La corte criminale presieduta dal giudice Zali ha emesso un verdetto clamoroso, che ha suscitato lo sconcerto dei parenti della vittima. Mitra Djordjevic, 49enne serba al quarto matrimonio, non ha istigato il figlio 17enne D.D. ad assassinare barbaramente il marito Arno Garatti, il 1° luglio 2011 a Daro.

Il figlio che l’accusa non è credibile e il movente pecuniario non ha rilevanza sufficiente. Dopo 20 lunghissime ore di camera di consiglio la corte ha applicato l’antico e sempre valido principio in dubio pro reo. Alla lettura della sentenza la donna non ha battuto ciglio. Sarà scarcerata a breve. Pure assolto dall’accusa principale di correità in assassinio – per la quale era stata chiesta, come per la donna, la reclusione perpetua – il commerciante portoghese Mario Paiva, che aveva fornito (senza sospettare) l’ascia arma del delitto. La sua presenza nell’appartamento della vittima al momento del bestiale crimine non è stata provata al di là d’ogni dubbio.

L’autore materiale dell’uccisione di Garatti, il figliastro minorenne D.D., sarà processato in seguito. La pubblica accusa ha preannunciato ricorso contro la sentenza, così come, verosimilmente, farà la parte civile.

(fonte: CdT)