Semisvincolo di Bellinzona: la storia sembra ripetersi Come tanti ticinesi anch’io il 23 settembre voterò un sì convinto al semisvincolo di Bellinzona, sicuro che per la collettività i benefici sono superiori agli effetti negativi. Certo, è giusto soppesare i vari argomenti pro e contro perché in fin dei conti lo sappiamo tutti che una soluzione solo positiva o solo negativa non esiste; come in questo caso, bisogna avere il coraggio di trovare una soluzione di compromesso nell’interesse del bene pubblico.

Tuttavia, non è certo mia intenzione ripetere quanto molti hanno già ben detto a favore del semisvincolo, tra cui anch’io in un altro articolo dedicato a questo tema: la maggiore fluidità del traffico, la creazione di una nuova alternativa stradale (e non di una nuova strada), la messa in funzione di un sistema “Park & ride” (parcheggio e trasporto pubblico), la continuità verso progetti di mobilità lenta (passerelle sul fiume Ticino, ecc.) così come la presa di coscienza di un miglioramento costante della qualità dell’aria nel corso dell’ultimo ventennio (soprattutto grazie alla maggiore efficienza dei motori). Quindi, non volendo soffermarmi su questi argomenti facilmente condivisibili, vorrei piuttosto osservare come continua imperterrito il vizietto di non partecipare attivamente alla costruzione delle decisioni democratiche, per poi arrivare ad un minuto a mezzanotte – tra l’altro dopo che sono già avvenuti vari investimenti infrastrutturali – per distruggere tutto in maniera peraltro poco propositiva.

Certamente, ho pieno rispetto per l’opinione altrui e ancor di più per l’istituto del referendum di cui ci ha fatto dono la nostra democrazia. Mi chiedo però come mai le persone che oggi si oppongono al progetto non si sono fatte vive prima della sua realizzazione finale. Ho la sensazione che purtroppo la storia si ripeta. Tutti i ticinesi ricordano la votazione sull’A2-A13 in cui è stato presentato un progetto, tra l’altro discusso per anni, sia a livello politico sia con la società civile. Ma all’ultimo momento le voci contrarie affossarono il collegamento sul Piano di Magadino vendendo fumo. E oggi tutti conosciamo la situazione che devono affrontare gli automobilisti che da Locarno si recano a Bellinzona o Lugano.

Parlando di fatti che riaccadono si potrebbe anche menzionare la bretella della montagna nel Mendrisiotto, un collegamento importante che ha avuto un esito simile alla votazione della strada tra Locarno e Bellinzona. Per concludere auspico che nel prossimo futuro la partecipazione democratica ai progetti infrastrutturali abbia il pieno sostegno, per lo meno nella fase di elaborazione, da parte di coloro che sembrano opporsi a tutto lo sviluppo, senza mai portare critiche costruttive che possano essere d’aiuto alla realizzazione finale e condivisa del progetto.

Marco Passalia deputato PPD in Gran Consiglio