Interlibertarians 2012, 24-25 novembre a Lugano-Paradiso

Il noto libertario ticinese-senese Rivo Cortonesi presenta l’evento internazionale ai lettori di Ticinolive


Ticinolive Che cosa implica l’organizzazione di una conferenza quale INTERLIBERTARIANS 2012?

Rivo Cortonesi L’idea di riunire ogni anno a Lugano i rappresentanti dell’universo libertario è nata due anni fa per iniziativa dei Liberisti ticinesi e del Movimento Libertario Italiano. Lo scopo principale era quello di poter offrire ai libertari di tutto il mondo la possibilità di scambiare le proprie esperienze nelle diverse realtà dove ognuno di essi si trova ad operare. Lugano, per la sua collocazione geografica e per le tradizioni svizzere di neutralità, sembrò essere la sede ideale. Per questo nel logo di Interlibertarians la Statua della Libertà non impugna la fiaccola di quella americana bensì la balestra di Tell.

La prima edizione, quella del 2011, si concluse con la decisione di creare un sito web dove raccogliere le iscrizioni dei movimenti e dei partiti di ispirazione libertaria che desiderassero aderire a questo conclave internazionale. Un po’ come dire: cominciamo a vedere quanti siamo e chi siamo, e creiamo un primo punto di incontro A distanza di un anno possiamo contare su un numero di membri importante e soprattutto qualificato. Sono oggi iscritti ad Interlibertarians movimenti, partiti, e recentemente anche associazioni culturali, di Argentina, Australia, Belgio, Brasile, Canada, Repubblica Ceca, Danimarca, Francia, Germania, Italia, Kyrgyzstan, Olanda, Nuova Zelanda, Perù, Russia, Serbia, Spagna, Svizzera, Ucraina, Gran Bretagna e Stati Uniti.

Gli appartenenti a queste organizzazioni libertarie o anche, più semplicemente, i simpatizzanti libertari sono abituati ad interagire tra loro soprattutto attraverso i social networks: su Facebook, ad esempio, il gruppo Interlibertarians conta alla data odierna 538 iscritti di diverse nazionalità. Lo stesso dicasi per Twitter (533 followers). Non è quindi una grossa fatica far circolare in tutto il mondo la notizia dell’evento, né raggiungere la platea dei potenziali partecipanti alla conferenza.

Più difficile è reperire risorse per la sua organizzazione decorosa. Ma, abbinando il volontariato ad una cornice sobria, la parte finanziaria non costituisce il primo dei problemi. Quest’anno ci siamo in parte finanziati vendendo i PIN di Interlibertarians: dei simpatici distintivi che riportano il logo di Interlibertarians, acquistabili, per chi vuol darci una mano, direttamente dal nostro sito www.interlibertarians.org. I costi maggiori sono rappresentati dalla traduzione istantanea degli interventi dei vari relatori. Contiamo, nei giorni che ci separano dall’evento, di trovare i fondi ancora mancanti per offrire ai presenti anche questo servizio. Per i partecipanti provenienti da altri paesi, magari lontani dalla Svizzera, abbiamo poi cercato di creare le condizioni per poter soggiornare a Lugano-Paradiso a prezzi abbordabili e in un’atmosfera di convivialità. Pensiamo di esserci riusciti. Con queste premesse ci auguriamo che Interlibertarians possa nel tempo richiamare a Lugano un numero crescente di partecipanti. Vogliamo farne un’anti-Davos. Là discutono i monopolisti del denaro e i seguaci di Keynes, qua chi si adopera per abbattere le banche centrali, impedire che quelle commerciali aumentino la massa monetaria attraverso la riserva frazionaria e seguire l’analisi economica di Mises.

Quali saranno i relatori?
RC Abbiamo scartato l’idea di invitare qualche esponente blasonato dell’universo libertario, perché il problema attuale dei libertari non è la componente culturale. Da questo punto di vista siamo in una botte di ferro, perché nessuna scuola di economia ha dato della crisi in atto una spiegazione più coerente e intellettualmente più seducente di quella offerta dalla “scuola austriaca di economia”, alla quale tutti i membri di Interlibertarians, nessuno escluso, si ispirano. Il nostro problema è un altro: come possono i libertari influenzare o modificare con le loro idee le attuali istituzioni statali? Che poi è anche il tema della conferenza. Dunque i relatori saranno i rappresentanti stessi dei movimenti e dei partiti membri di Interlibertarians.

Chi potrà essere presente fisicamente a Lugano-Paradiso lo farà di persona in un intervento per il quale sono concessi al massimo 7 minuti. Per chi non potrà essere presente abbiamo messo a disposizione un portale video dove potrà pubblicare il suo intervento, sempre contenuto in un tempo massimo di 7 minuti, che sarà proiettato il giorno della conferenza. Non servono più di 7 minuti per esprimere un pensiero chiaro. Così almeno mi ha rassicurato un amico: < < In 7 minuti - ha detto - si può raccontare la storia dell’umanità >>. Il pomeriggio del sabato sarà dedicato agli interventi dei diversi relatori, ma la “scazzottatura generale”, stile Far West saloon, penso ci sarà la domenica mattina, quando si dovranno tirare le conclusioni.

