemente stataliste e assistenzialiste, e non fa altro che difendere i privilegi di certi segmenti della società. Dichiara di aderire all’economia di mercato, ma non la rispetta e non la capisce.

Per quanto attiene all’Unione Europea?
TR Nessuna adesione. Stop assoluto a nuovi Bilaterali. Dedicarsi a un’applicazIone corretta di quelli già esistenti.

Lei vede qualcosa di positivo nella Lega?
TR Vuole scherzare? Ha cambiato il mondo! E in certe cose è realmente diversa. Guardi Borradori. Lui non è clientelare. Eccezionale.

Lei ha dichiarato, alquanto audacemente; “Prima o poi arriverò a Berna”.
TR L’ho detto e glielo confermo.

Allora auguri! Avvocato, grazie per avermi regalato un’ora del Suo tempo.