“Hanno venduto 3 testate al Corriere del Ticino. Mi hanno consultato? Neanche per idea!”

Un’intervista di Francesco De Maria




Francesco De Maria Domenica notte alle 3 è nata www.liberatv.ch. Ci dica perché il suo portale è diverso da tutti gli altri.

Marco Bazzi Vuole essere diverso per le scelte giornalistiche, per il valore dell’indipendenza da cui è nato e che incarna, per il linguaggio, la volontà di approfondire i fatti e non relegare tutto ciò che accade a una sorta di giornalismo fast food. Per il fatto che cercheremo di avere notizie nostre e di non andare a ruota dei comunicati stampa facendoci dettare la cronaca da chi giornalista non è. E poi, naturalmente, per la presenza di un’ampia schiera di blogger, tra i quali vi sono molti giovani, che scrivono per noi contributi originali.

Ci presenti i suoi giovani collaboratori Andrea e Italo.
MB Andrea Leoni è un fuoriclasse, geniale, intuitivo. A volte ingenuo, come lo sono io (così mi ha definito Renzo Galfetti). Ma di quell’ingenuità che ti fa essere curioso di capire. Abbiamo in comune la passione per la scrittura, al di là del giornalismo. Scrittura letteraria, intendo. Anche Italo Carrasco è una buona penna, sanguigno, ironico e appassionato. Sono due giovani, hanno 27 anni Andrea e 33 Italo, ma con molta esperienza sulle spalle: a TeleTicino rticoprivano rispettivamente i ruoli di caporedattore e coordinatore della redazione, quindi sono capaci di fare delle scelte, di gestire situazioni critiche e delicate. Con me condividono un principio fondamentale: l’indipendenza e la libertà in questo mestiere sono sacre e intoccabili. L’indipendenza per me è come i fili dell’alta tensione: chi tocca muore.

Quanto è durata l’elaborazione del progetto e la sua realizzazione pratica? Di quali mezzi ha avuto bisogno per partire? Lei dispone e prevedibilmente disporrà di una base finanziaria sufficientemente solida?
MB Il progetto è nato in pochi mesi. Diciamo, tre mesi per immaginarlo e due per realizzarlo. Ora ha bisogno di essere messo a punto: non tutto funziona ancora come dovrebbe. Siamo in fase di rodaggio, insomma. Sul piano finanziario non abbiamo fatto ricorso a investitori esterni. Liberatv è il frutto dei nostri risparmi. Per questo potrà essere davvero libera. La base per partire mi pare abbastanza solida, ma adesso abbiamo bisogno di persone, intendo inserzionisti e partner, che credano e condividano il nostro progetto.

Liberatv si reggerà soprattutto sugli introiti pubblicitari?
MB Il business plan che abbiamo elaborato si basa sia su introiti pubblicitari sia su entrate legate a progetti di comunicazione, redazionali e multimediali, che abbiamo proposto e stiamo proponendo a enti e aziende.

Liberatv avrà una tendenza politica visibile?
MB Assolutamente no. E nemmeno invisibile.

Liberatv sarà scomoda? Investigativa? Aggressiva? Riflessiva? Pettegola?
MB Pettegola no. Aggressiva sì. Investigativa certamente, quando sarà il caso. Sarà anche riflessiva in quanto si propone come luogo di incontro tra opinioni, senza preclusioni e censure, se non di fronte a scritti lesivi dei valori basilari della convivenza civile. Se sarà scomoda lo diranno gli altri, coloro a cui darà fastidio.

Lei ha detto di aver “ingaggiato” alcune decine di blogger, che però blogger nel senso classico non sono (intendo del tipo Ku Klux Klan, cappuccio in testa e croce fiammeggiante). I suoi blogger si presenteranno al pubblico di liberatv con nome, cognome, fotografia e curriculum vitae, e scriveranno articoli di genere vario. Che risultati si aspetta da questa idea?
MB Mi aspetto molto: non esiste oggi in Ticino un media che metta “in rete” le opinioni sui temi più diversi di personalità di diversa estrazione, età e professione, che incroci le riflessioni di sacerdoti, docenti, studenti, politici, medici, sindacalisti, economisti, eccetera. Vorrei che questo blog diventasse una palestra di idee…

Lei si è posto a breve termine (6 mesi, 1 anno, 2 anni) obiettivi misurabili da raggiungere?
MB Sul piano finanziario vorremmo tentare l’impresa di chiudere in pareggio già il primo anno. Sul piano dei numeri non mi sono dato obiettivi faraonici: credo che anche gli inserzionisti, che tanto li considerano, dovrebbero capire che oltre ai numeri contano anche la qualità dei lettori e la visibilità degli spazi pubblicitari.

Lei ha lasciato un buon posto per lanciarsi in questa avventura. Non ha commesso un colpo di testa?
MB Può darsi. Ma è stato un colpo di testa preceduto da lunghe riflessioni e sferrato secondo uno schema ben preciso: se ho fatto un colpo di testa vorrei almeno che il pallone finisse in rete.

La modifica dell’assetto proprietario di TiMedia e di Teleticino in particolare ha creato una situazione per lei inaccettabile? Se sì, perché?
MB Esatto: inaccettabile. Per un motivo semplice: TeleTicino, Radio 3i e ticinonews.ch sono state vendute al Corriere del Ticino senza che io, che di TeleTicino sono stato uno dei principali artefici, venissi neppure consultato. Consultato, non informato. È chiara la differenza? Al di là di tutti i bla bla che si possono fare sul pluralismo, questa è la semplice realtà dei fatti: tre realtà mediatiche nate e cresciute in modo indipendente, due delle quali finanziate per giunta con una quota di canone, sono state consegnate nelle mani di una sola testata. Io avevo chiesto precise garanzie. Non sono state accettate (e ci sarà un motivo, giusto?) quindi me ne sono andato. Non sono un pesciolino rosso che si può vendere insieme all’acquario. Come non lo sono i miei due colleghi.

La proprietà ha accettato di trattare con lei? Ha preso in seria considerazione le sue idee e le sue obiezioni?
MB Le trattative ci sono state. Ma sono fallite. Ho perso ore e ore a parlare al vento. Mi sono sentito preso in giro. E non sopporto quando qualcuno mi prende in giro.

Quando lei ha manifestato pubblicamente le sue riserve e ha fatto capire di pensare ad andarsene, ha ricevuto espressioni di solidarietà dai suoi colleghi?
MB Da molti, e anche inaspettate. Ci sono persone che mi hanno salutato in lacrime.

Se alla fin fine avesse deciso di rimanere, quali sarebbero oggi la sua posizione e le sue condizioni di lavoro?
MB Non lo so e non mi interessa. Ho chiuso un capitolo. Anzi, ho chiuso il libro e ne ho aperto un altro.

Domanda d’obbligo. Non pensa che il Ticino sia “iper-mediatizzato”, un cantone dove ci sono più giornali che notizie da raccontare?
MB Sì. Ma i modi di raccontare una notizia sono molti di più di quanti siano i media. E ci sono tante notizie che hanno bisogno di essere raccontate bene. Ci sono anche più pizzerie di quanti siano, ogni giorno, i mangiatori di pizze. Alcune funzionano, altre chiudono.

Per finire, ci indichi una cosa veramente nuova che liberatv offre ai suoi lettori.
MB Ci sono tante novità, quelle di cui ho detto. La cosa veramente nuova arriverà a suo tempo…

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