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Due incontri riservati tra le autorità svizzere e quelle italiane per accelerare gli accordi di collaborazione fiscale. Dalle discussioni emerge una possibilità inquietante : un’eventuale aliquota del 25% imposta agli “esportatori di valuta” italiani per regolarizzare i depositi espatriati in Svizzera.

Entrambi gli Stati vedono in gioco interessi molto concreti, scrive il Corriere della Sera : “Il fisco italiano riuscirebbe per la prima volta a mettere le mani sul «tesoretto» esportato in Svizzera (la stima prudenziale è di 160 miliardi di euro, la Finanza di Como ne ha intercettati alla dogana di Chiasso altri 40 milioni dall’inizio dell’anno).
La Svizzera, pressata dalla comunità internazionale è disposta a tassare i risparmi dei cittadini esteri in cambio del mantenimento dell’anonimato sui titolari dei conti, essenza stessa del segreto bancario elvetico.
[…] Fonti informali del ministero dell’Economia fanno sapere da Roma che il confronto deve ancora affrontare nodi cruciali, che l’ipotesi più realistica è la sigla di un patto all’inizio del 2013 e che infine l’Italia incasserebbe i primi soldi sui capitali esteri tassati nel 2014.
«Stringere i tempi è fondamentale perché occorre impedire che i capitali esportati si spostino dalla Svizzera verso altri lidi – commenta l’europarlamentare italiana del Pdl Lara Comi.”