“C’è della ragione in questa follia?”. Questo è stato il mio primo pensiero quando, quest’estate, vi sono state le prime avvisaglie ed indiscrezioni su quanto stava capitando nella sanità ticinese a seguito delle scelte e strategie dell’EOC e del DSS. Anche a seguito di quanto giustamente scritto dal Prof. Claudio Marone e che, a mio avviso, meritava ben altri approfondimenti e considerazioni!

Ma la risposta alla mia domanda ricordata sopra avrebbe potuto e voluto essere anche affermativa; ed è quello che voglio ancora credere e sperare. Cionondimeno molte sono le perplessità e i dubbi che sempre più si sovrappongono in questa vicenda. Sono certamente consapevole di non essere in linea con coloro i quali, invece, sembrano aver già accolto fatalisticamente quanto l’EOC ci sta preparando, ma è opportuno essere molto rigorosi e attenti a questo proposito: la posta in gioco essendo altissima e delicatissima. Ragione per cui non è proprio il caso di aprire questo dossier peccando subito di dabbenaggine e superficialità.

Ma andiamo con ordine, pronto come sono a rivedere questo mio scetticismo qualora mi si dimostrasse di essere stato troppo critico e severo nella mia analisi. Certamente sarei molto più sereno e rassicurato se i vertici dell’EOC facessero ora, oltre che la tanto attesa chiarezza, anche un po’ di autocritica quando – davanti all’evidenza – non si può negare che oggi, con questi improvvisati equilibrismi e cambi di rotta (di collo) stiamo pagando le colpe delle scelte poco avvedute e ancor meno lungimiranti di ieri. Ma, come accennato, se questa dovrà essere la strada per la buona sanità ticinese del futuro, inclusa la medicina di punta, ben venga allora lo stravolgimento e i sacrifici che ci si prospettano. Prima però bisognerebbe fare piazza pulita di molte zone grigie, dubbi, perplessità ed incongruenze evidenti. Non sarà questo un elenco esaustivo, necessariamente, ma cionondimeno un primo tentativo di rettificare ed inquadrare i principali aspetti legati al tema che ci sta a cuore.

La prima considerazione da fare è anche la più semplice e diretta, e cioè che la decisione della Confederazione riguardo le scelte sanitarie non regola tutte le politiche dell’EOC e del DSS in questo ambito: o, ancora meglio, a ognuno le proprie competenze e responsabilità evitando di fare di tutte le erbe un fascio. La seconda riguarda proprio il concetto di ospedale multisito sul quale si è in questi anni investito moltissimo in quanto a risorse ed aspettative e sul quale ci si deve porre la domanda a sapere come e perché ora questo concetto sia improvvisamente decaduto a vantaggio di un nuovo concetto che prevede l’istituzione di un ospedale cantonale unico, ex novo: tutto ciò deve essere infatti proprio così scontato e inevitabile, costi compresi? Non credo!

La terza osservazione attiene agli istituti sanitari attivi nel cantone (sia pubblici che privati) i quali dovrebbero essere tutti coinvolti in decisioni e progetti di questa portata e che peraltro dovranno ancora essere poi elaborati e discussi nella nuova pianificazione ospedaliera cantonale, scongiurando quindi il pericolo di trovarci a tempo debito con un’ipoteca sul collo a cose fatte! La quarta osservazione è che fra quattro anni vi sarà la tanto auspicata facoltà di medicina (relativamente agli anni cosiddetti clinici) in Ticino e – pertanto – il nostro Cantone potrebbe chiedere una sospensione condizionale in vista dell’ateneo; in questo lasso di tempo l’EOC e il DSS potrebbero così avere il tempo necessario per risolvere, con tutta calma e con cognizione di causa, momentanee carenze, conflitti di interesse e responsabilità per quanto riguarda per esempio – fra l’altro, ma non solo – le attribuzione inerenti la chirurgia viscerale complessa. In alternativa si potrebbero chiedere dei contratti di prestazione provvisori, sempre per avere il tempo di mettersi in regola senza “dover” ora essere costretti a decisioni avventate e a rischio per la nostra medicina.

Quinta osservazione: garantire il mantenimento di tutte le premesse per ampliare l’offerta accademica e la ricerca medica e non precludere al Ticino la possibilità di creare ulteriori centri di eccellenza, magari in un contesto insubrico, alfine di permettere il raggiungimento sicuro della massa critica necessaria (e magari anche andare ben oltre quest’ultima) in tutti gli ambiti specialistici. Sesta osservazione: cogliere quest’occasione e riposizionarsi al centro e non sempre in difensiva, rivalutando criticamente anche il ruolo in questo ambito dell’EOC, del DSS nonché della nuova pianificazione ospedaliera cantonale. Settima osservazione: la centralità del polo scientifico bellinzonese che, con lo IOSI, l’IrB, i Laboratori Cantonali, il progetto di Master School in medicina, le riconosciute competenze medico-specialistiche facenti capo all’OSG, ecc. non può ora essere smantellato e spostato senza gravissime perdite per tutto il Cantone, per la Sanità e i pazienti che vi fanno capo.

Detto ciò, sarebbe forse ora finalmente il caso di cogliere quest’occasione per mettere la medicina di qualità (compresa quella di punta) al servizio della popolazione e della domanda (sempre in forte crescita – e non solo riferita ai pazienti indigeni) invece di umiliare e ridimensionare artificiosamente la nostra offerta entro gli spazi angusti di esigenze di piccolo cabotaggio e di interessi che sono lontani da quelli della gente, del nostro Cantone, della nostra medicina e del nostro know-how, sia in ambito clinico che in ambito scientifico. Ma anche cominciare a lavorare in sinergia con tutte le forze e le componenti dei riconosciuti poli medico-clinici e scientifici del Cantone.

Se in questa follia vi è dunque ancora una ragione, ebbene, è allora tempo e ora che venga finalmente data la parola ai medici e agli specialisti che da anni si stanno impegnando e sacrificando per la scienza e la clinica; quel diritto di parola di cui si deve appunto alimentare e nutrire un progetto di questa portata. E senza che possibili conflitti di interesse intrecciati, interessi di bottega e visioni ristrette rischino di nuocere agli interessi superiori della sanità ticinese. Affinché la retorica non abbia a prevalere sulla ragione perché – come ci ricorda Platone – il retore cerca la vittoria anziché la verità!

E di chiacchiere, discorsi retorici, mezze verità ed invereconde quanto paludate sciocchezze si è fin troppo largheggiato su questa delicatissima e cruciale tematica da parte dei vertici dell’EOC e del DSS. Sarebbe pertanto ora di cominciare a mettere le carte sul tavolo per poter permettere un dibattito e un lavoro serio, rigoroso, onesto e responsabile. Perché la scienza, la ragione, la verità e il buon senso ritrovino il posto centrale che meritano e che tutti auspicano per il bene del Ticino.

Dr. med. Orlando Del Don
Medico e Gran Consigliere
Membro della Commissione sanitaria