Quale pubblico si attende a questa conferenza?
RC La conferenza è aperta a tutti, basta registrarsi all’ingresso. Chiunque può venire ad ascoltare o a vedere come i libertari si accapigliano. Ma, come ho già detto, quest’anno il pubblico non è il primo dei nostri pensieri. Dobbiamo cercare di dirimere un grosso problema “interno” e dobbiamo farlo in fretta, perché la caduta del keynesianesimo e della democrazia, intesa come partiti l’un contro l’altro armati, procede a ritmi superiori alle nostre pur cassandriche aspettative. A ciò si aggiunga il fatto che il sistema economico-finanziario e bancario sul quale è stato costruito tutto il sistema fondato sulla speranza della crescita continua è, di fatto e non solo eufemisticamente, fallito. Non è solo un problema di subprime crisis o di debiti pubblici e privati di questo o quel paese, come i giullari di regime si sono affannati e si affannano a farci credere. È strutturalmente fallito in ogni dove, compreso qui in Svizzera. Se ne stanno cominciando a sentire, anche qui, gli effetti, ma siamo solo agli inizi. Tutti lo sanno, oserei dire “tutti lo avvertono”, ma nessuno ha il coraggio di dirlo chiaramente e fino in fondo al popolo, anche se il Re è ormai inequivocabilmente nudo.

Non è però ragionevole assistere impotenti a questo dissesto, perché troppo grande è il rischio che esso possa essere strumentalizzato da frange estremiste di destra o di sinistra, riproponendoci scenari storici che pensavamo non più ripetibili. Quindi non v’è dubbio che i libertari debbano uscire dai loro salotti intellettuali e trovare il modo di rendersi riconoscibili ai cittadini. Il problema è come. Ma dobbiamo davvero tirar fuori qualcosa dal cilindro, perché anche la “zombizzazione definitiva della società civile”, intendo quella di schiere di cittadini senza cervello “tenuti sì in vita” da oligarchie bancarie e statali, ma non propriamente “viventi” nel senso bello e pieno in cui la vita dovrebbe essere intesa, è un pericolo reale, per certi versi già in fase di evidente manifestazione.

Che cosa scaturirà a livello concreto dai due giorni di dibattiti e incontri?
RC Sinceramente non lo so. Però posso fare un sommario elenco di quelli che sono i termini della questione, che penso invece di conoscere abbastanza bene. In buona sostanza tutti i libertari convengono sulla critica “austriaca” all’attuale sistema economico-finanziario, ma non sul modo di come affrontare e debellare la peste keynesiana. C’è chi considera irriformabile questo sistema e ne ritiene inevitabile il crollo, augurandosi che solo allora, certo in maniera affatto indolore, sia possibile risorgere catarticamente dalle sue ceneri; chi invece ha scelto la via del vivere quotidiano “da libertario”, cioè in perenne antitesi allo Stato e contro lo Stato, con ogni mezzo, per quanto al momento “non violento”; c’è anche tra noi, specie in quei paesi dove la crisi si è già palesata in modo pesantissimo, chi invoca la via secessionistica come diritto dei popoli per la riconquista di una libertà degna di tale nome. Queste sono le posizioni, diciamo, “più virulente”.

Poi c’è chi confida in un’azione culturale a largo raggio, attraverso la quale si possano influenzare positivamente i governanti riconducendoli alla ragione; chi invece pensa che ciò sarebbe molto più efficace agendo dall’interno di un partito politico esistente nel pieno rispetto istituzionale e chi invece vorrebbe cambiare prima le regole del gioco nella convinzione che con quelle attuali ogni azione di tipo culturale o all’interno di partiti tradizionali sia destinata al fallimento. Insomma c’è solo l’imbarazzo della scelta. Non v’è dubbio che, continuando così, i libertari rischiano di assomigliare moltissimo ai capponi di Renzo, magistralmente descritti dal Manzoni nei Promessi sposi: “Lascio pensare al lettore, come dovessero stare in viaggio quelle povere bestie, così legate e tenute per le zampe a capo all’in giù, nella mano di un uomo il quale, agitato da tante passioni, accompagnava col gesto i pensieri che gli passavan a tumulto per la mente. (…) e dava loro di fiere scosse, e faceva sbalzare quelle teste spenzolate; le quali intanto s’ingegnavano a beccarsi l’una con l’altra, come accade troppo sovente tra compagni di sventura”.

Ecco, sul fatto che Interlibertarians sia un’organizzazione internazionale di “compagni di sventura” non c’è dubbio, ma che forse sarebbe bene smettere di beccarsi l’un l’altro come facevano i capponi di Renzo, anche a testa in giù, e trovare un minimo di intesa per affrontare come si conviene la durezza dei tempi, questo sì, dovremmo sforzarci davvero di perseguirlo. Mi auguro dunque che Interlibertarians 2012 inauguri una stagione di maggiore unità tra i libertari, anche se, a quanto mi è dato di percepire, temo che non sarà facile.