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I pareri divergono in seno alla comunità scientifica svizzera per sapere se si deve continuare o meno a usare l’atomo. La ricerca nucleare deve comunque andare avanti, secondo le Accademie scientifiche svizzere.

Le quattro Accademie – scienze naturali, scienze umane e sociali, scienze mediche e scienze techniche – hanno presentato giovedì a Berna la loro analisi del futuro dell’approvvigionamento energetico da qui al 2050.
Le Accademie sostengono diversi obiettivi del Consiglio federale, come l’utilizzo più efficace dell’energia e lo sviluppo delle energie rinnovabili. Tuttavia non si sono messe d’accordo circa il punto centrale dell’uscita dall’energia nucleare.
Opinione condivisa è però la necessità di proseguire la ricerca sull’atomo. Non si tratta unicamente della questione delle scorie ma anche di ricerca fondamentale concentrata in particolare sui nuovi concetti di reattori. Heinz Gutscher, presidente delle quattro accademie, ha ricordato che la fusione nucleare rimane teoricamente una pista promettente.

Nel loro rapporto gli scienziati sottolineano la grande sfida che attende la Svizzera : il sistema energetico va modificato in profondità a seguito della decisione del Consiglio federale di abbandonare l’energia nucleare.
Le nuove energie rinnovabili oggi rappresentano solo il 2.2% della produzione, contro il 40% dell’energia nucleare.
Per fare a meno dell’atomo si dovranno sviluppare le energie rinnovabili al massimo del loro potenziale. Oltre al criterio economico va anche analizzata la possibilità di impianti eolici e solari sul territorio.
La rete energetica va reinventata per adattarsi a una produzione che fluttua a dipendenza della fascia oraria e delle stagioni e che sarà sempre più decentralizzata. In quest’ottica si dovranno aumentare le capacità di stoccaggio, in particolare tramite il sistema di pompe e turbine.
Per ottimizzare la sicurezza dell’approvvigionamento, saranno necessari investitori per collegare la Svizzera a un’eventuale futura rete europea. I costi si situerebbero tra 12 e 42 miliardi di franchi.