Belticino non è l’associazione manichea e moralista, come la vorrebbe il vice-direttore del Corriere nel suo articolo di sabato 27 ottobre, commentando la sentenza riguardante Marco Cagnotti e Confronti.

Belticino è un movimento trasversale a cui aderiscono persone di ogni tendenza politica, operai, impiegati, artisti, ingegneri, architetti, dottori, avvocati, docenti, intellettuali, che da parecchi mesi conducono una battaglia capillare contro l’imbarbarimento della vita politica. E la conducono apertamente, a viso aperto, senza tentennamenti e senza ipocrisie, usando l’arma della conoscenza, dell’informazione e della cultura.

Bastava partecipare alla nostra riunione del 23 ottobre, aperta alla stampa, per capire i nostri intendimenti positivi, i nostri programmi e le nostre prospettive future. Nessuno di noi vuole combattere la barbarie con la barbarie, ma con l’informazione completa e corretta di tutto quanto succede ed è successo nel nostro Cantone. I Ticinesi finalmente, attraverso il documentato servizio di Falò, di grande attualità dopo gli avvenimenti di questi ultimi anni, hanno potuto verificare quanta sofferenza hanno provocato la derisione, l’insulto e l’ingiuria contro le persone.
Ma il Corriere si è guardato bene dal commentare quella trasmissione, ignorandola bellamente, anche se oramai tutto il Cantone l’ha potuta vedere e la sta discutendo.

Ma non solo Falò meritava un commento. Anche la sentenza del maggio 2012 contro Giuliano Bignasca per ripetuta ingiuria, in seguito alle querele sporte dall’avv. Adriano Censi e dalla signora Chiara Simoneschi Cortesi. E quella recente contro il leghista Bergonzoli. E le recenti sentenze della procuratrice Bergomi contro Boris e Giuliano Bignasca vinte dall’avv. Paolo Bernasconi.

Non ci sembra un metodo corretto quello di nascondere le verità scomode e di mettere in primo piano solo quelle che fanno comodo. E non è correttezza e onestà l’evitare di condannare l’ignobile attacco alla magistratura sferrato dal domenicale leghista il 21 ottobre. Un ignobile attacco alla giustizia e alla procuratrice Bergomi, che ha giustamente suscitato l’indignazione del gruppo liberale radicale in Gran Consiglio con una interrogazione che meriterebbe la prima pagina su tutti i quotidiani e un commento delle redazioni.

Per non parlare degli attacchi alla RSI, al responsabile e ai giornalisti di Falò. Si può essere pacati, corretti e onesti solo se questi fatti vengono portati a conoscenza dei propri lettori, altrimenti si esprime solo una mezza verità. E con le mezze verità si dà la possibilità al domenicale, stampato con le rotative del Corriere, di continuare con la sua arroganza a seminare vittime e sofferenze.

Belticino sta lottando per una società più civile, in cui la correttezza del confronto politico prevalga sull’arroganza e la prepotenza. La nostra è una battaglia per il ripristino della legalità, a sostegno della magistratura, che deve poter lavorare senza essere insultata ogni domenica. E’ una battaglia per la libertà di stampa (vedi servizio di Falò), ma contro la licenza di diffamazione e di ingiuria. E’ una battaglia politica, nel senso che ci stanno a cuore le soluzioni ai problemi del nostro paese, economici, sanitari, ambientali, educativi, legati alla sicurezza e alla fiscalità.

Per vincere questa battaglia i cittadini devono conoscere tutti i fatti. Per questo la stampa è importante.

Giancarlo Nava
6853 Ligornetto