Durante la recente conferenza sulle tecnologie emergenti che si è tenuta presso il MIT, il Massachusetts Institute of Technology, il professore David Keith aveva sorpreso la platea dettagliando una soluzione radicale per fermare il riscaldamento climatico : la geo-ingegneria.

Di fronte alla continua crescita delle emissioni di CO2 nell’atmosfera, Keith – che è professore di fisica applicata presso l’Università di Harvard – Keith aveva spiegato l’idea di intervenire direttamente sul clima introducendo diossido di zolfo negli alti strati dell’atmosfera per imitare l’effetto delle grandi esplosioni vulcaniche e raffreddare il pianeta riflettendo parte dei raggi solari.

Uno studio promosso dal riassicuratore tedesco Munich Re sugli episodi meteorologici estremi nell’America del Nord (Severe Weather in North America) ha rilevato che il numero di eventi meteorologici che hanno conseguenze dannose per l’economia è aumentato di cinque volte nel corso degli ultimo 30 anni.
Gli esperti di Munich Re prendono in considerazione fattori quali l’aumento degli abitanti in zone a rischio inondazione e affermano che il cambiamento climatico causa la formazione di ondate di calore, di siccità e di forti piogge. A lungo termine vi è anche da considerare l’aumento della frequenza delle tempeste tropicali.

Si capisce la loro preoccupazione : i danni causati dall’uragano Sandy, che qualche settimana fa aveva devastato la costa est degli Stati Uniti, causando danni stimati a 50 miliardi di dollari, ma il loro parere riflette anche l’opinione di gran numero di scienziati.
Per spiegare l’eccezionale vastità dell’uragano Sandy (un diametro di 1600 chilometri) molti esperti puntano il dito sul calore delle acque degli oceani (+2,3 gradi in settembre rispetto alla temperatura normale), sull’umidità dell’aria, aumentata dal riscaldamento globale.

L’uragano Sandy ha riportato l’attenzione sull’allarmante situazione climatica. All’improvviso si torna a parlare del tasso di CO2 nell’atmosfera, che va ben oltre le 390 particelle per un milione, ben oltre il livello di 350 ppm considerato il livello massimo per un clima stabile.
Negli ultimi 10 anni le emissioni di gas carbonico sono aumentate del 41%. Al ritmo attuale, entro il 2050 saranno raddoppiate rispetto al livello dell’era pre-industriale.
Di fronte a questa scomoda realtà, scienziati come David Keith non esitano ad avventurarsi in un territorio insidioso come la geo-ingegneria.

“Se volete fermare il disgelo dell’Artico o impedire le perdite dei raccolti causate dalla siccità, la geo-ingegneria è l’unico rimedio che ci resta a disposizione – dichiara Keith.
Lo scienziato sostiene che è ormai troppo tardi per evitare i cambiamenti climatici limitandosi a ridurre le emissioni di CO2.
A suo dire la migliore opzione consiste nel iniettare particelle di zolfo negli alti strati dell’atmosfera per compensare almeno parzialmente l’effetto serra.
Dai suoi calcoli risulta che sarebbe necessario un milione di tonnellate di zolfo ogni anno e l’operazione costerebbe, annualmente, un miliardo di dollari.

(Fonte : Bilan.ch)