La notizia del ritrovamento di un frammento di papiro copto risalente al 4. secolo nel quale si legge come Gesù parlasse di una donna che pur essendo sua moglie poteva essere anche sua discepola, riporta in auge un’altra questione : la croce come simbolo della morte di Gesù.

La Chiesa rappresenta sistematicamente il supplizio di Gesù inchiodato a una croce sulla cima di una collinetta appena fuori Gerusalemme. Secondo lo storico Gunnar Samuelsson, professore all’Università di Gothenburg, in Svezia, Gesù non è morto crocifisso.

Samuelsson sostiene che non vi è prova alcuna che i romani praticassero la crocifissione ai tempi di Gesù.

La leggenda della sua morte in croce si fonderebbe piuttosto su una errata traduzione della Chiesa e su illustrazioni artistiche, piuttosto che su comprovati testi antichi.

Samuelsson afferma che la Bibbia è stata male interpretata. Nei testi sacri è scritto che Gesù portava uno “stauros” verso il Calvario, il che non significa necessariamente “una croce”, quanto magari un semplice palo.

I testi in greco antico, in latino e la letteratura ebraica descrivono un arsenale di supplizi ma nessuna menzione viene fatta per la croce o per la crocifissione, conclude Samuelsson : l’idea di Gesù messo in croce va dunque seriamente rimessa in causa.

(Fonte : Telegraph.co.uk)