Questo “blog” viene pubblicato oggi su liberatv.ch, il nuovissimo portale di Marco Bazzi.


Sono blogger da più di sei anni e vedo il blog – quello vero, quello incognito, dove i blogger si chiamano Ivan IV il Terribile o Rasputin o Galileo Galilei o Claudio Villa – come qualcosa di audacemente sperimentale. Bene ha fatto l’amico Bazzi a “inventarsi” un blog sulla neonata liberatv; ma il successo della sua eccellente idea potrà venire soltanto da noi.

Psicodramma in un piccolo comune lacustre, chiamiamolo Figino o Poiana, il nome importa poco. Una forza politica nuova, fresca e rampante si ritrova, all’improvviso, priva del suo leader. Il procuratore (la procuratrice?) l’ha fatto sparire per collocarlo in un posto sicuro. Il numero e la varietà delle accuse mosse all’arrestato – diligentemente snocciolate dalle annunciatrici radio e tv – avrebbe fatto ingelosire lo stesso Al Capone. Ma non di questo vogliamo parlare, sia perché non ne abbiamo la competenza sia perché è proibito.

Ci occupiamo invece di qualcosa di più interessante. Di come possano i “superstiti” del movimento, colpiti ma non affondati dal fulmine a ciel sereno, difendersi e, perché no?, contrattaccare. Proviamo:

1) “L’accusato è presunto innocente sino alla condanna definitiva”. Vero e, al tempo stesso, falso. Innocente: in senso legale, sempre; in senso psicologico, mai. Lettore di liberatv, esegui l’esperimento su te stesso!

2) “Abbiamo ricevuto, pochi mesi or sono, un consenso soverchiante dai cittadini. Il nostro dovere verso di loro ci impone di continuare”. Ma qualsiasi persona esperta sa che un consenso del genere svanisce, per due terzi o per tre quarti, in una notte. Addirittura molti sarebbero pronti a negare di averti votato.

3) “Gli altri – PLR, PPD, PS, cito a caso – ne hanno fatte peggio che Bertoldo, non scheletri nell’armadio ma interi cimiteri, e nessuno ha mai potuto toccarli”. Argomentazione inetta e inefficace, perché vaga. Il procuratore si è mosso contro il leader sulla scorta di un’accusa precisa. Se anche i “cattivi” dei partiti nominati ne avessero fatte più dello Squartatore di Whitechapel, occorrono elementi concreti, sulla base dei quali procedere. Non basta applicare un secchio di fuliggine su tutte le facce.

4) “La magistratura è al servizio del potere politico” (Nanopensiero). Io dico che non è vero ma dico anche che pensar male è sin troppo facile. Tutti i magistrati all’atto dell’elezione portano, ben visibile in fronte, un’etichetta partitica. È una faccenda che non ho mai digerito, forse perché le mie idee sono troppo elementari. Pranzavo un giorno in compagnia di un giudice, uno di quelli importanti, uno che per un pelo non finiva a Losanna. Il cibo era squisito, il lago scintillava sotto il sole. “Dimmi, Vostro Onore, perché fanno/facciamo così?” “Tu queste cose non le capisci. Ciò garantisce… come dire… l’independenza della Magistratura!”

Francesco De Maria