In questi giorni è stata promossa da Eros Mellini, e subito sostenuta dai comuni di Losone e Ronco s/Ascona (si attendono altre adesioni nei prossimi giorni), la raccolta di firme per la petizione contro un possibile secondo nuovo centro asilanti in Ticino.

Da fonti ben informate, si è venuti a sapere che il Dipartimento Federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS) ha fatto un triage dei possibili stabili dell’esercito da utilizzare a questo scopo selezionando così 4 zone. Ignoriamo quali siano questi altri tre centri, ma sappiamo per certo che uno dei due centri “papabili” è proprio quello di Losone. Per chi ignorasse l’ubicazione di tale caserma è presto detto: è a solo 1 km di distanza dal centro di Losone, quindi ancora in pieno abitato!

Seppure non ci sia una voce ufficiale in materia, ormai è cosa certa; sceglieranno uno di questi centri. E proprio la vicinanza di tale caserma al centro abitato del suddetto comune ha spinto persone come me a darsi a fondo nella raccolta firme. Scrivo questo articolo, perché in questi giorni di raccolta firme, specie alla bancarella in Piazza Dante a Lugano, alcuni non hanno voluto firmare “perché tanto non è vicino a dove abito”; come se non fosse un problema che li tocca da vicino mentre invece è qualcosa che tocca tutti noi da vicino.

I problemi di convivenza tra la popolazione e gli “ospiti” del centro asilanti a Chiasso ha raggiunto ormai livelli intollerabili. I fatti di cronaca in questo comune sono ormai quotidiani e vanno dal non rispetto della popolazione, ai danni ad edifici circostanti, a veri e propri atti criminosi che non sono localizzati solo lì ma che si estendono un po’ su tutto il Cantone (vedi ad esempio il fatto di sangue sul Tilo). Immaginiamoci ora per un momento, l’apertura di tale centro nel Locarnese, una delle zone più turistiche del nostro territorio.

In un momento come questo, dove il turismo ticinese non se la passa bene, chi verrebbe – memore di quanto sta succedendo a Chiasso – a farsi una vacanza a Losone e dintorni? Risposta: nessuno! Andremmo a perdere quella fetta di turismo, in prevalenza della Svizzera interna e tedesco, e l’automatica risposta ad un calo così importante sarebbe certamente quello di ridurre i posti di lavoro con conseguente aumento della disoccupazione.

Tutto ciò è conseguenza del lassismo imperante di certi ambienti politici: lasciare le “porte aperte” a tutti i costi, sostenere bilaterali con accordi che noi gonzi rispettiamo unilateralmente, perché in Italia la parola “reciprocità” non sanno neanche dove stia nel vocabolario. Infatti, questa lascia che arrivino al confine anche persone che non dovrebbero neanche avere accesso a tali centri (come la ragazza del Tilo sposata ad un italiano!) senza preoccuparsene troppo.

Per tutti questi motivi invito tutti a firmare la petizione, se necessario ordinando l’apposito formulario a emellini@bluemail.ch o Tel. 079 620 38 84, ritornandolo poi a Eros Mellini, C.P. 6193, 6901 Lugano.
Per chi è più aduso al metodo informatico, si può aderire alla petizione anche online, entrando nel sito:http://www.petizionionline.ch/petizione/no-al-centro-per-richiedenti-l-asilo-nell-ex-caserma-di-losone/85.

Entrambi i formulari vanno sottoscritti entro il 15 settembre! Ricordo inoltre che una petizione può essere sottoscritta da tutti, purché residenti in Svizzera!

Lara Filippini – Deputata UDC in Gran Consiglio