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Il presidente dell Federal Reserve, la Banca centrale statunitense, Ben Bernanke, si sforza di difendere “i benefici portati a livello internazionale dalla politica monetaria condotta dall’istituzione finanziaria”.

La politica condotta dalla Federal Reserve, in particolare il programma di riacquisto massiccio dei titoli sul mercato (detta politica del Quantitative easing) e la conseguente abbondante iniezione di liquidità sui mercati, viene da tempo criticata dai dirigenti dei paesi emergenti, in particolare Cina e Brasile.
Questi ritengono che tale forma di intervento abbia come conseguenza la creazione di distorsione sui mercati delle divise (con un pronunciato calo del dollaro) e l’orientamento del flusso di capitali considerevoli e destabilizzanti verso le economie emergenti.

La decisione presa dalla Federal Reserve lo scorso settembre di lanciare un terzo Quantitative easing e riacquistare ogni mese titoli di debiti ipotecari per 40 miliardi di dollari, per sostenere il mercato americano del lavoro, non ha calmato la collera dei dirigenti di questi paesi, che temono l’insorgere di bolle in determinati settori, un importante apprezzamento della loro moneta, con la conseguenze riduzione dell’export e un significativo aumento dell’inflazione.
Per il ministro delle Finanze brasiliano Guido Mantega, la Federal Reserve avrebbe, con il suo atteggiamento egoista, contribuito a creare uno tsunami finanziario penalizzante per la crescita del Brasile.
Il governatore della Banca centrale cinese Zhou Xiaochuan ha invece dichiarato che la Federal Reserve dovrà pensare a riassorbire la liquidità eccessiva introdotta nel mercato e a eliminare le pressioni inflazionistiche, sul lungo termine.
“Per ora questo eccesso esorbitante di liquidità non contribuisce a un’inflazione esagerata ma la situazione potrebbe evolvere – ha commentato Anton Siluanov, ministro delle Finanze russo.

Ben Bernanke non pensa che la politica monetaria della Federal Reserve abbia danneggiato la crescita dei paesi in via di sviluppo.
A suo dire la Fed non è responsabile delle difficoltà dei paese emergenti. I flussi di capitale sono influenzati da altri fattori e l’evoluzione delle divise non può essere unicamente imputata alle misure prese dalle Banche centrali dei paesi sviluppati.

(Fonte : easybourse.com)