C’è una certa apprensione di questi tempi alle Officine di Bellinzona, apprensione che è facilmente palpabile fra i dipendenti.

Il 6 luglio scorso il Direttore generale delle FFS, Andreas Meyer, ha “fatto visita” al Consiglio di Stato, si suppone per informare il nostro esecutivo cantonale sul futuro a medio e lungo termine dello stabilimento di Bellinzona. Cosa si saranno detti di “così privato”, considerato che nulla di ufficiale è trapelato? Ci piacerebbe tanto saperlo visto che i 5 Consiglieri di Stato ci rappresentano. E’ forse chiedere troppo? Non penso considerate “le sorprese” del passato. Per inciso devo però riconoscere per correttezza e lealtà, che durante il duro periodo dello sciopero ma anche dopo, Marco Borradori è stato senza dubbio il Consigliere di Stato più attivo e autorevole. Non perché fa parte della Lega, ma perché è così. A tal proposito ricordo, come fosse ora, il famoso incontro al Bigorio fra Comitato di sciopero e direzione FFS, dove Borradori fece arrabbiare e non poco Andreas Meyer sulla questione della fiducia.

Due settimane fa ho letto su un nostro quotidiano un servizio di circa mezza pagina (non le solite tre righe per intenderci) nel quale si parlava di una possibile privatizzazione di FFS Cargo, tema di recente affrontato in una delle sedute di Consiglio Federale e che potrebbe (il condizionale è d’obbligo) arrivare in Parlamento prossimamente. L’anno 2013 coincide con la scadenza e il rinnovo (come?) del CCL delle FFS e, sempre nel 2013 il mese di marzo, Meyer in persona dovrebbe essere alle Officine di Bellinzona per informare anche sul futuro dello stabilimento (?).

Non so perché ma ci sono troppe coincidenze in tutta questa storia e Andreas Meyer è una persona tutt’altro che “superficiale”, nel senso che non lascia nulla al caso. In poche parole: lui fa il suo mestiere; spetta agli altri (i politici) il compito di eventualmente contrastarlo. Piaccia o non piaccia a qualcuno le Officine FFS di Bellinzona danno lavoro a più di 400 persone, fra le quali parecchi ticinesi o domiciliati, anche se il numero dei frontalieri fa pensare.

Il Ticino con Alptransit (a cosa servirà realmente?) ha già “subito” parecchio e dato molto dal punto di vista territoriale ma non solo, quindi è giusto far valere le nostre ragioni verso Berna e, se necessario, in modo deciso. Mi fermo qui perché potrei diventare pessimista e anche acido, ma purtroppo le esperienze passate lasciano il segno.

Di certo è che attorno a tutte queste “strane” coincidenze c’è di riflesso un silenzio assordante (Bellinzona dov’è?) specie da parte dei nostri politici – anche quelli che siedono in Gran consiglio (salvo rarissime eccezioni) o che sono a Berna (salvo rarissime eccezioni) – che, spero vivamente, non “facciano finta” di stupirsi al momento opportuno. Di solito capita così! Per i sindacati, siamo alle solite, stesso discorso. Non faccio processi alle intenzioni e spero di sbagliare, ma certe coincidenze possono e dovrebbero far pensare…

Donatello Poggi, artigiano FFS
Lega dei Ticinesi